
Con una denuncia a firma dello stesso Marino Grandoni e del suo avvocato-nipote Edoardo Grandoni, il noto ingegnere ha denunciato il nostro direttore per atti persecutori, art.181 bis, per aver scritto un articolo alla settimana sulla questione Grandoni-Banca Cis. Cioè di averlo perseguitato, e questo non può che farci sorridere.
Al di là delle puerili accuse, in quanto chi scrive su un media scrive di chi è in quel momento al centro dell’attenzione, un articolo alla settimana anche, probabilmente, il piu’ sconosciuto dei sammarinesi potrebbe averlo se in quel momento è al centro della cronaca o all’attenzione dei media.
Ma Grandoni non è il piu’ sconosciuto dei sammarinesi e lui e la sua galassia, lo ribadiamo ancora una volta, è la responsabile di quel buco dei 500 milioni di Banca Cis che alla fine tutti noi sammarinesi dovremo pagare oltre ad essere il protagonista degli intrecci politici-economici-finanziari degli ultimi 20 anni, come d’altronde è già emerso a chiare lettere dalla relazione della Commissione d’Inchiesta sulla Banca Cis.
Capisco che fare una denuncia al un titolare del sito piu’ fermo e risoluto su questa questione e a chi piu’ di chiunque altro si è impegnato a smascherare lo schifo della gestione di Banca Cis (di quel periodo oscuro dove si usava Banca Centrale come bancomat ed aveva come beneficiario sempre e solo Banca Cis e di come la magistratura come la politica era in funzione, come si è visto anche – e non solo – dalle risultanze della relazione d’inchiesta su Banca Cis, di quel gruppo di potere di cui proprio Grandoni era uno dei capi e che così tanto male hanno fatto al paese) sia appagante e come nella sua testa possa balenare l’idea che si possa fermare la nostra azione, noi replichiamo che non ci fermeremo e che vogliamo vedere come si possa essere imputati di aver perseguito Grandoni quando lui ed il suo gruppo erano sulla bocca di tutti e protagonisti, in modo negativo – e forse lo sono tutt’ora – della vita del paese.
Notiamo il fatto che Grandoni non ci denuncia per diffamazione, cioè non dice che abbiamo scritto il falso sulla quantificazione di quei 500 milioni che lui ed il suo gruppo hanno creato in Banca Cis, in quanto tutti i fatti che abbiamo scritto su di lui e su Banca Cis sono veri.
Il 25 novembre dovremmo rispondere di queste calunniose ed infondate accuse di fronte al Commissario della Legge Roberto Battaglino sicuri e fieri di aver fatto il nostro dovere sia come cittadini che come gestori di un sito di informazioni che è riuscito, in maniera concreta, a smascherare tutto questo schifo nonostante l’apatia e l’inerzia di quasi tutti gli altri mezzi di informazione