I giornalisti che appaiono nei salotti televisivi o che si collegano dai salotti di casa loro sono d’accordo su nulla, salvo che su una sola cosa: l’Italia di
Draghi non conta nulla.
Perché Draghi non telefona a Putin per dirgli di smetterla? Perché?
Così anche gli “intellettuali” dello stesso circo degli stessi giornalisti, delle stesse trasmissioni televisive. Perché?
E perché Draghi non azzera tutte le dinamiche di mercato globale azzerando tutti gli aumenti di prezzo? Perché?
Da Senaldi a Travaglio, sotto lo sguardo severo di una Gruber o sotto, molto sotto, il sorrisino imbecille di un Floris, sono tutti d’accordo, si Putin ha le sue colpe, si facciamo le sanzioni, ma le paghiamo noi soprattutto. Però!
E Draghi che fa?
Sallusti è sinceramente spaventato dal disagio sociale che la guerra sta procurando agli italiani. Minchia! E Draghi che fa?
Si va bene, li, in Ucraina, muoiono, ma in Italia, Draghi che fa se dovessimo abbassare a 20 gradi la temperatura del salotti dai quali i giornalisti devono collegarsi con Giletti, con il loro nuovo libro ben in vista alle spalle.
Che fa?
La politica non conta nulla, l’Europa non conta nulla, l’Italia di Draghi non conta nulla.
Ormai il coro è unanime.
È la nuova pastura dove i giornalisti e gli “intellettuali” italiani mangiano, si ingrassano, producono libri, partecipazioni televisive ben pagate, dai salotti da riscaldare.
Ora, ora, se ci fossero giornalisti veri, come i foto reporter ragazzini, prima sconosciuti, con i quali i Tg nazionali si collegano dalle città ucraine, perché quelli noti sono scappati, si dovrebbe dire una cosa semplice, semplice, non è l’Italia di Draghi che non conta, no, l’Italia non conta nonostante Draghi.
Cioè, la situazione è molto più grave.
Loro possono creare, come fanno da trent’anni, un nuovo capro espiatorio, possono continuare a demolire tutto, come hanno fatto negli ultimi trent’anni, possono far salire ancora la fanghiglia del loro chiacchiericcio, ma fatto fuori Draghi sarà ancora peggio.
Come è stato peggio dopo quando hanno bruciato vivo Craxi nella pubblica piazza, dannandolo nella memoria.
L’Italia di Craxi andava a spiegare a Londra perché l’Economia italiana aveva superato quella inglese, andava a spiegare al Congresso americano come risolvere la dittatura di Pinochet, imponeva alla Thacther il cammino europeo, governava il Mediterraneo.
Come è stato peggio quando hanno travolto Andreotti, che governava le relazioni di mezzo mondo, per l’Italia e per il Papa di Roma e con il
quale Kissinger si consultava alla pari.
Se adesso abbiamo Di Maio, se abbiamo questa Italia qui, se non ci sono più i Craxi e gli Andreotti, beh, i giornalisti e gli “intellettuali” italiani si guardino allo specchio del loro salotto.
Sergio Pizzolante