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Una vita nelle pieghe della politica sammarinese che ormai ha lasciato da anni, ma che non ha smesso di amare.
Ma quell’idea lanciata dal segretario di Stato al Turismo, Teodoro Lonfernini di un premier a San Marino proprio non la digerisce. «Si perderebbe la necessità – spiega – di un confronto continuo e la partecipazione dei cittadini. Certamente non si può negare l’uso criminale che è stato fatto della rappresentanza, soprattutto negli ultimi anni, ma questo non può portare a ‘buttare via il bambino con le acque’.
Attraverso le associazioni si dovrebbe valorizzare la partecipazione. ‘L’uomo solo al potere’ sarebbe davvero un flagello per San Marino».
Dal punto di vista della politica la piccola Repubblica non sta attraversando uno dei suoi momenti migliori. «In questa situazione non ci ha cacciato nessuno. Abbiamo fatto tutto da soli più per mancanza di cultura dello Stato che per brama di potere. Non abbiamo saputo sfruttare il nostro potenziale umano. E ora non abbiamo possibilità di battere la crisi con le forze interne. A forza di volere tutto facile non abbiamo più niente». Fausta Morganti non ha parole dolci per gli ex ‘colleghi’ che siedono in Consiglio. «I politici – dice – sono unicamente occupati a stare o andare al governo, con poche idee, molti problemi di compiacersi a vicenda e con una cultura istituzionale sempre più scarsa e misera. Il Consiglio dovrebbe essere l’ultima tappa di un percorso politico. Chi ha responsabilità deve quanto meno studiare e informarsi». Gli ultimi passi della politica hanno lasciato perplessa l’ex segretario di Stato.
«I recenti tentativi di modificare dall’interno della politica attiva lo stato delle cose, in settori vitali come la Pubblica Amministrazione, le incentivazioni finanziarie, il potere del governo, ci hanno restituito un Paese più autoritario, più clientelare, lasciando ai cittadini i resti del pranzo fatto a spese di tutti».
Il Resto del Carlino