C’è chi sostiene che questo virus non peggiora e non migliora ma esalta soltanto ciò che si è.
Questo è vero anche nella sfera della politica dove a dispetto della tragedia collettiva che stiamo vivendo c’è ancora chi è impegnato a combattere per il proprio orticello.
Per esempio un Consigliere (appartenente alla categoria dei sanitari) ieri in Consiglio Grande e Generale ha pensato di capitalizzare lo sforzo – certamente immenso – compiuto dai medici in questi mesi di emergenza sanitaria.
Ha così rimproverato la cittadinanza (o una parte di essa) che soltanto ultimamente avrebbe preso a considerare i medici alla stregua di eroi.
In un’altra sede aveva detto: “non siamo diventati eroi nell’emergenza, siamo sempre stati eroi”.Atteggiamento ben diverso da quello di tanti altri medici forse meno amanti dei riflettori che ai microfoni avevano dichiarato con semplicità: “siamo diventati eroi per caso”.
Ma in Aula il Consigliere di cui sopra si è spinto oltre fino a redarguire i sammarinesi rei di aver stimato sempre poco i medici,
denunciando con frequenza casi di malasanità. Quindi da ora in poi nessun medico dovrà essere più denunciato? Crediamo che
in questo caso abbia proprio ragione Domenico Quirico quando sulla Stampa scrive che il coronavirus non è la scopa che spazza
via tutto senza distinguo e che questa è solo la favola dei soliti politici carrieristi e parolai senza grammatica. Vietato dunque
nascondersi dietro una categoria perché alla fine eventuali responsabilità non sono mai collettive e ciascuno deve imparare a
rispondere per sé. Accusare i cittadini perché in passato hanno fatto delle denunce è un modo davvero singolare di interpretare
questa stagione. Ce lo ricordiamo Borges quando scriveva ‘non credo nelle società, credo negli individui’? Per chi ancora avesse
avuto dei dubbi c’è una forza politica che crede fortemente che il coronavirus spazzerà dalla memoria dei cittadini tutto quel
che è stato fatto passare al Paese negli ultimi anni. E questo la dice lunga sulla dignità di questa forza politica. Chi oggi auspica
che in futuro non vi siano più denunce per la categoria alla quale appartiene è proprio chi in passato non ci ha pensato due
volte a denunciare persone che stavano svolgendo un lavoro parimenti importante, quello del giornalista. Zittire i giornalisti
con una bella denuncia va bene ma se una persona chiede di vederci chiaro sulla prestazione di un medico, no? E’ fortuna che
chi ragiona così si trovi oggi all’opposizione. Così come ha fatto molto piacere sentire il capogruppo di Npr Denise Bronzetti dire
con molta umiltà che tutto è stato fatto con grande coraggio e spirito di servizio ma che quando verrà il tempo di stabilire cosa
ha funzionato e cosa no, non vi sarà alcuna volontà di nascondere la polvere sotto il tappeto. Chi non si interroga accetta la re
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altà così com’è. E purtroppo non è davvero tutta rose e fiori. Lo ha detto lo stesso dott. Arlotti – parlando in una delle conferenze
stampa di Iss – che molti aspetti dovranno essere indagati in profondità, come il fatto che gli infarti presso l’ospedale di Rimini
in questo periodo sono diminuiti del 70%. Una bella inchiesta apparsa sulla Stampa spiega il perché: il Covid-19 avrebbe tripli
–
cato le morti per infarto, questo a causa della raccomandazione di non recarsi in ospedale che avrebbe spinto le persone a non
chiedere soccorso o a chiederlo in ritardo. C’è chi è impegnato ad appuntarsi medaglie sul petto e chi evidentemente non ha solo
risposte ma anche tante domande. RepubblicaSM