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  • San Marino. “I magnifici tre” (l’editoriale di David Oddone)

    Spendo un paio di parole per commentare le recenti decisioni che riguardano i vertici apicali di importantissimi, direi fondamentali, organismi della Repubblica.

    Ovvero, quelli che regolano il potere giudiziario, quello economico e la sicurezza.

    Partiamo con la riconferma per il dottor Giovanni Canzio alla guida del Tribunale.

    Mi sento fortemente in imbarazzo a dover “giudicare” colui che nel lunghissimo curriculum ha ricoperto il ruolo di Primo Presidente della Corte di Cassazione.

    Mi limito solamente ad aggiungere che uno dei risultati che può vantare la maggioranza, partita con altissime aspettative non sempre mantenute, sia stato proprio il riuscire a portare sul Titano un personaggio di tale caratura, che ha saputo normalizzare il settore in un momento delicatissimo.

    Sia ben chiaro: ogni decisione in questo senso è autonoma prerogativa del Consiglio giudiziario, ma è evidente che è stata la politica a creare certe positive condizioni.

    Il fatto che Canzio resterà ancora qui, è inoltre un fiore all’occhiello da poter sbandierare di fronte agli organismi internazionali.

    Non solo: la transizione verso la Ue investirà naturalmente la Giustizia, dunque era indispensabile poter contare anche su di lui.

    Passo a Banca Centrale. Non è un mistero l’apprezzamento di chi scrive verso la Presidente Catia Tomasetti.

    Donna di altissima competenza, piaccia o meno il suo operato, non è mai giunta a compromessi, il che di questi tempi, è un valore aggiunto di non poco conto.

    Pure nel suo caso vale il ragionamento di cui sopra: ha saputo traghettare il massimo organismo di vigilanza in un fase burrascosa, donando nuovamente autorevolezza e prestigio ad un settore che vive di credibilità, stabilità e fiducia.

    Lo scrissi tempo addietro, lo ribadisco oggi: la resilienza con cui Bcsm ha affrontato le ultime sfide, sono uno specchio del carattere della Tomasetti.

    Chiudiamo la carrellata dei “magnifici tre” con il colonnello Maurizio Faraone.

    Ormai tantissimi anni fa, fui proprio io a dare per primo la notizia del suo arrivo in Repubblica, in qualità di Direttore di Interpol.

    Credo che gli anni passati sul Monte, i ruoli assunti con governi di qualsiasi colore, siano la migliore cartina di tornasole del lavoro svolto.

    Un gradimento unanime che vale più di tanti aggettivi, segno che l’abilità, e perché no, il silenzio e il contegno con cui viene svolto il proprio ruolo, sono fortunatamente ancora ritenuti meriti.

    Ho apprezzato molto il fatto che – da quello che mi risulta – parte delle opposizioni abbia contribuito alla definizione di tali riconferme. Segnale che quando c’è da fare il bene di San Marino, le scelte possono essere condivise. Ha prevalso il merito e non le logiche spartitorie, di partito o di opportunità.

    Mi piacerebbe tuttavia che tale modus operandi venisse utilizzato tutte le volte in cui si prendono decisioni che hanno un impatto diretto, forte, sul presente e sul futuro dei sammarinesi.

    Ogni riferimento al Des è puramente voluto. Come è possibile voler continuare a incedere a testa bassa senza coinvolgere le minoranze e con un occhio al futuro? Il fatto di essere ormai agli sgoccioli della legislatura, dovrebbe fare riflettere.

    Se poi qualcuno è comunque convinto dei propri numeri quando si arriverà alla prova del voto, è un altro paio di maniche.

    Mi permetto allora, per concludere, di ricordare come andò un paio di legislature fa. Dc all’opposizione, dando il La a quello che è passato e passerà alle cronache, come uno dei periodi più bui della storia recente dell’Antica Repubblica.

    Ebbene la storia è ciclica, gli errori del passato dovrebbero insegnare. Vedremo chi lo ha capito e chi invece no.

     

    David Oddone

    (La Serenissima)