Pasquale Valentini (Dc): “La politica non è mettere tutti al tavolo senza che nessuno si prenda la responsabilità di nulla. Così facendo si apre la porta alla peggiore delle dittature. Chi difenderà chi non è a quel tavolo? Quei cittadini che hanno solo la possibilità di essere rappresentati da coloro che siedono in Consiglio, se il Consiglio non sarà al centro”?
Due visioni agli antipodi quelle sul bilancio e non poteva che essere così. Da un lato i lustrini, le fotografie, le presentazioni che Libera ha fatto alla stampa parlando di un tavolo istituzionale che avrebbe ottenuto un successo pieno e sarebbe sfociato nella bozza condivisa del bilancio. Dall’altro la severa bocciatura di Rf che al pari di Salomè vorrebbe prendersi la testa di coloro da cui è stata respinta. Nel mezzo l’analisi più lucida, meno strumentale, delle ex opposizioni. Così senza per forza tirare una riga su tutto il lavoro, è stato il consigliere della Dc Pasquale Valentini a svolgere un ragionamento che è andato al cuore del problema. “Ci sono sicuramente dietro al tavolo buone intenzioni – ha detto – ma le buone intenzioni non bastano. Se non si rispettano le condizioni della realtà si fanno dei danni grossi. Non è la prima volta che qualcuno interviene male creando danni. Al di là di risultati positivi che si possono ottenere, non si può pensare di stravolgere il metodo. Si è detto che ciò che andava assolutamente evitato era il male dell’esercizio provvisorio, emergenza che peraltro non era ancora scattata visto che il termine per la presentazione del bilancio è il 31 dicembre. Ci sta la giusta preoccupazione di fornire la prossima legislatura di un bilancio ma non ci sta il non tener conto di agire all’interno di un Consiglio sciolto. Non ci sta dire: quello che dovete fare nella prossima legislatura ve lo diciamo noi. Sarebbe come dire ai cittadini, non andate a votare, non conterà nulla il vostro voto. E’ impensabile voler legare le mani al prossimo governo. Ci sono arti- coli che vanno contro il mandato consiliare. Questo è più pericoloso dell’esercizio provvisorio. Se dobbiamo fare così ci conviene andare nell’esercizio provvisorio e salvare la democrazia. La politica non è mettere tutti al tavolo senza che nessuno si prenda la responsabilità di nulla. Così facendo si apre la porta alla peggiore delle dittature. Chi difenderà chi non è a quel tavolo? Quei cittadini che hanno solo la possibilità di essere rappresentati da coloro che siedono in Consiglio se il Consiglio non sarà al centro”?
E sempre Valentini ha messo in luce la grave anomalia di portare in Consiglio il progetto di legge senza che questo sia corredato, come la legge prevede, dalla relazione della commissione di controllo della finanza pubblica. Denso di peso specifico anche l’intervento del consigliere di Rete Roberto Ciavatta che ha ‘ammesso’ l’utilità del tavolo per avere offerto la possibilità di accedere ai dati sulla situazione del Paese. Un tavolo dove rivendica di aver portato come Rete un contributo fatto di proposte. “Lo stesso – ha fatto notare Ciavatta – non hanno fatto altre forze che sono quelle che considerano inadeguato il la- voro svolto. Rf non ha mai discusso nulla, salvo poi dire che non è d’accordo con il lavoro che è stato portato avanti”. Eppure Ciavatta non nasconde l’amarezza per una occasione sostanzialmente persa e un certo fastidio per il comunicato di Csu che di fatto rivendicando la paternità del bilancio è come se scrivesse ‘nessuno si azzardi a toccarlo’. Tanti i punti non condivisi come quello sull’anagrafica dei debitori che sarebbe stato scritto a prescindere da qualunque confronto con i professionisti e che dunque sarebbe addirittura incostituzionale
“Noi ci siamo attenuti alla responsabilità – ha detto – su un bilancio che è robetta al di là delle giaculatorie, è il miglior compromesso cui si sarebbe potuti arrivare. Da parte nostra c’è stata la volontà di tenere un atteggiamento di condivisione, sono inaccettabili le fughe in avanti. Quello che stiamo approvando è un bilancio che ha 28 milioni di deficit a inizio anno, figlio di una gestione che ha fatto male al paese. Noi abbiamo seppellito l’ascia di guerra per arriva- re a fare il possibile, ci sono troppe amnesie su questo punto”. La RepubblicaSM