San Marino. Governo, Parlamento e Paese bloccati? Va bene così, andiamo avanti.. di Tancredi Falconieri

La strategia politica di Governo e Maggioranza negli ultimi mesi risulta, anche ai più attenti osservatori, poco comprensibile e, a tratti, persino paradossale.

All’indomani del ritiro della delegazione di Governo del Movimento Rete le rimanenti Forze di maggioranza decisero di non tornare immediatamente alle elezioni e di proseguire la legislatura nonostante i numeri consigliari molto risicati.

Le prime prove consigliari della nuova Maggioranza non hanno però prodotto risultati incoraggianti. La decisione del Segretario di Stato alle Finanza Marco Gatti di inserire nell’assestamento di bilancio gli ormai famosi articoli 10 e 11 relativi alle Residenze Fiscali non Domiciliate ha generato un compattamento delle opposizioni che dalla sezione di luglio stanno proponendo un legittimo ostruzionismo parlamentare che ha raggiunto subito due risultati evidenti.

Da un lato il provvedimento che doveva essere licenziato a luglio non verrà approvato nemmeno nella sessione di agosto, dall’altro appare sempre più evidente un senso di scoramento tra le fila della maggioranza con sempre più consiglieri che sembrano non capire la strategia del muro contro muro dettata dai vertici e che per il momento sembra bloccare completamente la capacità propositiva del Governo.
A serrare le file e ricompattare le varie componenti ci aveva provato il Grande Capo in persona, Giancarlo Venturini, che nel discorso conclusivo della Festa dell’Amicizia aveva rassicurato gli alleati: “la Democrazia Cristiana, con l’avvicinarsi della prossima tornata elettorale partendo da questa maggioranza, favorirà il dialogo e il confronto democratico con tutte le forze politiche”. In pratica il Segretario democristiano ha chiesto a Motus Liberi e NPR di seguirlo ancora una volta in questo finale di legislatura con la promessa di esserci anche la prossima volta. E infatti il partito di Fabio Righi si è subito allineato diventando sorprendentemente il più convinto sostenitore di quello che rimane del DES facendo finta di non accorgersi che, di questo passo, i tanti provvedimenti per lo sviluppo annunciati dal Segretario all’Industria non arriveranno nemmeno all’esame dell’Aula.

Diverso invece il comportamento delle due componenti del listone NPR nel quale si sta consumando ormai da mesi un divorzio definitivo e non più conciliabile. Il PSD vuole mantenere il ruolo di alleato fedele di Via delle Scalette. Alleanza Riformista, invece, tenta di recuperare posizioni cercando di alzare l’asticella nel tentativo di rafforzare la propria identità in vista delle prossime elezioni. E allora alcuni suoi consiglieri hanno tenuto un atteggiamento un minimo più coraggioso in consiglio e, soprattutto, la neonata Forza liberal-socialista sta lavorando alacremente per accreditarsi come Partito strutturato e autorevole.

Esemplare in questo senso è stata la visita del Capo Gruppo di Italia Viva Maria Elena Boschi che è stata ricevuta da Gian Nicola Berti in Segreteria di Stato alla presenza, fino a pochi mesi fa inimmaginabile, del redivivo Giovanni Lonfernini che molti indicano come regista di tutta l’operazione AR e addirittura in procinto di candidarsi.

Ma, a prescindere dai comportamenti dei partiti minori, è l’atteggiamento di apparente tranquillità della Democrazia Cristiana a destare i maggiori interrogativi. Con un Governo impantanato in Aula da mesi su un singolo provvedimento, con l’evidente prospettiva che il muro contro muro consigliare perduri almeno sino a Natale, possibile che nessuno leader democristiano sia in grado di immaginare una strategia diversa?

Viene da pensare che dei provvedimenti del Governo e dei lavori consigliari in realtà interessi ben poco e si sia in attesa di qualcosa di molto più importante che potrebbe concretizzarsi fuori dai Palazzi nei prossimi mesi.

Ma questa è un’altra storia…

Tancredi Falconieri