San Marino. Il colpo di coda del virus preoccupa, ma non fa paura … di Alberto Forcellini

Sul Titano i positivi attivi salgono ad 86. Erano 68 prima del lungo ponte di inizio novembre. Un numero molto alto che ci riporta ai giorni bui alla primavera scorsa, con la differenza che ci sono solo quattro ricoverati, di cui uno in terapia intensiva. Quindi, anche se ormai tutti gli osservatori sono concordi nell’affermare che siamo di fronte alla quarta fase, nessun paragone è possibile rispetto al passato. La discriminante l’hanno segnata i vaccini, che ci hanno dato una nuova sicurezza e una nuova libertà. E se la pandemia ci ha insegnato a leggere i numeri, sappiamo che di curve occorre guardarne diverse per avere il quadro corretto di cosa sta succedendo. Il quadro europeo infatti è assai difforme. L’OMS segnala nell’ultima settima un aumento del 6 per cento per i contagi, 12 per cento i decessi. Sui grandi numeri, sono grossi numeri. La cartina evidenzia ampie zone rosse in tutto l’est europeo, specialmente in Russia, Bulgaria, Ucraina e Turchia. Preoccupanti aumenti in Grecia, in Austria e Inghilterra. In Olanda tornano le restrizioni e così pure anche in Austria.

Una così forte difformità tra una nazione e l’altra, è segnata dai vaccini e dalle misure restrittive. Laddove sono state eliminate, il virus ha ripreso a correre senza freni. L’esempio lampante è fornito dall’Inghilterra, che ha abbassato la guardia troppo presto e dove non sono state fatte le seconde dosi nei tempi dovuti. A suo tempo, Boris Jhonson aveva dato il via libera a vaccinare con una sola dose quante più persone possibile, lasciando indietro le seconde. Insomma, erano partiti per primi, surclassando tutti i paesi europei, ma non sono partiti col piede giusto. Una dose non basta ad immunizzare l’individuo e se la seconda dose non arriva, se si aboliscono distanze e mascherine, ben si può comprendere come in Inghilterra si tocchino i 300 morti giornalieri.

La severità imposta dall’Italia, con il green pass obbligatorio praticamente quasi ovunque, ha limitato fortemente l’estensione del contagio, nonostante la ripresa del turismo interno, delle attività culturali, degli spettacoli, dello sport e la riapertura delle scuole in presenza. La riprova viene da uno degli ultimi episodi di cronaca: le manifestazioni no-pass a Trieste. Tutti senza vaccino, appiccicati nelle piazze, senza mascherine, a urlare a squarciagola. Per il virus è stato come andare a nozze. In pochi giorni l’incidenza è balzata a quota 281 su cento mila abitanti, e gli ammalati di Covid in attesa per ore per un ricovero. Cioè quello che i giornali hanno battezzato come “effetto Trieste”. Ieri, un nuovo balzo in avanti: 5188 positivi, 63 vittime su tutto il territorio nazionale.

A questo punto, cosa dobbiamo aspettarci? Sicuramente un colpo di coda del virus, combinato alle temperature più fredde che ci fanno prediligere i luoghi al chiuso e, talvolta, scarsa attenzione alla distanza con gli altri, magari con la mascherina abbassata. Per fortuna la popolazione italica e quella sammarinese hanno percentuali altissime di vaccinati e possono contare sull’avvio della campagna per la terza dose. Quindi, non dovremo assistere ad un aumento esponenziale delle ospedalizzazioni, come in effetti sta avvenendo.

Dobbiamo avere paura? No. Però è sempre bene essere preoccupati, perché la preoccupazione aiuta la prevenzione.

Ci sarà un allungamento dello stato di emergenza? La prospettiva di un allungamento fino a giugno non è una probabilità remota. Dobbiamo essere consapevoli che lo stato di emergenza verrà prolungato finché ce ne sarà bisogno. E se i contagi continuano con questi incrementi, possiamo aspettarci il ritorno delle zone gialle, arancioni e rosse.

Verrà introdotto l’obbligo vaccinale? Sicuramente no, altrimenti sarebbe già stato fatto. L’obiettivo delle autorità sanitarie, e anche di quelle politiche, è comunque di minimizzare gli effetti negativi del Covid e dei disagi che ne conseguono. È importante per tutti, lasciare libero il Natale. Nessuno potrebbe sopportare un altro lockdown.

Ci saranno ulteriori restrizioni? Probabilmente sempre le solite. Infatti, meccanismi flessibili come mascherine, igienizzazione della mani e distanziamenti: sappiamo che sono misure che funzionano, che ci tutelano. Sicuramente non potremo abbandonarli per i prossimi mesi.

Abbiamo anche visto che, dopo tutto questo parlare di libertà, di diritti, di pretese, l’unica vera libertà che funziona è quella che viene vissuta come solidarietà.

a/f