San Marino. I turismi del camminare, o camminare nel turismo: anche sul Titano nascono nuovi sentieri … di Alberto Forcellini

Camminare lungo sentieri meno noti per scoprire le tante bellezze delle montagne, delle vallate, del greto dei fiumi, dei boschi, delle spiagge ancora selvagge (molto poche), delle campagne. Insomma di tutti quei luoghi dove non immagineresti mai una qualche forma di turismo. E invece, l’escursionismo di massa è stato uno degli effetti post pandemici più eclatanti proprio perché è uno sport all’aria aperta, rispetta le distanze di sicurezza, costa nulla o quasi, è adatto a tutti e non ha controindicazioni.

Non c’è paese, città, borgo, che non sia andato alla ricerca di nuovi sentieri all’interno del suo territorio. Sul sito del CAI (Club Alpino Italiano) si può reperire un documento che ne illustra di bellissimi, in tutte le Regioni, con le caratteristiche tecniche utili al viaggiatore. Una sorta di Bignami dell’Italia attraversata da una fitta rete di cammini, non solo religiosi ma anche culturali, storici, naturalistici e spirituali, la cui lunghezza è stimata intorno ai settemila chilometri. Questa stima è però approssimativa, poiché molti di più sono i chilometri costituiti da percorsi che non sono ancora stati valorizzati e quindi risultano sconosciuti.

Quando si decide di fare un’escursione, non si va allo sbaraglio ma, preventivamente, tutti dedicano un po’ di tempo allo studio del percorso, la lunghezza, le difficoltà, le cose da vedere. Tanto meno conosciuta sarà l’area in cui si pensa di andare, tanto più accurata sarà la ricerca e farà riferimento ai passaggi appena descritti. C’è il turismo a piedi “fai da te”, ma nella maggioranza dei casi ci si affida ad una guida, oppure ci si aggrega ad uno dei mille gruppi di escursionisti che ormai ci sono dovunque.

Turismi del camminare è il termine che coglie la complessità e le potenzialità di un sistema di offerta. Il turismo moderno si presenta dunque come un comparto industriale che opera nella produzione di esperienze ed emozioni ed è in questo comparto che si registra la maggiore crescita delle modalità turistiche che propongono il contatto con la natura, le forme di mobilità “dolci”, a basso impatto ambientale, la riscoperta dei valori delle aree minori, la crescita della persona attraverso esperienze di natura spirituale e religiosa, il recupero della forma fisica attraverso pratiche outdoor non agonistiche.

Siamo di fronte ad una “galassia di turisti di nicchia” che declinano e si rivolgono ad offerte specializzate di nuovi bisogni espressi da una domanda che vuole uscire dagli schemi del turismo di massa. È in questo scenario che si collocano “i turismi del camminare” dove la rete di imprese che ne costituiscono l’offerta possono creare un paniere molto variegato di prodotti in cui il camminare sarà l’aspetto centrale e motivante, ma anche un’attività accessoria, comunque sempre molto apprezzata.

Se è vero che il “turismo riparte” è anche vero che in gran parte lo fa a piedi. Anche San Marino si è accorto di questo fenomeno sociale in forte espansione grazie a gruppi, associazioni locali e guide autorizzate presenti in territorio. Soggetti che hanno scoperto nuovi sentieri, che hanno valorizzato quelli esistenti, che hanno contribuito a conoscere e a promuovere gli angoli più nascosti. Camminano le famiglie. Camminano le scuole. Camminano gli anziani: è davvero incredibile il numero delle persone che percorrono i sentieri sammarinesi. Questa novità ha fatto sì che l’out door sia stato incluso in ambito turistico e che, come ormai succede ovunque, sia divenuto uno dei motivi per cui si sceglie una destinazione. In altre parole: i cammini sono diventati degli attrattori turistici a tutti gli effetti e il turista che ama camminare è diventato un target a cui rivolgersi.

Le prossime sfide potrebbero riguardare l’integrazione dei sentieri sammarinesi con quelli del circondario per aggiungere ulteriori attrattive a quelle naturalistiche. C’è il percorso di San Francesco, quello di San Vicinio, il percorso di Garibaldi, le terrazze di Piero della Francesca e i disegni di Leonardo: rotte che si possono connettere con il “Cammino del Titano”, 43 chilometri di pura bellezza e di immensa fatica. Sempre tenendo presente comunque che, come scriveva Marcel Proust: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.

a/f