San Marino. I “puntini”, le ”ombre” su RF diventano verità giuridiche anche ingiustificabili che pretendono risposte, cambi al vertice… E dimissioni dal Consiglio di Nicola Renzi! … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

 I “puntini”, le ”ombre” su RF diventano verità giuridiche anche ingiustificabili che pretendono risposte, cambi al vertice… E dimissioni dal Consiglio di Nicola Renzi!

Abbiamo già analizzato, evidenziato e approfondito i contenuti di alto impatto politico scritti nero su bianco, come concreta verità giuridica, dal Giudice Adriano Saldarelli nelle 94 pagine delle motivazioni della sentenza di condanna di primo grado del Commissario della Legge Alberto Buriani (abuso di autorità, tentata concussione ai danni della Presidente di Bcsm, violazione del segreto d’ufficio) e dell’ex Segretario di Stato del governo AdessoSm Simone Celli (tentata concussione ai danni della Presidente Bcsm).

Sotto gli approfondimenti precedenti:

San Marino. Sentenza shock: da Buriani e Celli azioni criminali contro la Presidente Bcsm per “favorire il gruppo Grandoni”. E RF arrivò a toglierle la fiducia…

San Marino. Sentenza shock: Nicola Renzi poteva evitare alla Presidente Bcsm mesi di “graticola rovente”, di pressioni finalizzate a “favorire il gruppo Grandoni”… Ma non lo fece!

La “Sentenza-Saldarelli”, quindi, se dal punto di vista penale si abbatte sui due imputati, Buriani e Celli, sul fronte delle anche gravi responsabilità politiche sancisce una chiara condanna -non penale né in termine di reati, s’intende- della linea perseguita da Repubblica Futura ai tempi in cui guidava il governo AdessoSm. Nell’atto giudiziario, infatti, a più riprese si evidenzia il “clima di forte ostilità manifestato nei confronti della Presidente (di Bcsm, Catia Tomasetti; ndr) dalla componente governativa di Repubblica Futura (che era composta da Nicola Renzi e Marco Podeschi; ndr)”.

Ricordiamo che, in quel periodo, la Tomasetti era una sorta di “nemico n.1” per -come definito dal Giudice Saldarelli– il “gruppo-Grandoni”, tanto che le azioni contro la Presidente di Bcsm, riconosciute criminali e addebitate al Commissario Buriani e all’ex Segretario di Stato Celli, sono state indicate nelle motivazioni della condanna di primo grado come tese a “favorire il gruppo-Grandoni.

Marino Grandoni

Quindi -e oggi lo conferma una sentenza giudiziaria, non più solo i tanti “puntini” che ho fissato nel tempo- osteggiare, attaccare, mettere in difficoltà la Tomasetti è stata riconosciuta da un Giudice come una azione tesa -forse inconsapevolmente sul fronte politico- a “favorire il gruppo-Grandoni”. E se ciò, per Buriani e Celli è stato individuato come reato, sul fronte politico -per quanto dato a sapere fino ad ora- è solo una responsabilità -seppure pesantissima visto l’enorme danno procurato dalla “Cricca” al Paese e ai cittadini- politica.

E, a dire il vero, anche nell’azione attuale, Repubblica Futura si caratterizza per una linea politica assai ostile alla Presidente e all’assetto di Bcsm. L’elenco di azioni condotte anche recentemente contro la Tomasetti e Banca Centrale nel suo complesso può essere lunghissimo. Ben inteso, ogni posizione politica è, in quanto tale -salvo diverse eventuali interpretazioni degli organismi giudiziari-, pienamente legittima… Sono politicamente legittime le recenti e polemiche dimissioni dal Cda di Bcsm di Antonella Mularoni; sono politicamente legittime le quattro “facciate” di attacco preelettorale alla Tomasetti portate dalle pagine de L’Informazione; è politicamente legittima “la forte ostilità nei confronti della Presidente” o l’essere “fortemente critico verso l’operato” della stessa Presidente, condizione più volte citata nella “Sentenza-Saldarelli”; è politicamente legittima la non rinnovata fiducia alla Tomasetti del 5 aprile 2019, investita dall’indagine di Buriani e, nonostante ciò, capace di ottenere la rinnovata fiducia da tutte le altre forze politiche…

E quest’ultima azione (la non rinnovata fiducia al Presidente Bcsm), a mio parere, appare davvero poco comprensibile, anche politicamente, alla luce di quanto sancito nelle motivazioni della sentenza di primo grado. Per un motivo semplicissimo: secondo la verità giuridica accertata ed evidenziata dal Giudice, il politico in quel momento più rappresentativo di Repubblica Futura, Nicola Renzi, Segretario di Stato agli Esteri e alla Giustizia, doveva o poteva sapere benissimo che la consulenza che Bcsm aveva conferito all’On.Gozi era concreta e l’incarico in essa previsto era svolto dal beneficiario, quindi che -recita la sentenza- l’indagine era basata su una “originaria infondatezza e pretestuosità delle imputazioni.

Quindi, se Renzi doveva o poteva sapere che le accuse ipotizzate in fase istruttoria dal Commissario Buriani erano “farlocche”, perchè il suo partito, Repubblica Futura, il 5 aprile 2019 -quando la Tomasetti era un ostacolo insormontabile al buon fine dell’operazione di acquisto delle quote di Banca Cis da parte del gruppo Steratos, perchè l’acquirente era privo dei requisiti necessari-, al contrario di tutti gli altri partiti, non rinnovò la fiducia alla stessa Tomasetti, adottando quindi una linea politica finalizzata alle sue dimissioni o alla sua rimozione?

Nicola Renzi

E questa, fra tutte le domande poste nel tempo a RF e a Nicola Renzi, è forse la più scomoda per i “nipotini” di Alleanza Popolare… Ma, al tempo stesso, è una domanda che, anche se restasse -come capitato quasi sempre fino ad ora per tante altre- senza risposta da parte di Repubblica Futura, avrebbe, nonostante non lo sia, il peso di una affermazione e non di una domanda…

Del resto, come ricorda la sentenza, l’On Gozi invitò Renzi a rilasciare al giudice inquirente una deposizione spontanea. “Sentito al dibattimento all’udienza del 01.03.2023 -scrive Saldarelli- Sandro Gozi ha, infatti, ricordato: Ne parlai con Nicola Renzi. Sì, ma infatti ne parlai con Nicola Renzi al telefono, da Parigi, e gli dissi ma tu sai benissimo il lavoro che ho fatto, abbiamo fatto insieme per l’accordo negoziale, si parla di un contratto fittizio insomma, coi commissari, coi direttori generali, coi negoziatori, coi colleghi di Monaco, i colleghi di Andorra, le preparazioni dei negoziati. Seguire negoziati l’abbiamo fatto insieme, quindi, sarebbe molto facile per te spontaneamente depositare una dichiarazione. (…) Spiega il lavoro che ho fatto da consulente per questo Accordo di Associazione”.
Non ebbi -ricordò Gozi sotto giuramento- una risposta chiara. Quando lo chiesi, che io sappia questa deposizione, questa comunicazione ufficiale che io auspicavo, che io sappia non è stata fatta”.

Sia Buriani che Renziconclude la sentenzahanno riferito in dibattimento che l’incombente non si tenne…”. Cioè, che il Commissario Buriani non raccolse mai la deposizione spontanea di Renzi. “…Gozi era arrabbiato con Nicola Renzi -spiegava Catia Tomasetti, sempre sotto giuramento e ritenuta attendibile dal Giudice- con cui lui lavorava gomito a gomito per l’Accordo Europeo e che avrebbe potuto, presentandosi spontaneamente, far subito chiudere il processo (l’indagine; ndr) e dire guardate che io lavoro gomito a gomito con Gozi”.

 

Un altra risposta che i sammarinesi meriterebbero da Repubblica Futura, specie oggi che alcuni “snobbabili puntini” sono diventati verità giuridiche, è sul perchè -faccio riferimento testualmente sempre a quanto scritto nelle motivazioni della sentenza- Celli disse alla Tomasetti “che secondo lui si fidava delle persone sbagliate e che avrebbe dovuto avvicinarsi di più a Nicola Renzi e Mario Venturini”. Di quella stessa RF che -si ricordi- che in un momento delicatissimo per il futuro di Banca CIS, fu l’unico partito a non rinnovare la fiducia alla “nemica n.1” del “gruppo Grandoni.

Arriveranno, questa volta, delle risposte? Non so… Spero di sì. La palese responsabilità politica di Repubblica Futura, soprattutto di Nicola Renzi la cui non determinazione nel rilasciare una dichiarazione spontanea lasciò il vertice di Banca Centrale sulla “graticola” per mesi, esposta a pressioni e tentativi di concussione che potevano essere altrimenti evitati, unita ad altre azioni e ad una linea politica “ostile” verso colei che ha contribuito in maniera determinante a spodestare la “Cricca” -oggi a processo anche per merito di esposti fatti da Bcsm durante la Presidenza Tomasetti- dai posti di potere che aveva occupato.

Ma le risposte, e mi riferisco a Nicola Renzi, potrebbero non bastare… Alla luce di quanto visto, letto e dedotto leggendo attentamente le motivazioni della “Sentenza-Saldarelli” (okay, non definitiva, sempre sentenza è), la responsabilità di Renzi appare -almeno a mio parere- pesantissima e, da sola, capace di pretendere il ritiro dello stesso dalla vita politica attiva… Unitamente ad un profondo rinnovamento dell’intera classe dirigente del suo partito.

Enrico Lazzari