E’ stato ieri l’ultimo giorno di un’altra azienda sammarinese che ha purtroppo dovuto chiudere i battenti. Sono così rimasti senza lavoro otto dipendenti tra italiani e sammarinesi tutti tra i 25 e i 45 anni. L’azienda che gli dava lavoro e gli garantiva di conseguenza uno stipendio e la possibilità di pagare mutui e bollette si occupava di web e comunicazione ed era sul mercato ormai da parecchi anni. Il titolare ha deciso di chiudere per motivi ovviamente legati alla crisi ma soprattutto per l’aumento delle tasse che in quest’ultimo anno sarebbe divenuto a suo dire insostenibile. Disperati i dipendenti tra cui anche mamme che ora si domandano inevitabilmente quale sarà il destino della propria famiglia. L’incertezza sembra infatti far parte del cambiamento di San Marino che fino a poco tempo fa offriva punti di riferimento importanti come la tutela dei posti di lavoro. Abbiamo sentito un commercialista – che preferisce non apparire per paura di ritorsioni – , che ha parlato di un quadro piuttosto desolante e di prospettive che a suo avviso non sarebbero rosee. “Non mi stupisce che le aziende chiudano, i miei clienti sono molto avviliti, ogni mese gli chiedo di pagare qualcosa ed effettivamente anche noi facciamo fatica a star dietro a tutti i nuovi impegni che spuntano come funghi dalle varie leggi. Pensavo ad esempio che lo scorso anno sarebbe stato l’ultimo per la minimum tax visto che così era stato più volte annunciato. Poi invece è stata di nuovo inserita nella finanziaria. Inoltre devo dire che gli aumenti arrivano anche da leggi che non ti aspetteresti riguardassero il tuo settore. Parlo in questo caso dell’aliquota sui beni strumentali che fino a qualche tempo fa era al 7% e che poi in una legge sulla tutela per l’ambiente è stata portata all’8% per tutti fatti salvi gli autoveicoli a idrogeno. Non esagero se dico che pare di essere in una giungla”. Chi può prova a resistere, agli altri non resta che tentare strade alternative che portano purtroppo fuori San Marino. (o.m.)
