Dopo sette giorni di dibattito, uno sciopero generale e l’uscita di scena delle opposizioni, il Consiglio grande e generale ha approvato il Bilancio previsionale 2019. A votare il provvedimento più importante dell’anno è stata solo la maggioranza, con 29 voti, in una aula vuota per metà seduta, a dimostrazione di come nell’ultima seduta consiliare dell’anno non siano stati compiuti passi in avanti verso il dialogo tra le parti. A nulla è valso l’incontro avuto tra consiglieri di maggioranza e di opposizione per esaminare i rispettivi emendamenti e trovare un accordo sulle proposte. Del resto, già nel dibattito iniziale sul progetto di legge le posizioni apparivano inconciliabili. Da un lato, il segretario di Stato alle Finanze, Eva Guidi, nel suo riferimento si appellava all’importanza del pareggio di bilancio, rispetto cui richiamava ognuno «a fare la sua parte»; quindi la difesa dei consiglieri di maggioranza per un provvedimento «all’insegna di sostenibilità, equità e sviluppo economico». Dall’altra parte, il pollice verso dei consiglieri di minoranza per un provvedimento, visto come «il prepararsi all’indebitamento pubblico e fatto di solo tagli, privo di investimenti e sviluppo». Criticati in particolare i punti sulle decurtazioni ai dipendenti pubblici e sul mancato trasferimento ai fondi pensione. E proprio con l’approvazione dell’articolo 32 sui fondi pensione e la bocciatura degli emendamenti soppressivi presentanti da tutti i gruppi di minoranza, si è maturato a chiusura della seduta lo strappo tra le parti. UNA VOLTA approvato l’articolo 32, i consiglieri di minoranza scelgono di non partecipare più ai lavori e non rientrano in aula. L’esame dell’ultima quindicina di articoli del Bilancio registra, quindi, un’accelerata: tra gli articoli approvati, l’emendamento – concordato con il Pdcs – che sostituisce l’imposta sulla ricchezza detenuta all’estero e prevede entro giugno l’emissione di un decreto da parte del governo «per consentire l’emersione dei patrimoni non dicharati, misure e incentivi per l’investimento di capitali in territorio». Approvato anche l’emendamento che apre la strada alla liberalizzazione del mercato immobiliare, prevedendo l’acquisto di fabbricati da parte di stranieri non residenti. VIA LIBERA anche all’articolo che porterà alla risoluzione anticipata della convenzione con Sinpar, per affidare la gestione dei parcheggi a una società pubblica. Infine, l’approvazione della legge, «un risultato – sottolinea Roberto Giorgetti, Rf, nella dichiarazione di voto finale – utile per il paese, portato a termine, seppure con difficoltà evidente».
Il Resto del Carlino