San Marino. Greenpass sammarinese, il compagno Speranza come quel taiwanese che si tagliò il pene per far dispetto alla fidanzata… di Enrico Lazzari

Era il mese di maggio del 2013 quando l’autorevole Huffington Post svelava la follia di un cittadino taiwanese che, dopo una lite con la fidanzata, con l’intento di farle dispetto, pensò bene di tagliarsi il pene e i testicoli… Ora, ovviamente, seppure il folle si salvò, la fidanzata vive con un altro uomo…
Per certi versi sembra la storia di Roberto Speranza, l’irremovibile -dalle sue posizioni- ministro italiano della Salute, con i compagni di Articolo Uno, uno degli ultimi comunisti non “pentiti” del mondo. Speranza, infatti, nonostante le pressioni costanti fatte dai suoi stessi collaboratori come, per citarne uno, Pierpaolo Sileri, sottosegretario al Ministero della Salute romano, dal Ministro del Turismo e da tanti altri colleghi di governo, è irremovibile e, all’apparenza, unico ostacolo al totale e incondizionato riconoscimento in Italia del Green Pass vaccinale sammarinese che, in Italia, oggi è riconosciuto per i cittadini sammarinesi ad eccezione di quelli vaccinati con Sputnik V.
Conseguenza della frustrazione accumulata, dallo stesso Ministro Speranza, all’inizio della campagna vaccinale che sul Titano -proprio grazie al siero russo- procedeva spedita mentre la “sua” arrancava in una estenuante caccia all’ultima fialetta di vaccino? Chissà…
Sta di fatto che il governo italiano, seguendo la “linea-Speranza” sul Green Pass biancazzurro, sembra essere un nuovo e attuale “uomo taiwanese”, che si taglia il pene per far dispetto alla fidanzata infedele… A quella “fidanzata” che, nel caso, lo ha tradito con l’allettante “amante” russa…

Neppure l’Unione Europea che ieri, a firma Ursula Von Der Leyen, ha pubblicato sulla sua Gazzetta Ufficiale la “Decisione di esecuzione 2021/1273” che sancisce, a prescindere dal vaccino utilizzato “l’equivalenza, al fine di agevolare il diritto di libera circolazione nell’ambito dell’Unione, dei certificati COVID-19 rilasciati da San Marino ai certificati rilasciati” dagli altri Paesi Ue, è riuscita a far desistere “l’integerrimo” dal suo arroccamento… Lo farà, c’è da giurarci, entro venerdì prossimo, giorno in cui l’accesso a ristoranti, eventi e attività al chiuso in tutta Italia sarà interdetto a chi non può presentare un green pass riconosciuto.
Ma il danno che il non riconoscimento del vaccino russo produce non è limitato alla libertà di spostamento dei cittadini sammarinesi. Anzi, il danno derivante da ciò è irrisorio, in termini economici, per l’Italia alle conseguenze della decisione italiana.
La prima -ma non sembra sia così, in tal caso sarebbe una discriminazione palese- è di carattere diplomatico fra Italia e Ungheria e Slovacchia. In questi due paesi, infatti, moltissimi cittadini sono stati vaccinati con il siero Sputnik V ma, a rigor di logica, anche loro, seppure cittadini Ue, non potranno entrare nei ristoranti o partecipare ad eventi se non con un tampone negativo. La logica, però, come ci ha insegnato la gestione delle restrizioni dei mesi scorsi, non sembra sempre propria della politica sanitaria italiana. Tanto che -sembra- al check del greenpass ungherese con l’app “VerificaC19” (quella usata per verificare l’autenticità dello stesso) apparirebbe la spunta verde… Ma tant’è, abbiamo chiesto chiarimenti alle relative ambasciate e attendiamo risposta ufficiale.
E neppure l’Unione Europea sembra capace di di far ragionare l’integerrimo Ministro. Nonostante la chiarezza della decisione pubblicata ieri in Gazzetta Ufficiale Ue: “Al fine di agevolare l’esercizio del diritto di libera circolazione all’interno dell’Unione, i certificati COVID-19 relativi alla vaccinazione, ai test e alla guarigione rilasciati da San Marino conformemente al sistema «smdcc» devono essere equiparati a quelli rilasciati in conformità del regolamento (UE) 2021/953”.

Ma il vaccino russo non è riconosciuto da Ema. Certo, ma è uno dei vaccini previsti da OMS per il progetto “Covax” che mira a vaccinare anche i cittadini dei paesi più martoriati. OMS vaccina, quindi, secondo il governo italiano, con un siero inefficace? Siamo all’assurdo… E non è la prima volta in politica sanitaria italiana anticovid.

Appurata, anche dall’italiano Spallanzani, la grande efficacia del vaccino russo in termini di protezione dal Covid, è logicamente inspiegabile la decisione italiana di non riconoscere i greenpass ai vaccinati extra-Ue con Sputnik V. Tanto che qualche giorno fa l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato ha evidenziato che “il mancato riconoscimento ai fini di avvenuta vaccinazione dello Sputnik è un danno al settore turistico italiano poiché viene meno il flusso proveniente dalla Federazione russa, che è stato sempre significativo per il nostro paese e anche per Roma Capitale”.
Sugli stessi toni la Coldiretti, secondo cui “il via libera al vaccino Sputnik V potrebbe riportare in Italia i 380mila turisti dalla Russia che prima della pandemia erano venuti in vacanza durante l’estate”…

Intanto, qualora il 6 agosto non si sia rislta la disputa (si resta convinti che verrà risolta), esistono a due passi dal Titano paesi, con montagne e mare, dove il greenpass sammarinese ha piena valenza. Basterà qualche ora di auto per arrivarci alla faccia della vicina riviera romagnola dove, peraltro, i prezzi rispetto la pre-pandemia sono talvolta anche raddoppiati.

Vorremmo andare in montagna, a Bormio o Canazei? Nello stesso tempo, mezz’ora in più, si raggiunge Kranjska Gora, in Slovenia; vogliamo andare al mare? A poche ore di traghetto ci no le stupende spiagge croate…

Enrico Lazzari