Dopo una bella colazione alle 8:30 sono pronto a partire.
Non sono molto in forma e procedo a rilento.
Ho le gambe molto dure. Lungo le ultime due tappe la strada asfaltata diretta a Santiago è quasi sempre a portata di mano ma, grazie a una serie di deviazioni talvolta molto complicate si riesce spesso a evitare di camminare sull’asfalto.
Tra piccole frazioni e boschi di eucaliptus il tracciato è abbastanza vario e ricco di possibilità di sosta e di ristoro.
Tra prati e boschi arrivo a Pregontono, attraverso la statale per giungere a Peroxa, frazione nella quale mi fermo per mangiare un po di frutta.
Il superamento di una valletta porta alla salita verso una nuova altura, dalla cui sommità si può vedere il campanile della chiesa di San Beixo di Ferreiros.
Mancano ancora 7/8 km e il ginocchio inizia a darmi i soliti problemi, costringendomi a fermare.
Provo con le solite manovre ma non ho gran successo, il ginocchio e le gambe sono stanche. Mi riposo, bevo e con molta calma riparto.
Quando penso di essere ormai arrivato le mie speranze si infrangono vedendo il pilastrino che mi indica i 23 km e quindi altri 3 per oggi, infatti sono ancora a Santa Irene.
Mi demoralizzo un po’, poiché è da diverso tempo che sto stringendo i denti. Ma la delusione dura poco, improvvisamente il dolore al ginocchio si affievolisce e dopo essere sceso per una strada forestale, salgo leggermente verso la parte dell’insediamento di O Pedrouzo, dove lungo la strada principale si trovano molti albergue.
Pensavo di poter affrontare meglio la giornata di oggi ma forse la lunga tappa di ieri ha lasciato il segno.
Marco Bollini