San Marino. Guerra e pace. Lista nera russa o lista nera EU: qual è il rischio minore? … di Alberto Forcellini

“A seguito dell’Odg approvato in Consiglio, il governo è al lavoro su due direttrici, 1) l’esame delle sanzioni Ue per la Federazione russa; 2) il tema dell’accoglienza dei profughi ucraini che fuggono dalle zone di guerra. Per entrambi i temi è stato adottato un decreto legge, venerdì scorso, nell’ambito del quale si è, da una parte, creata un’architettura normativa, senza ancora adottare le sanzioni, ma che lo rende possibile in linea generale. Sanzioni che saranno diverse da quelle su antiriciclaggio e antiterrorismo, ma che si poggiano su questo ambito e ne estende l’applicazione”. (Report Dire)

L’intervento del Segretario Luca Beccari in Commissione Esteri, riunita lunedì pomeriggio, scatena una marea di reazioni da parte di cittadini contrari alla perdita effettiva della neutralità sammarinese. Non si sta più parlando di neutralità attiva, come invece aveva detto lo stesso Beccari in Consiglio, ma di un vero e proprio allineamento di San Marino alle decisioni della UE. Che per la prima volta si trova veramente unita nei confronti dell’aggressione russa verso l’Ucraina. La reazione di Putin è stata altrettanto immediata: inserisce San Marino nella lista dei Paesi ostili, insieme a tutti gli altri paesi europei, Svizzera compresa, Usa, Australia, Giappone, eccetera. I commenti dei cittadini sul web sono trancianti: tutto sbagliato, incapaci, vergogna, ci siamo già dimenticati lo Sputnik?

Il vaccino russo indubbiamente è stato una salvezza, che San Marino ha ottenuto grazie ad una forte azione politico diplomatica. Lo ha pagato in denaro, ma anche con un’azione pubblicitaria mondiale. La quale però non ha smosso di un centimetro l’opinione dell’Ema e della UE, che non l’hanno mai approvato. Il calvario affrontato da San Marino per il riconoscimento del green pass, in mezzo alle critiche feroci e quotidiane dell’opposizione, non possiamo proprio dimenticarlo. È quella stessa opposizione che oggi accampa remore nei confronti della posizione assunta con voto unanime da parte del Consiglio.

Tra l’altro, la presunta neutralità eterna di San Marino è un mito da sfatare. È vero che l’ultima guerra combattuta è stata contro i Malatesta, nel 1462/63, a fianco di Federico da Montefeltro, Papa Pio II Piccolomini e Ferdinando d’Aragona re di Napoli. Una guerra guerreggiata e vinta, che portò al raddoppio del territorio sammarinese.

Più tardi San Marin ai schierò con Napoleone e con Garibaldi. Episodi passati alla storia. Nella Seconda Guerra Mondiale, più volte tentò di invocare la sua neutralità ricevendo a Palazzo sia i gerarchi nazisti, sia i generali inglesi. Ciò non impedì il bombardamento, da cui ricevette un risarcimento irrisorio dopo ben 17 anni.

Questo per dire che quando c’è una guerra alle porte di casa, è ben difficile stare a guardare alla finestra. C’è chi teme di non poter più fare gli affari con la Russia. Ma che affari? Visto che non c’è un accordo sulle doppie imposizioni fiscali, né un trattato per la protezione degli investimenti esteri, si può supporre che non siano affari del tutto legittimi e che comunque non andrebbero per niente d’accordo con il processo di associazione UE attualmente in corso. Eppure c’è sempre qualcuno che ci prova.

Non è neppure possibile una politica estera schizofrenica come quella del governo Adesso.sm che bussava contemporaneamente alle porte di Bruxelles e di Mosca, per rimanere comunque con le mosche in mano.

La diplomazia è una delle armi più potenti degli stati democratici, e questa non verrà mai a meno. Ma oggi bisogna guardare ad un’aggressione violenta e brutale nei confronti di un paese europeo, che potrebbe facilmente trasformarsi in una guerra mondiale o in una guerra nucleare. Per evitare questa possibilità, le uniche armi sono quelle diplomazia e delle sanzioni, cioè indebolire la Russia sul fronte economico finanziario. Non c’è una formula magica in grado di risolvere tutto.

Ci sono altri problemi generati dall’assurdità di questa guerra, come quello del gas e del petrolio, che sono schizzati a prezzi stellari. C’è il problema del grano e del mais. C’è il problema di aziende che chiudono perché non sono in grado di affrontare i costi energetici. Perfino i pescherecci sono fermi per sette giorni, causa rincaro gasolio. Ci saranno molte altre conseguenze da un conflitto che sta causando vittime innocenti, distruzioni a non finire e danni a tutti i paesi. Ci vogliamo formalizzare per una presunta neutralità che forse non è mai esistita davvero?

Invece, ci permettiamo di chiedere alla politica un linguaggio più chiaro e non l’arrampicarsi sugli specchi del solito politichese, tanto per darla ad intendere. I cittadini hanno il diritto di sapere quello che succede, specialmente quando c’è una guerra in corso.

Un domani, anche la Russia, se vuol campare, dovrà buttare la sua lista nera nel cestino. Nel frattempo, speriamo che tutto sia finito e che San Marino sia effettivamente nella UE e non in qualche black list di recente memoria.

a/f