I sindacati del pubblico impiego subiscono un altro scacco.
Da martedi prossimo saranno le controparti a scegliere se e chi potrà partecipare alle trattative.
Ad un occhio poco attento potrebbe sembrare una questione di poco conto il fatto che, martedi prossimo, i sindacati del pubblico impiego non potranno partecipare con una propria delegazione alla commissione paritetica del settore scuola, una commissione che si tiene ogni anno per approvare i piani cattedra le assegnazioni ai plessi, le eventuali chiusure e/o accorpamenti di classi.
Da quando ho memoria sindacale, ad ogni incontro con le controparti il sindacato porta alcuni propri rappresentanti a presenziare alle trattative; una cosa che accade ad ogni latitudine per alcuni motivi molto semplici.
Innanzitutto il sindacato è una organizzazione DEI LAVORATORI composta DAI LAVORATORI, sono dunque organizzazioni che in ogni momento della vita sindacale si avvalgono dei propri iscritti nei vari settori per elaborare i propri documenti, le proprie linee di azione; è implicito quindi che essi partecipino a tutte le fasi delle trattative, cosa peraltro che fino ad oggi non è mai stata messa in discussione.
Un altro aspetto è quello della trasparenza, dove presenziare alla trattativa diventa una garanzia sia per i lavoratori che per i dirigenti sindacali, a testimonianza che si è giocato pulito, correttamente, senza inciuci.
Cosa ancora più importante è che i sindacati sono (o dovrebbero) essere delle organizzazioni democratiche; purtroppo nel sindacato vi è qualcuno che scambia la democrazia con il voto. Ebbene, il voto senza partecipazione è niente, senza informazione il più possibile completa, senza discussione, il voto somiglia al plebiscito, non sto qui a scomodare facili immagini storiche ma le decisioni che riguardano tutto il mondo del lavoro non possono essere prese da 4 persone.
La decisione di non portare delegazioni alle trattative è una misura che riduce la partecipazione laddove il sindacato ha la necessità, per vivere, di aumentarla. Eppure il fallimento degli ultimi due scioperi generali dovrebbe aver insegnato che è necessario recuperare visibilità, condivisione, pena un sindacato che vive (economicamente bene) solo grazie alle convenzioni che garantiscono qualche sconto agli iscritti, più che un sindacato una associazione di consumatori.
Da martedi prossimo, ogni volta che le controparti accamperanno una scusa pretestuosa per non far partecipare i lavoratori alle trattative la democrazia sarà a rischio,i lavoratori saranno sempre più lontani dalla vita sindacale, estranei alla realizzazione del proprio destino.
Dopo un contratto di settore che ha visto rinunciare al recupero dell’ inflazione, a 10 anni di arretrati, e a diritti normativi per i quali si era lottato per anni(una misura su tutte la introduzione di una flessibilità fino a 44 ore settimanali con buona pace di chi ha o vorrebbe costruirsi una famiglia) è un’altra pagina nera nella rappresentanza sindacale.
Non stupisce che, in questo contesto, tante persone ricerchino la trattativa privata con il Segretario di turno.
Alessio Muccioli