Ciavatta (Rete): “Ci è stato detto che verremo distrutti economicamente e psicologicamente. E’ la fase due dopo che la fase uno, quella delle lusinghe e delle promesse di questo o quell’incarico, è fallita. Fallirà anche questa perché noi abbiamo intenzione di andare avanti e opporci a un congresso di stato che ha fornito la tutela legale a chi da fuori voleva liquidare San Marino per mezzo delle manleve e che invece quella tutela ha provato a negarla a un’esponente di punta del nostro parlamento”.
E’ una verità affilata quella che Dim è tornata a raccontare ai cittadini anche giovedì scorso in una sala gremita e attenta, desiderosa di essere messa a parte delle vicende che riguardano il Paese. In quell’occasione i relatori presenti non si sono sottratti a fare il punto anche sulla questione che ha tenuto banco in queste ultime settimane.
Prima fra tutte l’irruzione in Cassa di Risparmio di due consiglieri, Roberto Ciavatta e Emanuele Santi che avrebbero aggredito Presidente e Cda dell’istituto. Ma la vicenda si sarebbe stratificata di tratti da leggenda. “Da un lato noi consiglieri di Rete – ha detto Ciavatta – abbiamo deciso di rimanere fuori dall’aula per stare in mezzo alla gente che manifestava il proprio disagio, dall’altro quando abbiamo saputo che a dispetto di quel disagio, in Cassa di Risparmio veniva assunta una delibera con la quale si stabiliva che soldi pubblici sarebbero stati spesi per fornire la tutela legale ad Andrea Rosa per denunciare Elena Tonnini, abbiamo deciso che non era più tempo di rimanere a guardare.
Appresa quella notizia io e il consigliere Santi ci siamo recati in Cassa di Risparmio e abbiamo chiesto di poter vedere il presidente. Dopo di che abbiamo aspettato alcuni minuti in sala d’attesa e siamo stati ricevuti. Egli ha fatto il gesto di volermi dare la mano ma io non avendo alcun rispetto della persona, ho tralasciato le cerimonie e sono andato al cuore della questione parlando in maniera animata di ciò che era accaduto.
E’ a quel punto che Zanotti ci ha proposto di parlare davanti all’intero cda, cosa che ci ha trovati d’accordo, dunque abbiamo aspettato altri cinque minuti e poi siamo entrati in consiglio dove, dopo che avevamo fatto presenti le nostre ragioni, si è deciso di cambiare la delibera.
In particolare Rosa si è dimostrato ragionevole e si è detto convinto a rinunciare ad avvalersi della tutela legale dell’istituto e ad agire per proprio conto contro Elena Tonnini. Le cose che sono state dette sulla vicenda non corrispondono a realtà. Di vero c’è solo quello che a più riprese ho detto: e cioè che non ho alcuna stima per il presidente Zanotti.
Cassa di Risparmio è un istituto in grande difficoltà e lo è da circa vent’anni, da quando la politica ha cominciato ad interferire con la sua gestione. E’ un istituto che andava ristrutturato e dove invece si sono messe persone che non hanno alcuna esperienza in tal senso e che ancora una volta rispondono al partito che li ha nominati.
Zanotti è un avvocato, poi c’è una persona che fa la contabilità in un’azienda di software e Kaulard che è uomo di Morganti senza alcuna esperienza, cui peraltro vengono affidati anche altri incarichi, penso al fatto che pur non parlando le lingue sarà responsabile dell’expo di Dubai. L’unica persona veramente qualicata è Gianfranco Vento, nominato dall’opposizione.
Inutile chiedersi perché nell’ultimo anno e mezzo la situazione si sia drammaticamente aggravata. Che cosa ha fatto Zanotti se non spendere 700mila euro in consulenze, lamentarsi del proprio stipendio perché non supera i 100mila euro e pagarsi cene e caffè con la carta di credito”?
“Veniamo giudicati – ha poi continuato Ciavatta parlando con il riccio di una castagna in mano a mo’ di esempio – duri e ispidi per l’asprezza dei modi, perché parliamo delle cose francamente ma c’è qualcosa di buono in ciò che diciamo. Ora contro di noi si usa la denuncia intimidatoria, ci è stato detto che verremo distrutti economicamente e psicologicamente. E’ la fase due dopo che la fase uno, quella delle lusinghe e delle promesse di questo o quell’incarico, è fallita. Fallirà anche questa perché noi abbiamo intenzione di andare avanti e opporci a un congresso di stato che ha fornito la tutela legale a chi da fuori voleva liquidare San Marino per mezzo delle manleve e che invece quella tutela ha provato a negarla a un’esponente di punta del nostro parlamento”.
Per il capogruppo Gian Matteo Zeppa “Ci vogliono fare abbassare la testa. Noi la testa non la abbassiamo. Non si fa più politica ora, in 18 mesi questo governo ha depositato 22 pdl di cui molti sono bazzecole, al contrario ha fatto 88 decreti (fra delegati e legge). E’ un governo che fa atti unilaterali e non c’è condi- visione. I decreti sono già effettivi prima di essere rati cati come lo è la patrimoniale. Il magistrato cacciato via in maniera illegittima ha creato le condizioni per governare in questo modo”.
Per come la vede il consigliere Pedini Amati “Dentro al palazzo lo sciopero è stato deriso. Si diceva da dentro che fuori c’erano quattro gatti. Sul caso Tonnini si è messa in atto la strategia: colpirne uno per educarne cento. Con noi questa storia non passa. Rosa non è un galantuomo perché Elena Tonnin ha chiesto scusa. Non c’è limite alla vergogna. Chi è al governo oggi gestisce un potere senza limiti. Pensa di essere onnipotente, vuole intimidire l’opposizione con le denunce. Spenderemo no all’ultimo centesimo per andare avanti. Non possono gestire la cosa pubblica come ‘cosa nostra’. Ci stanno rubando i soldi attraverso la svendita dei nostri npl”.
Ha chiuso la serata di Dim Emanuele Santi “Si continuano a usare soldi pubblici per fare denunce e per fare il gioco di Ap e per gli scopi di questo partito. Quello che è emerso in questo mese dalle ordinanze è sin troppo eloquente. Ci sono dei chiari messaggi, più chiari di così non potevano essere. Un tale soggetto terzo ha gestito con la compiacenza di ruoli istituzionali tutte le situazioni economiche del Paese. E’ stato lui che ha deciso come comportarsi sul caso Asset Banca (decretata la lca perché altrimenti il tribunale avrebbe interrotto il percorso). L’operazione titoli grida vendetta ed è stata fatta per appianare debiti di Confuorti. In Banca Centrale la riforma l’ha suggerita Confuorti ed è stata l’idea del week end. Decreti sono stati fatti la notte e poi passati al ccr. Non c’era un governo ma un governo ombra che ha un nome e cognome”. La RepubblicaSM