San Marino. HyperSight, la radioterapia del futuro per rilanciare l’ISS e i suoi forzieri. Altro che il robot Da Vinci, milioni spesi per intervenire sulle emorroidi!  … di Enrico Lazzari

A volte, anche nella piccola Repubblica del “non si può”, capita che si presenti un’occasione vera. Una di quelle che, se non venisse affossata da burocrazia, attendismo e il classico “vediamo che fa l’Italia” o, peggio, “vedemo se se po’ magnacce quarcosa sopra”, potrebbe trasformarsi in un punto di svolta per la sanità pubblica, sia in termini di qualità delle cure fornite agli utenti interni che per dare un po’ di ossigeno alle casse ISS.

L’occasione si chiama HyperSight (leggi qui per conoscerlo nei dettagli). Un nome futuristico, è vero, ma dietro il nome c’è tecnologia concreta: uno strumento di ‘imaging’ ad altissima precisione che trasforma la radioterapia oncologica in un trattamento chirurgico non invasivo, senza bisturi e senza robot ad armeggiare sotto la pelle dei pazienti. In sistema innovativo che garantisce efficacia, meno effetti collaterali e un’enorme precisione nel colpire solo il tumore e non il paziente.

E la cosa più interessante? In Italia c’è un solo esemplare di HyperSight operativo. Uno. In tutto il Paese. E sta a Verona.
Se San Marino riuscisse a correre i 100 metri più veloce della tartaruga tricolore (alias la burocrazia sanitaria italiana), potrebbe davvero anticipare il sistema italiano per una volta, diventando un piccolo polo di eccellenza in grado di curare i propri cittadini con il meglio disponibile… E, magari, al tempo stesso, attirarne altri da fuori confine, portando anche un po’ di soldi – quelli veri – nelle casse pubbliche.

Ma è qui che inizia la parte difficile: resistere all’istinto tutto sammarinese di buttare via occasioni d’oro o, come è già successo con il famoso (o famigerato) robot Da Vinci, fare come la coda del gatto, che arriva sempre quando il micio è già passato.

Ricordate? Doveva essere il grimaldello che avrebbe spalancato le porte al “turismo sanitario” d’élite, attirando ricchi pazienti da mezzo mondo per farsi operare a San Marino. Avrebbe cambiato il volto della sanità sammarinese.
Invece oggi viene usato per operare ernie, emorroidi e foruncoli con la grazia tecnologica di un robot da 3 milioni di euro. Un’arma da guerra impiegata per tagliare la pizza surgelata.
Altro che entrate. Ha solo aumentato i costi per interventi che prima si facevano a mano e senza software da aggiornare o strumenti da sanificare in “oreficeria”.

Ma guai a criticarlo: il Da Vinci è il sacro totem del “faremo”, “diventeremo”, “costruiremo”. Peccato che, nel frattempo, non abbia portato un centesimo di ritorno economico, né un paziente “turistico” nemmeno a pagamento.

Ora, invece, c’è una chance concreta di fare meglio. Non servono miracoli, né rivoluzioni: solo decidere di fare le cose in fretta, prima degli altri. HyperSight può essere integrato subito con i macchinari di radioterapia esistenti (se compatibili), oppure valutato come parte di un aggiornamento serio, con obiettivi misurabili, pazienti reali e benefici tangibili.

Serve coraggio, visione. E anche un po’ di orgoglio di Stato: dimostrare che San Marino non è sempre il fanalino di coda, ma – ogni tanto – può fare da apripista. Soprattutto quando il resto d’Europa dorme. O compila moduli.

La palla è in mano alla politica. Ma occhio: se la passano al solito Comitato dei Dubbi Cronici, e questa finisce nel cassetto con la scritta “da valutare”, possiamo dire addio all’ennesima vera opportunità di fare della sanità pubblica un servizio d’eccellenza e una voce attiva del bilancio, non solo una spesa. E, questa volta, seppure – sembra – ancora sia pagato, nessuno potrà appioppare la responsabilità al “solito” Francesco Bevere.

Se si vorrà fare un investimento sensato, la strada ora appare tracciata… Se, invece, si vorrà continuare a definire innovativa la sanità sammarinese perchè si operano le emorroidi con un robot da tre milioni di euro, beh, forse allora è il caso di mettere in sala operatoria anche una musichetta d’ambiente, con un bell’impianto Bose all’ultimo grido! …Almeno in quel delicato frangente, mentre un aggeggio gli “armeggia” fra le chiappe, gli utenti sammarinesi non dovranno ascoltare la solita musica…

Enrico Lazzari