I primi raggi di sole dopo un inverno molto asciutto ma molto freddo, le vacanze, le feste in famiglia, la gita fuori porta. Pasqua si avvicina, ma c’è sempre il Covid dietro l’angolo. Il virus sembra aver ripreso la sua attività, quanto dobbiamo preoccuparci?
Xe, si chiama così la nuova variante Covid oggi sotto i riflettori anche in Italia, un mix di Omicron 1 e Omicron 2. Sintomi, contagiosità, incubazione, durata: cosa sappiamo? Le prime stime indicano una maggiore contagiosità, come spiega l’Organizzazione mondiale della sanità, che parla di un possibile “vantaggio del tasso di crescita di circa il 10% rispetto a BA.2, ma questo dato richiede un’ulteriore conferma”.
Gli scienziati ci avevano avvertito: le varianti continueranno a selezionarsi e per questo dobbiamo stare attenti. Per evitare varianti bisognerebbe vaccinare il mondo intero, cosa che non si sta facendo e che probabilmente non si farà mai. Se poi alcuni Paesi come la Gran Bretagna fanno finta che sia finita, allora il mondo intero diventa il paradiso delle varianti. Se aggiungiamo il fatto che una persona con due dosi è come se non fosse vaccinata, il gioco è presto fatto. Il contagio dilaga.
Nel 1889 scoppiò a San Pietroburgo la famosa influenza russa. Provocava una polmonite severa che faceva morire gli anziani e le persone più fragili. Senza vaccini e senza farmaci, il virus rimase aggressivo per anni, ripresentandosi ad ondate. Poi si spense. La sua somiglianza con la Sars Cov 2 è impressionante, possiamo sperare che avrà lo stesso epilogo. Magari un po’ prima e con meno morti. Il fattore positivo infatti è che la popolazione italiana e sammarinese è quasi interamente vaccinata o infettata, quindi esiste un’immunità diffusa che ci consente di affrontare eventuali nuove mutazioni con una base protettiva che non avevamo nel 2020.
Inoltre, ormai è stato dimostrato che le nuove varianti sono sempre meno aggressive e tendono a localizzarsi generalmente nella parte alta delle vie respiratorie, risparmiando bronchi e polmoni. Infine, questione cruciale, oggi abbiamo non solo i vaccini, ma anche antivirali e anticorpi monoclonali.
Ma non per questo bisogna allentare la soglia di attenzione perché se i numeri crescono, inevitabilmente crescono anche i casi più gravi, quantunque in percentuali più basse che in passato. I dati più recenti di San Marino confermano questo concetto: con 300 e passa contagi attivi presenti ormai da settimane, con tendenza all’aumento, è ovvio che c’è sempre qualcuno che finisce in Ospedale e perfino in terapia intensiva.
Attenzione, attenzione, attenzione: mascherine nei luoghi chiusi, evitare gli assembramenti all’aperto, igiene delle mani.
Possono sembrare consigli superflui da parte delle autorità sanitarie, ma non lo sono. Anche perché questa sarà una Pasqua in viaggio. Oltre 14 milioni di turisti sono attesi in tutta Italia, non solo vacanzieri di prossimità ma anche stranieri. Predilette le località di mare e le città d’arte. Una boccata di ossigeno importante per un settore che ha sofferto più di ogni altro a causa della pandemia e che ora ha paura delle conseguenze della guerra, vedi il caro carburanti, il caro bollette e il rincaro di tutti i generi di prima necessità. Fattori negativi che frenano anche i programmi delle famiglie. È un po’ come fare lo slalom tra le paure e i problemi, ma è proprio in queste giornate che si aspetta il primo segnale di ripresa.
Sulla riviera adriatica è tutto pronto per accogliere i turisti, sempre facendo gli scongiuri a Giove Pluvio, a cui piace fare i dispetti. Anche a San Marino, da queste prossime festività, si attende un segnale importante per la prossima stagione estiva, con tutti i negozi aperti, ristoranti e alberghi ben frequentati.
Gli obblighi da osservare sono davvero pochi ormai ovunque, quasi inesistenti sul Titano. Però ormai abbiamo imparato a proteggerci, che poi significa proteggere anche gli altri. Soprattutto i nostri familiari ed amici. Facciamolo, perché altrimenti, dopo Pasqua, dovremo assistere ad un’altra ondata di contagi.
a/f