San Marino, il Collegio Garante decide sul Sindacato contro Simoncini: Paese in attesa del verdetto

Un velo di suspense avvolge San Marino dopo l’udienza che ha portato alla ribalta il “caso Giacomo Simoncini”, con il paese che trattiene il fiato in attesa di una pronuncia che potrebbe segnare un precedente inedito per l’integrità istituzionale, riaccendendo dibattiti su etica pubblica e confini tra privato e ruolo di rappresentanza.

Nel pomeriggio di ieri, in una sede insolita come la sala del Congresso di Stato, il Collegio Garante ha ascoltato le parti coinvolte nel Sindacato della Reggenza promosso dall’Unione Donne Sammarinesi contro l’ex Capitano Reggente. La procedura, riattivata dalla condanna definitiva di Simoncini per atti indecenti, ha visto il professor De Vergottini aprire i lavori con un riepilogo essenziale del percorso giudiziario, ponendo le basi per un confronto serrato.

L’avvocato Gloria Giardi, per le ricorrenti, ha argomentato con forza la richiesta di interdizione perpetua da cariche pubbliche di rilievo, accusando l’ex reggente di aver abusato delle sue “altissime funzioni”. Ha richiamato passaggi chiave della sentenza d’appello, inclusa la firma di Simoncini sulla ratifica della Convenzione OIL contro le molestie di genere sul lavoro, sostenendo che l’episodio non solo ha ferito la vittima e l’intero universo femminile, ma ha minato la fiducia nelle istituzioni, violando doveri fondamentali di protezione dei cittadini e rispetto dell’ordinamento nazionale.

A rincarare la dose è intervenuta Valentina Rossi, presidente dell’UDS, che ha ribadito la gravità intrinseca dei fatti: una lesione profonda all’Istituto della Reggenza che non può essere ignorata, con un impegno instancabile dal deposito dell’istanza nell’aprile 2022 per preservare i principi etici del paese.

Dall’altra parte, la difesa ha ribaltato la prospettiva: l’avvocato Stefano Pagliai ha classificato l’accaduto come vicenda privata, scollegata dal ruolo pubblico, negando i presupposti per il Sindacato. Ha lamentato l’esplosione mediatica prematura, con notizie filtrate sulla stampa prima della fine del mandato, che ha generato “fango” sulle istituzioni senza basi. Nessuna norma specifica sarebbe stata infranta nei compiti istituzionali, ha argomentato, confidando nelle precedenti pronunce del Collegio per confermare l’assenza di violazioni formali.

Presente in aula, Simoncini ha seguito i lavori in silenzio, mentre i Garanti si sono riservati la decisione senza fissare scadenze, alimentando un’attesa palpabile che permea il dibattito pubblico sammarinese. Questa pronuncia, attesa con apprensione da ogni angolo della Repubblica, potrebbe non solo chiarire i contorni di un dramma personale ma ridefinire i paletti etici per chi ricopre ruoli apicali, in un momento in cui la credibilità delle cariche elettive è sotto i riflettori come mai prima.