San Marino. I progetti di sviluppo e i fantasmi del passato … di Giulio Rossetti

Impresa, Sviluppo, Fiscalità, Attrattività e Reputazione. Sono i cinque pilastri che il Segretario all’Industria Righi e Nomisma hanno messo in evidenza sabato 30 gennaio nel corso della presentazione di “San Marino 2030”. Ma non sono gli stessi indicati nel programma di governo? Non sono gli stessi emersi la settimana prima, sempre al Kursaal, durante un incontro di maggioranza? Che bisogno c’era di fare una convenzione con Nomisma, che non lavora certamente gratis?

Nomisma vuol dire Prodi, influente politico italiano, con forti legami a San Marino. Da alcune cronache giudiziarie di un recente passato emergono personaggi legati a Prodi tramite una misteriosa istituzione di San Marino, la Tèresys foundation, osservatorio internazionale per le politiche giuridiche, economiche e fiscali, nata nel 2003 e realizzata da alcuni degli uomini più vicini all’ex premier. Tra i fondatori della Fondazione: Piero Scarpellini e i sammarinesi Claudia Mularoni e Antonio Valentini. Scarpellini, classe 1950, con Romano premier è stato dal 2006 al 2008 consulente non pagato dell’ufficio del consigliere diplomatico della Presidenza del Consiglio per i Paesi africani.

Nel fascicolo della famosa inchiesta di Luigi De Magistris conosciuta con il nome “Why not”, che tra le altre cose era “a caccia di massoni e affari a San Marino”, finì pure una foto di Prodi e Scarpellini sotto la tenda di Gheddafi. Nel 2014 Tèresys venne chiusa, ma questo non significò la fine delle relazioni di Prodi e dei suoi uomini con dittature o governi. Nello stesso fascicolo si parla anche degli interessi di Prodi sul Titano, a cominciare dal ruolo rivestito in Pragmata; società fondata da ex soci di Nomisma: la creatura bolognese voluta da Prodi. Insomma, il filo rosso è abbastanza ben delineato: Prodi, Pragmata, Tèresys, Nomisma.

Quello che non compare nelle cronache giornalistiche italiane è il legame molto stretto sempre avuto da Prodi con alcuni personaggi sammarinesi mai scomparsi dalle cronache, come Gabriele Gatti.

Il SDS Fabio Righi non è certo uno sprovveduto, sicuramente conosce queste storie, forse anche più approfonditamente dei giornali, e allora perché rispolverare certi fantasmi del passato?

g/r