“Ovviamente non posso escludere che io abbia scorto messaggi simili senza leggerli o nella mole di corrispondenza non abbia dato importanza a messaggi di questo genere. Personalmente non mi sento né di escludere né di confermare questa circostanza.
Vi sono state molteplici occasioni di confronto su questi temi con esponenti bancari. In particolare anche nel caso del dottor GRANDONI”.
L’andazzo non cambia, da governo e maggioranza si ostinano a raccontare ciò che più fa comodo. Così il segretario Zafferani “con la delega a facebook” (qualcuno lo chiama maliziosamente così) risponde a chi domanda conto delle azioni compiute su Asset che le responsabilità stanno tutte in capo a Bcsm.
“Inutile ribadire – scrive proprio su Facebook – che gli errori non li ha commessi il Governo ma la Banca Centrale di allora. Questa Banca Centrale e questo Commissario, per fortuna, stanno avendo un atteggiamento diverso. Come noto, questi organismi e autorità hanno per legge poteri autonomi, e li usano come ritengono più opportuno, pagandone le conseguenze legali se sbagliano”.
Incredibile che queste parole vengano dette a pochi giorni di distanza dalla bocciatura di un ordine del giorno presentato dall’opposizione affinché a chi ha sbagliato venissero tolte le manleve. L’ordine del giorno chiedeva poi l’immediata sostituzione dei membri del Ccr che sebbene continuino ad esimersi da qualunque responsabilità, avevano più voce in capitolo di quanto ora gli faccia comodo far credere. Il Ccr – giova ricordarlo- fa parte assieme a Bcsm del Comitato di Stabilità finanziaria, lo stesso al quale – l’ordinanza del giudice Morsiani lo evidenzia – fu per esempio sottoposta l’efficacia della delibera a comunicazione e presa d’atto perché la richiesta di finanziamento da parte di Cis a Bcsm vi incazzate con presidente e membri cda .. in particolare qui è stata deleteria la mazza”.
“E’ il caso di rimarcare – sottolinea l’ordinanza – che i documenti apparentemente riproduttivi di messaggi in questione sarebbero privi di qualsiasi valenza, dal punto di vista anche solo indiziario di circostanze indicate, non fosse che in parte essi sono stati riconosciuti come propri, da parte di alcuni dei presunti interlocutori. Per completezza, va detto invece che altri ne hanno risolutamente disconosciuto il contenuto. E’ utile qui indicare che, nell’ambito di accertamenti condotti in separata istruttoria, sono emersi infatti elementi oggettivi in sé rilevanti anche per contestualizzare i fatti qui in esame.
E’ stato dichiarato infatti in riferimento ai contenuti in parola: “ .. tentai di ricostruire le circostanze per valutare se le stampe riproducessero messaggi a me effettivamente noti. Nel cellulare non li ho mai trovati. Ovviamente non posso escludere che io abbia scorto messaggi simili senza leggerli o nella mole di corrispondenza non abbia dato importanza a messaggi di questo genere. (.) Non posso dire di avere certezze in mancanza di riscontri precisi. (.) se io possa indicare il possibile interlocutore (.) mi limito a ricordare che analoghi messaggi pubblicati sul profilo di tale “Anonymous” furono ricondotti ad invii attribuiti al dottor Marino GRANDONI. Personalmente non mi sento né di escludere né di confermare questa circostanza. Vi sono state molteplici occasioni di confronto su questi temi con esponenti bancari. In particolare anche nel caso del dottor GRANDONI (…). Le indagini – come spiega il procedimento penale 500/17 – proseguono sulla base di ulteriori spunti investigativi ma c’è evidentemente un doppio binario per cui sarebbe quantomeno dignitoso che chi ha gravi responsabilità politiche le assumesse su di sé dando la possibilità al Paese di ripartire senza più zavorre.
La RepubblicaSM