Aveva cominciato a scaldare l’atmosfera il Segretario Pedini Amati, qualche giorno fa, alzando il sipario sul vuoto della sinistra. “Non ci sono le persone, gli UOMINI, le idee, gli ideali, neppure la parte morale della sinistra, intesa come parte morale dell’individuo” aveva amaramente confessato, forse criticando anche se stesso. Ma sono constatazioni, ahinoi, lapalissiane, perché è un pezzo che la sinistra sammarinese aspetta da Pedini e dagli altri uomini di sinistra qualcosa di sinistra. Scissioni, ricomposizioni, fusioni, nuove spaccature segnano da sempre la storia della sinistra sammarinese, tutt’ora in parte dentro la coalizione di governo e parte all’opposizione. Con così tanti galli a cantare è fatica capire quale sia quello buono.
Quello che si sa è che ciclicamente si parla di riunificazione delle sinistre, per poi arrivare al naufragio quando le questioni personali mai sopite prendono il sopravvento. Perfino Matteo Rossi, rappresentante della nuova generazione, se ne esce con l’elogio al risultato elettorale del Portogallo per incitare a fare la stessa cosa. Ma non si capisce se vuole rafforzare l’analisi di Pedini, o se abbia in mente qualcos’altro.
Su questo tema Matteo Ciacci non si esprime. Di solito preferisce fare come l’omonimo italiano, cioè intervenire su tutto, tutti i giorni, anche a sproposito, l’importante è andare sui giornali, tanto la sinistra è cosa altrui e strizza l’occhiolino a mamma DC. Nulla si sa di Denise Bronzetti, un po’ sbiadita dopo l’uscita dal gruppo NPR e della relazione della commissione di inchiesta, ma sicuramente molto attiva nel cercare di ricostruire la sua immagine e i suoi voti. Perché su questo non c’è dubbio, le manovre “sinistre” stanno cominciando.
E se a sinistra qualcosa si muove, a destra che succede? Per il momento nulla, o quasi, ma come dice un vecchio proverbio: l’acqua cheta fa correre i fossi. Oppure: l’acqua cheta rovina i ponti. Scegliete voi quale delle due immagini è più appropriata.
Infatti, è passato appena un mese da quando l’intero governo si è presentato in pompa magna per rilanciare la squadra e il programma, ma a guardar bene, pare che Righi e il suo partito ormai siano un unicum con Repubblica Futura. Tuttavia a differenza di Renzi & Co. riescono a fare opposizione da una posizione di governo: geniale!
A livello tematico sono due i fronti aperti di cui leggiamo ogni giorno: la giustizia, dove la maggioranza ha alzato le barricate per la difesa della riforma sull’ordinamento giudiziario. Un percorso molto difficile, non v’è dubbio, anche questo guastato dalle politiche scellerate del passato governo, e la compattezza attuale è un bel messaggio anche nei confronti dei cittadini.
L’altro fronte è la sanità, ogni giorno sugli scudi soprattutto per i problemi a livello di centri sanitari. In effetti, l’interim di Rabini, su questo fronte non ha portato risultati. Essendo direttore generale e direttore sanitario, aveva la facoltà e i mezzi per intervenire, concordare con il dirigente della medicina di base le azioni più opportune e quanto meno “taccarci una pezza”. Invece niente, neanche quando la pandemia ha raggiunto livelli da tragedia biblica: 1800 contagi attivi, con il rischio vero di un collasso totale del sistema, ci sarebbe voluto uno sforzo organizzativo ben oltre la buona volontà e il sacrificio di un manipolo di operatori sanitari. Invece non si è visto niente.
E quando è arrivato Bevere, neppure una conferenza stampa che sancisse il passaggio di consegne. Viene da chiedersi se Rabini fosse ancora presente al quinto piano dell’ISS o se ne fosse già andato in vacanza. Eppure il problema vero non è neanche qui, nell’interim di questo o di quello, ma nel progetto del nuovo ospedale. Una mega torta piuttosto ricca e succulenta, che durerà almeno una decina di anni, che ha cominciato a fare gola a quelle parti dei partiti che hanno sempre fatto affari (come del resto ci ha raccontato la Commissione di inchiesta, quindi non c’è nulla da stupirsi).
Quei partiti che riescono a trovare accordi anche al di là degli eventuali steccati ideologici, siano essi di destra o di sinistra, basta trovare la quadra sugli affari. E quando l’avranno trovata, si andrà alle elezioni senza chiedere alla sinistra se sarà pronta o meno.
a/f