San Marino. Governo in bilico dopo le inchieste I segretari chiedono aiuto ai Reggenti Mussoni (Sanità) e Lonfernini (Turismo) dai Capi di Stato (anche video)

MussoniUNA LETTERA di tre pagine firmata dai segretari alla Sanità, Francesco Mussoni e al Turismo, Teodoro Lonfernini e consegnata personalmente ai Capitani Reggenti per chiedere un intervento istituzionale che contribuisca a fare luce sulle ombre che si stanno addensando in modo sempre più minaccioso sul governo.
«Nessuno di noi vuole gettare sospetti sull’esecutivo, ma il problema c’è e deve essere affrontato a livello sia politico che istituzionale — dichiara il segretario Mussoni — per il rispetto dei cittadini che ci hanno eletto e di questo Paese che deve andare avanti. Invece in questi ultimi tempi siamo in una situazione di stallo che non fa bene a nessuno. Per questo abbiamo voluto consegnare questo documento che ho condiviso con il collega Lonfernini. Da tempo discutevamo della situazione in cui si trova il Paese — prosegue — anche se il sistema denunciato dalla magistratura nelle sue inchieste ci arriva come una tegola sulla testa. Qualcosa che non potevamo nemmeno immaginare: sembra che ci fosse una San Marino parallela che portava avanti i suoi affari senza che l’altra sapesse nulla».
Su come possa intervenire in questa drammatica situazione la più alta istituzione dello Stato è da capire. Vero è che i Reggenti presiedono l’organo di controllo della magistratura, ma detto ciò qui si fermano per quanto riguarda le inchieste, essendo gli organi inquirenti del tribunale, naturalmente e giustamente, autonomi.
Come istituzione super partes può, però, offrire suggerimenti e aprire le porte di dialogo tra le forze politiche in campo.
Più di qualcosa può invece fare l’esecutivo e nell’aria c’è un’ipotesi che potrebbe essere sottoposta al congresso oggi stesso: un passo indietro dei due segretari che, secondo quanto dichiarato da Mirella Frisoni nel corso dell’interrogatorio, erano a conoscenza del sistema di false fatturazioni e della violazione dei versamenti fiscali alle casse statali. Un passo indietro che non significherebbe una messa in stato di accusa, ma la possibilità di arrivare a un rimpasto di governo in modo da non farlo crollare.
Questa sembra essere l’unica mossa possibile in mano a un esecutivo che, come ha sottolineato il segretario alla sanità, è in stallo da troppo tempo.
A questo punto lo scenario che si aprirebbe è quello di un congresso che non solo deve riprogrammare la sua attività, ma deve riconquistare in qualche modo credibilità. Come? Tentando di aprirsi all’esterno, a quelle forze di opposizione che pur nella loro poca esperienza politica da tempo denunciano l’esistenza di un sistema malato, fatto di troppi affari occulti, gestiti — come ha avuto modo di denunciare la magistratura — anche con pericolose organizzazioni criminali sia italiane che straniere.
Quello che potrebbe succedere, invece, se non ci sarà un passo indietro dei due segretari è un’incognita. Che potrebbe essere sciolta dagli inquirenti. Il Resto del Carlino

L’intervista è di Rtv.