San Marino. Il 2023 sarà l’anno della svolta o delle elezioni? (di David Oddone)

Un altro anno va in archivio. Diamo il benvenuto al 2023. Siamo abituati ormai da troppo a sperare nel futuro, a causa di un presente sempre più difficile.
Prima il Covid, poi la guerra. Continuamente costretti a rincorrere la speranza di un periodo migliore.

Fra rincari, bollette e disgrazie varie, il faro è o dovrebbe essere la politica.

La quale, almeno sulla carta, ha il compito di traghettarci oltre il guado.

Sfortunatamente l’attualità quasi mai coincide coi sogni e con le promesse elettorali.

Vi invito per esempio a leggere i commenti social, al mio articolo pubblicato sul Corriere della Sera, con oggetto il rialzo del prezzo dei carburanti a causa del mancato rinnovo del taglio delle accise.

Tutti pronti a sparare contro la Meloni, tacciata dai più moderati di essere una bugiarda.

Giusto, giustissimo criticare. Anche perché dai palazzi romani non è proprio agevole scorgere la frustrazione della gente “normale”.

Non ci si rende forse conto appieno che una famiglia non riesce ad arrivare a fine mese e che ogni giorno che passa ci sono sempre più poveri.

A San Marino, come si dice, siamo sulla stessa barca.

Il governo fatica a fare quadrare i conti. Più per difficoltà oggettive, che per incapacità, almeno dal mio punto di vista.

Certo, si deve e si può osare di più. Anche e soprattutto a causa delle premesse e promesse con le quali è nato l’attuale esecutivo sammarinese.

Una maggioranza ampia che doveva portare a casa le riforme, macinare risultati, regalare quel benessere ormai perduto.

Nel mezzo c’è stata la pandemia e oggi la l’Ucraina.

Ma si sa, gli alibi non piacciono agli elettori e con le scuse non si apparecchia la tavola.

Ho dato una letta veloce al pezzo dei colleghi de La Serenissima con le pagelle di fine anno per i vari Segretari. Immagino le polemiche e le telefonate che ne seguiranno.

Qualche voto lo condivido, altri li giudico sin troppo severi.

Ma un giornale deve rappresentare un pungolo, uno stimolo per accelerare il lavoro del Congresso di Stato, che è parecchio ed è sicuramente in forte arretrato.

Se il 2023 non sarà l’anno della svolta, diventerà per forza di cose quello delle elezioni.

Ci sono scadenze importantissime all’orizzonte, rinnovi di figure apicali, Congressi politici.

La politica si muove, prendono forma aggregazioni e soggetti vecchi e nuovi mettono fuori la testa.

L’impressione è di una generale sudditanza verso mamma Dc. Tutti pronti a prostrarsi, a fare da stampella al Santo, percepito sempre e comunque come il centro del prossimo esecutivo.

Vedremo se così sarà o se qualcuno, a cominciare da Rete, avrà un sussulto di orgoglio.

E proprio l’atteggiamento dell’ex movimento di lotta farà la differenza.

Obbedire pedissequamente alla Dc significa dare stabilità completa alla maggioranza, ma a quale prezzo?

Perché al di là delle speculazioni, delle strategie, delle promesse, delle coalizioni e delle liste, contano i voti.

Si chiama democrazia. Già in passato c’è chi ha fatto i conti senza l’oste, ricavando una sonora strigliata al ballottaggio.

Senza voti non si governa cari signori, e questo anche se l’amico Gian Carlo Venturini ha promesso a qualche alleato di “caricarlo su”. A buon intenditor, poche parole.

Prima di chiudere vorrei spendere due parole per la nostra Reggenza.

Ebbene ai sammarinesi dico: teniamoci strette, strettissime le nostre millenarie Istituzioni.

Grazie davvero alle Loro Eccellenze Berti e Ciavatta per avere indicato la via da seguire in maniera così lucida e intelligente.

Consiglio sommessamente ad ogni singolo Consigliere di leggere e rileggere le parole del discorso di fine anno.

Perché lì è scolpito a chiare lettere ciò che c’è da fare.

Buon 2023 a tutti, a partire dai nostri affezionati lettori.

 

David Oddone

(La Serenissima)