San Marino. Il coraggio di perdere voti e rischiare di non essere eletti per avere poi la faccia pulita di fronte alle nuove generazioni … di Alberto Forcellini

Lo sanno tutti che una legge di assestamento di bilancio è cosa ben diversa dal bilancio previsionale dello Stato, dove oltre alle entrate e alle uscite ci sono le indicazioni e le modalità per concretizzare il programma di governo. Il bilancio di assestamento, invece, è lo strumento giuridico-contabile destinato ad aggiornare il bilancio di previsione annuale alle vicende economiche e finanziarie sopravvenute ed alle nuove situazioni verificatesi dopo la sua approvazione.

Che il 2020 sia stato un anno particolarmente difficile, è nozione scontata e risaputa, non solo per il Covid, che ha scatenato una sorta di tempesta perfetta sul fronte sanitario e su quello economico, ma anche perché San Marino si è trovato un’eredità pesantissima fatta di debiti, di cose non fatte o fatte male, di scandali finanziari, di settori arretrati. Ci si dimentica troppo spesso quello che era, o che è stato, per concentrarsi su un presente che, proprio a causa di fattori contingenti come l’emergenza sanitaria, evidenzia tutti i suoi nervi scoperti. Ma è proprio da qui che bisogna partire per decidere cosa fare e dove si vuole andare. Se si vuole abbandonare l’andazzo dei tempi passati e cambiare musica.

L’assestamento di bilancio, andato in Consiglio proprio in questi giorni, non è esattamente il luogo per introdurre le riforme, o un cambio di mentalità nell’approccio alle questioni politiche più vivide, ma alcune riflessioni andate in onda durante il dibattito, lasciano sperare in un nuovo modo di pensare la politica.

Si inserisce in questo contesto il ragionamento di Giovanni Zonzini sulla necessità impellente di un cammino verso un realistico equilibrio di bilancio per garantire l’attuale stato sociale e superare lo sbilancio di circa 70 milioni all’anno, francamente assai preoccupante. “Dobbiamo avere il coraggio di perdere voti e rischiare di non essere eletti per avere poi la faccia pulita di fronte alle nuove generazioni, per dire loro che abbiamo garantito un paese sostenibile e non avergli lasciato un paese fallito” ha detto Zonzini, invitando tutta la classe politica a non avere paura di fare quelle riforme che potrebbero non piacere ai cittadini nell’immediato, ma che avranno effetti positivi e benefici innegabili nel futuro.

Riforme e interventi, forse non abbastanza apprezzati, che però sono già stati fatti hanno e hanno registrato riscontri positivi in termini di bilancio, come ha sottolineato Stefano Giulianelli. Il quale, illustrando lo stato dell’economia ne ha rilevato il miglioramento, che si rispecchia nell’attuale assestamento. “C’è un aumento delle entrate tributarie ed extra tributarie, + 23 mln di euro – ha detto Giulianelli – e una riduzione delle uscite correnti e spese in conto capitale per altrettanti 23 mln di euro. Entrambi sono segnali incoraggianti. In assestamento possiamo poi riscontrare la variazione in decremento di 41 mln di euro rispetto la voce rimborso prestiti.” Insomma, un’inversione di tendenza rispetto al passato, che si rispecchia anche nel bilancio ISS, dove è stata fermata un’emorragia devastante; e nella riduzione di spesa della PA, dove sono stati risparmiati 400 mila euro nelle spese di personale, senza diminuire i servizi.

A proposito della necessità di un nuovo approccio culturale e politico alle riforme, sferzante l’intervento di Emanuele Santi. Che non manca di rilevare le ritrosie e le remore di quanti temono di vedere diminuire i propri benefit. “Se riforme devono essere – ha chiosato Santi –  bisogna che ci mettiamo in testa che ognuno di noi deve rinunciare a una parte del suo orticello. I dati che abbiamo non lasciano dubbi.”

Ha quindi spiegato che l’obiettivo di governo e maggioranza, in questi mesi ha viaggiato su due binari: uno garantire risorse e liquidità all’intero sistema (forse qualcuno si è dimenticato che nella passata legislatura si è rischiato più volte il non pagamento di stipendi e pensioni). Secondo: chiudere i buchi di un secchio sfondo, dove si rischiava di mettere inutilmente acqua.

Su questa direttiva si sono mossi gli interventi nel settore finanziario, a cominciare dagli NPL con soluzioni di tipo normativo, ma anche con il percorso di riscossione dei debiti. C’è poi l’emissione del titolo irredimibile di Carisp, che ha liberato una partita infruttifera ed è funzionale a realizzare un utile di bilancio. Come del resto si è già verificato per i primi sei mesi dell’anno corrente.

Un altro suggerimento importante per l’approvvigionamento di liquidità è quello di cominciare ad attingere a fonti interne piuttosto che a quelle estere, per ridurre gli interessi, quindi avere meno uscite nel bilancio e rivalutare le risorse del Paese. Che ne ha, e possono andare a beneficio di tutti.

È vero che mancano ancora riforme fondamentali, come quella sulle pensioni, ma molti passi sono stati fatti sia nel modificare prassi antiquate e improduttive, sia nel risparmio delle spese, sia nelle migliorie di certe forme organizzative, sia anche nell’innovazione. Forse siamo un po’ tutti troppo miopi nel vedere e apprezzare certe cose. Certo è che la strada sarà lunga e impervia, ma ormai non si può più fare a meno di percorrerla.

a/f