UN PARTITO da ricostruire. La Dc sammarinese si sente un po’ come la Juventus del dopo Moggi, straziata dalle decisioni del giudice e ‘retrocessa’. Serve un affondo deciso e sembra che qualcuno ci stia già lavorando. La tangentopoli del Titano impone una riflessione all’interno del partito che nei suoi 65 anni storia, all’opposizione non ha quasi mai messo piede. L’arresto di Gabriele Gatti, il leader indiscusso degli scudocrociati, è stato soltanto quell’ultima goccia che ha fatto traboccare un vaso stracolmo. Per cambiare faccia (quella ormai persa) occorre ritrovare credibilità. Impresa non semplice se si pensa che l’inchiesta sul Conto Mazzini è arrivata come un uragano, atteso e violentissimo. Per rompere l’immobilismo che in questo momento regna sul Titano occorre prendere il toro per le corna. Lo sanno bene i vertici di un partito nel quale le ‘correnti’ ora tirano un po’ da tutte le parti. C’è chi vorrebbe conservare, pur consapevole che alle prossime elezioni potrebbe essere un bagno di sangue, e chi ha tutta l’intenzione di dare una sterzata decisa.
UN CLASSICO calcio al passato, pur senza dimenticare quello che di buono è stato fatto. Teodoro Lonfernini e Francesco Mussoni a rompere il silenzio ci avevano già provato alla fine del 2014, consegnando ai Capitani Reggenti una lettera per fare chiarezza anche all’interno del governo, dopo il coinvolgimento del segretario di Stato alle Finanze nell’inchiesta. Siamo ancora soltanto nel campo delle ipotesi, anche se la campagna elettorale è praticamente dietro l’angolo, ma proprio dai due ‘giovani’ della Dc potrebbe iniziare un nuovo corso. Le decisioni di peso, quelle che riguarderanno il futuro dei vertici del partito, saranno prese soltanto all’interno del consiglio centrale convocato per la metà di questo mese. Un documento che segna l’inizio del nuovo corso, dicono i ben informati, è già stato scritto e consegnato ai 120 del consiglio centrale. Nero su bianco ci sono nuove linee guida, dal progetto politico alle regole del partito.
UN RIBALTONE che la ‘corrente’ giovane del partito giudica inevitabile e necessario. Un cambio di nome e simbolo, magari, una ventata d’aria fresca che sia capace di convincere anche chi sembra non nutrire più fiducia in quello che per tanti anni è stato il primo partito del Paese. Insomma, per non fare la fine della Juventus, in serie B, il Pdcs sembra aver già iniziato a lavorare duro sul campo anche a costo di lasciare qualcuno in panchina.
UN CLASSICO calcio al passato, pur senza dimenticare quello che di buono è stato fatto. Teodoro Lonfernini e Francesco Mussoni a rompere il silenzio ci avevano già provato alla fine del 2014, consegnando ai Capitani Reggenti una lettera per fare chiarezza anche all’interno del governo, dopo il coinvolgimento del segretario di Stato alle Finanze nell’inchiesta. Siamo ancora soltanto nel campo delle ipotesi, anche se la campagna elettorale è praticamente dietro l’angolo, ma proprio dai due ‘giovani’ della Dc potrebbe iniziare un nuovo corso. Le decisioni di peso, quelle che riguarderanno il futuro dei vertici del partito, saranno prese soltanto all’interno del consiglio centrale convocato per la metà di questo mese. Un documento che segna l’inizio del nuovo corso, dicono i ben informati, è già stato scritto e consegnato ai 120 del consiglio centrale. Nero su bianco ci sono nuove linee guida, dal progetto politico alle regole del partito.
UN RIBALTONE che la ‘corrente’ giovane del partito giudica inevitabile e necessario. Un cambio di nome e simbolo, magari, una ventata d’aria fresca che sia capace di convincere anche chi sembra non nutrire più fiducia in quello che per tanti anni è stato il primo partito del Paese. Insomma, per non fare la fine della Juventus, in serie B, il Pdcs sembra aver già iniziato a lavorare duro sul campo anche a costo di lasciare qualcuno in panchina.
Il Resto del Carlino