Sempre meno nascite. L’Ufficio Statistica segnala un declino inesorabile: il quoziente di natalità, (che rappresenta i nati ogni 1000 abitanti) passa da oltre 9 (registrato fino al 2013) all’attuale 6,07, con un ulteriore calo negli ultimi quattro anni. Anche rispetto al numero medio di figli per donna, San Marino si pone al di sotto della media europea. I bambini in età prescolare sono diminuiti di 600 unità in 10 anni: sono 1409. Circa 200 nati all’anno vuol dire che nel reparto pediatria nascono meno di 20 bimbi ogni mese. Anche questo è un dato su cui bisognerà riflettere.
Abbiamo già parlato del cambiamento sociale che vede le donne desiderare sempre meno la maternità come obiettivo di vita e giovani coppie preferire il cagnolino ad un bimbo. Adesso il problema è il sistema scolastico, che è interamente da ripensare rispetto anche solo a dieci anni fa.
In queste condizioni, infatti, diventa sempre più difficile formare le classi e il problema comincia ad essere pressante per diverse località del territorio. I castelli decentrati come Faetano, Montegiardino, Chiesanuova, non hanno abbastanza bambini per formare le prime. Ci sono situazioni in cui si arriva a malapena a sei unità. Il minimo dovrebbe essere 13. Il problema è: accorpare o lasciare comunque la presenza dell’intero ciclo scolastico in tutti i Castelli? La decisione è solo politica, ma qualsiasi essa sia, ha un dritto e un rovescio. Le classi con meno alunni non sono per forza le migliori, anche se per l’insegnante è più facile seguire tutti e ottenere maggiori feedback.
Dal punto di vista del corpo docente, pare che gli insegnanti elementari siano sempre meno, quindi una riduzione delle classi avrebbe dei vantaggi organizzativi anche per quanto riguarda le supplenze, oggi difficili da predisporre e programmare.
Ma il problema più grosso riguarda gli edifici scolastici, ormai tutti vecchi, inadeguati e costantemente bisognosi di manutenzione. Pare che il calendario di manutenzioni ordinarie sia saltato da parecchio tempo perché la squadra a ciò designata è impegnata ogni giorno a risolvere le emergenze dei vari plessi.
Il plesso più nuovo e in migliori condizioni strutturali è quello di Acquaviva. Il più vecchio è quello di Borgo Maggiore, che dovrebbe risalire ai primi del Novecento. Tutti gli altri edifici cominciano ad avere parecchi anni e in molti casi ci sarebbe la necessità di costruirne dei nuovi. Ma ne vale la pena se i bambini sono sempre meno? E ancora, insieme alle scuole sarà necessario ripensare tutti i servizi educativi?
Occorrerà comunque ripensarli alla luce delle caratteristiche specifiche della società attuale. Questo perché la scuola riceve il suo mandato dalla società, che chiede alla scuola, come a una delle istituzioni di cui la società è dotata, di farsi carico di una parte di responsabilità. La scuola porta questa responsabilità insieme all’altra grande istituzione: la famiglia, che in questo momento risulta sempre più multiforme. Si parla infatti, ormai, di famiglie “al plurale”: famiglie ricomposte, famiglie monogenitoriali, famiglie allargate, monosessuali, eccetera. La scuola dovrà anche prevedere la presenza di immigrati, cioè di bambini che non parlano la lingua italiana. Ma la sfida vera è preparare i giovani per una società futura che nessuno sa come evolverà.
È il momento delle decisioni, perché gli addetti ai lavori hanno già i numeri del prossimo anno scolastico. Che sono avvilenti.
Tuttavia, probabilmente nessuno toccherà niente e rimarrà tutto così com’è perché le scelte necessarie sicuramente scontenteranno le famiglie, i Capitani di Castello, i sindacati, i dirigenti, gli insegnanti, i bidelli e altri ovviamente, ma siccome stiamo andando verso un periodo pre-elettorale è facile immaginare che nessuno avrà voglia di fare la rivoluzione.
Tanto più che mancano i soldi anche per l’ordinaria gestione delle classi attuali e le novità, di solito, richiedono interventi anche di tipo finanziario. In ogni caso, non si potrà aspettare molto perché dopo i problemi delle scuole elementari arriveranno quelli degli ordini scolastici superiori e allora qualche strada toccherà prenderla.
a/f