San Marino. I consigli di Gatti per rilanciare il Paese ???Governo, ecco pronta la ricetta: “Puntare su rifiuti, energia, Tlc, residenze, frontalieri e sanità qualificata”. L’intervista integrale di David Oddone

gabriele gattiTorna a parlare Gabriele Gatti e lo fa dalle pagine di Tribuna. Numerosi i temi trattati, tanto da lasciare intendere un rientro in campo del “leone” della politica, che giura tuttavia via di avere appeso ormai definitivamente gli “scarpini” al chiodo. Gatti, quale giudizio dà dell’attuale situazione politica e in particolare dell’esecutivo, alle prese con il rimpasto?
“Guardi, il rischio più grosso è quello di tornare ai vecchi balletti e rituali della politica, conditi da verifiche e proclami, ma senza poi addivenire a iniziative concrete. I partiti tradizionali sono in grave difficoltà, hanno perso credibilità e autorevolezza. Si parla di crisi, di elezioni, eppure non sento risposte al problema dell’occupazione o alla nascita di nuove imprese. Sinceramente non mi pare interessante sapere come finirà la verifica, ma come salvare San Marino dal baratro, anche alla luce del tracollo dei volumi di bilancio venuti meno in particolare negli ultimi sette o otto anni”.

Che cosa suggerisce lei?

“La politica dovrebbe chiedersi perché un imprenditore di fuori o anche un sammarinese dovrebbe investire in territorio. Bene essersi adeguati agli standard internazionali e puntare sulla trasparenza, ma ora bisogna sfruttare questa situazione. E’ necessaria meno burocrazia e leggi più semplici. Gli imprenditori guardano a tutto questo, alla certezza del diritto. E’ necessario inoltre avere una fiscalità più leggera. Naturalmente non dico che non si debbano pagare le tasse e favorire i furbetti, ma l’attrattiva fiscale rappresenta una grande opportunità non sfruttata”.

A proposito di opportunità, oggi il governo è alle prese con la Smac Card, nata per favorire i consumi interni e oggi utilizzata come strumento di controllo fiscale. Lei che ha assistito alla “nascita” della carta azzurra, che ne pensa?

“Penso che quello che sta facendo il governo con la Smac sia un grandissimo errore. La carta è nata proprio con l’idea di invogliare a fare acquisti in territorio e lasciare qui i soldi. Bisognava potenziarla in questo senso, anche perché ci sono altri strumenti per fare controlli fiscali. Mi rendo conto dell’emorragia di monofase dovuta alla moria di imprese, ma il problema non è solo quello di raccattare danaro da tutte le parti, piuttosto sarebbe auspicabile ampliare la base imponibile”.

Senta in concreto co- sa propone? Ha delle idee?

“Posso farle esempi di provvedimenti che potrebbero e dovrebbero essere immediatamente messi in campo. Noi spendiamo dei soldi per lo smaltimento di rifiuti, oggi ci sono delle possibilità in questo senso anche ricevendo aiuti comunitari. Non parlo di fumi o inceneritori, anche perché è chiaro che il fattore ambientale in un Paese come il nostro va tenuto in debita considerazione. Oggi sembra più facile portate fuori la nostra immondizia, ma quanto ci costa? E soprattutto, per quanto tempo l’Italia ci permetterà ancora di farlo? Penso poi all’acquisto diretto dell’energia: si devono creare le condizioni perché si possa rivenderla, creando un business interessante. C’è poi tutto il discorso legato alle telecomunicazioni che ha margini di sviluppo enormi e potrebbe portare il Titano ad avere anche un progetto integrato legato alla sicurezza con conseguente controllo del territorio, donandoci quella tranquillità che forse oggi ancora manca. Cito il comparto bancario e assicurativo dove va ampliato il discorso relativo alla reciprocità. Oggi che abbiamo tutte le carte in regola credo che tutto questo possa e debba essere possibile. Bisogna inoltre rivedere tutto il discorso delle residenze: non dobbiamo vergognarci di favorire in maniera chiara e trasparente la concessione di residenze a chi investe qui. C’è una forte crisi immobiliare, anche il provvedimento che avrebbe permesso ai non residenti di acquistare immobili è rimasto in un cassetto mentre avrebbe potuto dare ampio respiro alle nostre casse e al comparto. C’è il discorso del frontalierato che negli ultimi 20 anni ha portato un grosso contributo per lo sviluppo del Paese. Queste persone hanno contribuito al fondo pensioni, senza percepirle. Ora però molti dei frontalieri raggiungeranno l’età del pensionamento e si potrebbe ragionare sul fatto di concedere la residenza a chi ha lavorato per anni sul Titano, con determinati requisiti e sempre in un regime concessorio. Infine penso ad una sanità qualificata, ad alcuni poli di eccellenza che possano attirare utenze esterne, come cardiologia e la medicina estetica. Stiamo perdendo una serie di opportunità quando serve un cambio di passo immediato”.

Questo governo è in grado oppure no di rilanciare San Marino?

“Io credo che il governo e i vari partiti debbano avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. C’è una perdita di credibilità e fiducia nelle persone e nei partiti tradizionali. La Dc non fa eccezione. I movimenti sono più vivi e stando all’opposizione hanno gioco più facile. Sono riusciti a intercettare l’attenzione della gente. E la gente chiede una soluzione ai problemi, di sola austerity si muore. Si sta portando avanti una politica sbagliata”.

Lei saprebbe fare di meglio? Con tutti questi suggerimenti ha intenzione di rientrare nel “giro”?

“Dopo essere diventato Reggente ho concluso la mia esperienza politica. Sono convinto di questa decisione. Esprimo le mie opinioni solo come cittadino, ma non avrò più un ruolo politico e nemmeno lo cerco. Però come cittadino di questa Repubblica sono estremamente preoccupato”.

Nuove elezioni potrebbero rappresentare la fine dell’agonia?

“Se le dicessi che quello che sta facendo questo governo mi piace le direi una bugia clamorosa. Allo stesso tempo non riesco a pensare cosa potrebbero portare di nuovo le elezioni anticipate, anche perché mi pare che la politica in generale sia in netta difficoltà. Con la stessa franchezza le dico che le elezioni le vedo come una iattura in questo momento: non vedo forze nuove, soprattutto non vedo persone nuove capaci di incidere per davvero sul futuro della Repubblica. Il mio inguaribile ottimismo mi porta a sperare che i sessanta consiglieri si rendano conto velocemente dei rischi che corre il Paese con questo immobilismo”.

Come giudica il lavoro degli organi inquirenti?
“Il Tribunale rappresenta una garanzia per San Marino. Ha assunto un ruolo importante e credo che questo sia un elemento positivo anche nell’ottica di attrarre nuove aziende e nuovi investitori nella certezza del diritto. Non solo il Tribunale ma anche Banca Centrale e l’Aif sono organismi fondamentali e necessari in questa fase di cambiamento”.

David Oddone