Non c’è e non ci dovrebbe essere bisogno di spiegare a chi ci legge il motivo per cui scriviamo e le finalità perseguite dal giornale. Ai continui attacchi di questi anni abbiamo risposto con il nostro essere sempre dalla parte di chi è debole, di chi non ha voce, di chi è afflitto dalle ingiustizie. E lo abbiamo fatto grazie al sostegno dei nostri lettori che sono coloro che ci finanziano. Altri finanziamenti – a parte quelli pubblici che non sono molti e spettano a tutti i giornali – non ne sono arrivati. Rinnoviamo dunque il nostro ringraziamento ai lettori che ogni giorno ci confermano la propria fiducia e rispediamo al mittente il resto che tutto sommato non fa male se si tiene conto della sua provenienza. Ecco perché quando affrontiamo determinati temi non ci preoccupiamo che chi collabora con un giornale diverso dal nostro ci venga a fare la morale – da che pulpito poi! – accusandoci di essere paladini degli interessi di una certa bottega. A chi ci accusa rispondiamo che non permetteremo che ciò che è già accaduto una volta possa ripetersi ancora. Già, perché ci sono stati strateghi che ben poco democraticamente hanno assistito alla chiusura di un giornale (da chi è stata voluta lo hanno chiarito le carte giudiziarie) il più storico di San Marino, perché evidentemente si temeva che, fosse rimasto aperto, avrebbe denunciato e forse impedito che le azioni dissennate su Asset banca venissero portate avanti. Con la stessa tenacia Repubblica.sm rivendica con orgoglio di aver tenuto altissima l’attenzione su Banca di San Marino quando forse la stessa mano che aveva colpito Asset progettava per l’istituto un colpo di grazia simile. Le cose per fortuna sono andate diversamente e non stupisce che qualcuno ritenga questo giornale colpevole di aver rotto le uova nel paniere a chi certo non stava agendo per il bene del Paese. E’ davvero una brutta pagina quella che si è chiusa con la fine della scorsa legislatura. Ma perché il Paese riparta davvero è necessario porre riparo alle ingiustizie. Il che non significherà portare avanti interessi di parte ma tutelare l’interesse stesso del Paese che nel rispetto della legge vede la propria principale tutela. Basta dunque con i sedicenti sceriffi che scambiando San Marino per il far west se la prendono con questa o quell’attività chiudendone i battenti per favorirne un’altra. Questo è qualcosa di inaccettabile che purtroppo è accaduto ripercuotendosi su tutto il sistema che ne sta pagando salate conseguenze. Stendiamo invece un velo pietoso su un ex “segretario di stato” che ancora oggi da soldato semplice finito all’opposizione pretende di continuare a infierire sulla banca che per mano del suo governo (basti rileggerne i decreti) è stata chiusa illegittimamente. Perché prendersela così? Perché un tale accanimento? Ragioni che probabilmente verranno a galla presto. Tanto era sgangherato il piano che qualcuno ha tentato di portare avanti a San Marino, riuscendo a realizzarne solo alcune parti, lasciando il Paese in macerie. E allora è veramente impossibile dar torto al consigliere di Npr Gian Nicola Berti quando rispondendo a quell’ex segretario scrive: “Sì, la Banca rubata dai tuoi amici. L’omicidio d’impresa perfetto”! E ancora: “Dopo di voi serve difendere la giustizia. Che avete stuprato”.
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