Dopo la bufera sulla Commissione Giustizia, in Consiglio grande e generale si accende il dibattito sulla Legge di Bilancio 2018. Un altro argomento decisamente spinoso per la Repubblica. Ad illustrarla in Aula è il segretario di Stato alle Finanze, Simone Celli, che ne tratteggia i contenuti principali. Il progetto di legge in prima lettura prevede un disavanzo di amministrazione di circa 6,2 milioni di euro. Ma «per raggiungere l’obiettivo di avvicinarsi il più possibile al pareggio di bilancio nell’esercizio finanziario 2018 – spiega il segretario di Stato – si è deciso di perseguire una politica di bilancio che riesca concretamente a coniugare rigore, crescita e giustizia sociale». Tra prima e seconda lettura del progetto «la segreteria di Stato alle Finanze – assicura Celli – continuerà a lavorare per ridurre ulteriormente il disavanzo di amministrazione» in tal senso «si attendono gli esiti dell’attività condotta dal gruppo tecnico per la spending review che saranno oggetto di una apposita relazione che verrà presentata al governo entro il 30 novembre». In ogni caso, la riduzione della spesa pubblica «non dovrà intaccare la qualità dei servizi erogati dai due pilastri del nostro welfare state, scuola e sanità», promette il segretario di Stato che ricorda a riguardo come lo stanziamento destinato all’Iss preveda un amentorispetto al 2017 di 1,4 milioni di euro.
Nella relazione introduttiva, Celli esprime inoltre l’impegno a perseguire due riforme importanti anche per l’incidenza sul bilancio: «Il 2018 dovrà essere l’anno di due atti legislativi fondamentali – sostiene infatti – la riforma del sistema previdenziale e la revisione del regime di imposizione indiretta». Affronta quindi il passaggio sull’imposta straordinaria sui patrimoni, assicurando che con il relativo Decreto delegato «si andranno a individuare aliquote particolarmente leggere, franchigie sostanziose e fasce di esenzione importanti».
Conclude quindi definendo la proposta di bilancio previsionale «una base di partenza ragionevole» per poter preservare la sostenibilità finanziaria del bilancio dello Stato. Si apre poi un partecipato dibattito consiliare con gli interventi critici dell’opposizione che puntano il dito contro l’incremento della pressione fiscale, la debolezza delle politiche per lo sviluppo e gli ulteriori tagli alla spesa pubblica. Diverso naturalmente il tenore degli interventi dei consiglieri di maggioranza, ma non mancano esortazioni a migliorare il provvedimento tra prima e seconda lettura, in particolare sul fronte degli interventi per lo sviluppo. Il Resto del Carlino