San Marino. Green pass sammarinese riconosciuto in Italia e in Europa. Un successo che semplifica ulteriormente la vita dei cittadini … di Alberto Forcellini

Bastava semplicemente saper aspettare. E avere un minimo di fiducia. L’esperienza ci insegna che anche gli ostacoli più impervi si possono superare passo dopo passo. In questi due anni di pandemia, ne abbiamo visti parecchi di ostacoli superati con pazienza, determinazione, caparbietà se vogliamo: da una parte la politica estera sul fronte delle relazioni, dall’altra la politica sanitaria sul fronte più tecnico e organizzativo.

Siamo un paese di 30 mila anime, molte meno delle centinaia di migliaia di paesini disseminati lungo lo stivale e nonostante le nostre pretese di indipendenza e autonomia, siamo dipendenti dall’esterno praticamente per tutto.

Siamo realisti: può un Paese di 60 milioni di cittadini, con una complessità di problemi inimmaginabile, pensare tutte le mattine a San Marino? È assolutamente irrealistico. Per questo è importante una politica seria, continuativa, credibile. Ma anche paziente, tenace, e anche un poco puntigliosa.

Se si parte dal presupposto (come fanno tanti) che tutto ci è dovuto, non si arriva da nessuna parte. Se invece si parte dal dialogo, dalla collaborazione, dalla possibilità di mettere a frutto le prerogative che comunque ci mette a disposizione la nostra sovranità, i risultati arrivano.

L’Italia ha fatto deroghe sul green pass da agosto in poi, solo a San Marino, quindi ha proceduto alla personalizzazione dedicata dell’App di verifica. Esperti di questa materia rivelano che è stato un lavoro tecnicamente molto più complicato di quanto si possa immaginare, anche perché rallentato e ulteriormente complicato dal fenomeno dei certificati falsi e delle firme rubate, nonché dall’acuirsi dell’emergenza pandemica in molti Paesi europei.

Mercoledì sera la notizia ufficiale: spunta verde per il green pass sammarinese. I vaccinati Sputnik hanno libero accesso in Italia e in Europa. In ogni caso, chi viaggia in paesi esteri è sempre bene che controlli le regole che valgono in quel Paese.

Non è un risultato piovuto dal cielo per grazia ricevuta. In un’intervista del 14 ottobre scorso, quando si parlava solo di un prolungamento della famosa deroga, il Segretario di Stato Roberto Ciavatta aveva anticipato: “Abbiamo a lungo discusso dell’ipotesi se da parte italiana ci sarà la possibilità, da un punto di vista tecnico, di rivedere le modalità di funzionamento di questa deroga (…)”. Questo a conferma del lavoro portato avanti da sempre, con contatti praticamente quotidiani di tutte le parti coinvolte, da quelle politiche a quelle tecniche.

Per fortuna l’inciso è sfuggito alle opposizioni, altrimenti avrebbero scatenato l’iradiddio sul mancato riconoscimento immediato del green pass sammarinese e l’immancabile corollario di accuse sull’incapacità del referente sammarinese per la politica sanitaria. Oltretutto, all’indomani delle uscite estemporanee di Sassoli e del Ministro Di Maio.

È ancora molto difficile da capire, per qualcuno, che la medicina, la sanità, la politica sanitaria, sono frutto di un gioco di squadra dove ognuno ha il proprio ruolo. Per capire meglio la metafora: non è che il portiere possa fare l’attaccante, o viceversa. Purtroppo, in un settore così delicato, ognuno vuol dire la sua ed è convinto di sapere tutto. Così si formano quelle schegge impazzite che invece di fare il bene della collettività innescano tensioni, alimentano dubbi e paure, scatenano le proteste spesso immotivate.

Tutto a posto, tutto risolto? Possiamo dormire fra due guanciali?

Assolutamente no. Primo perché tutto quello che accade intorno all’andamento della pandemia è in continua evoluzione, quindi soggetto a mutazioni, aggiustamenti, aggiornamenti. Secondo, la spunta verde sul green passa sammarinese non è un riconoscimento dello Sputnik, che spetta all’Ema, quanto una validazione digitale del decreto di esenzione dal green pass. Ovvero una soluzione tecnica valida fino al 31 dicembre, che evita ai sammarinesi in viaggio per l’Italia, o ivi residenti per motivi di lavoro, studio o quant’altro, di portarsi dietro i decreti e dover dare tante spiegazioni. Ottimo risultato per la Segreteria Sanità e il suo staff tecnico. Un esito che, in caso di proroga dello stato di emergenza fino alla prossima primavera (come pare sia nelle previsioni) mette San Marino già nelle condizioni di non avere problemi.

La prossima partita si gioca sulle terze dosi, ma soprattutto su quanto succederà a livello di contagi, ospedalizzati e decessi, sia a San Marino, sia in Italia, dove già ci sono regioni a rischio di entrare in zona gialla.  In ogni caso, San Marino ha già fatto un bel pezzo di strada e può solo guardare avanti.

a/f