San Marino. Il Covid, la politica, le fake. La Repubblica fa miracoli, ma a qualcuno dà fastidio …di Alberto Forcellini

Quanto è legittimo fare politica sulla pandemia, sul piano vaccinale, sugli aiuti alle imprese e alle famiglie? Ma soprattutto, è moralmente accettabile fare politica su questi argomenti servendosi continuamente delle fake news? Abbiamo davvero bisogno della politica del lanciafiamme?

Bisognerebbe avere tutti l’umiltà di ammettere che la crisi della pandemia ci costringe ad apprendere cammin facendo, e che non ci sono ricette semplici o scorciatoie. La politica (con le dovute eccezioni di strumentalizzazione e tornaconto partitico), non dovrebbe trattare più questioni periferiche, procedurali o tattiche ma questioni centrali e strategiche. In questa emergenza sanitaria appare evidente che la politica, in definitiva, dovrebbe essere sempre bio-politica, perché può fare la differenza tra la vita e la morte, tra la salute e la malattia. Da questo punto di vista, non si può non riconoscere che San Marino “ha fatto miracoli”, sia nella prima fase, sia nella seconda, quando l’esperienza maturata, messa opportunamente a frutto, ha permesso di gestire un numero di contagi tre volte superiore a quello della primavera scorsa. È stata appena superata la soglia dei 2000 positivi, contro i 715 della prima fase. Con quasi 28 mila tamponi effettuati. È un numero stratosferico, in base alla popolazione residente. Oltre a ciò: non tutti i contagiati sono uguali: ci sono quelli asintomatici, che vanno comunque monitorati per valutare quotidianamente eventuali modificazioni delle condizioni di salute. Ci sono i sintomatici, che devono essere ospedalizzati in un reparto in isolamento. Ci sono quelli gravi, che hanno bisogno della terapia intensiva. Ci sono quelli che, nonostante gli sforzi, muoiono. Sono 65 quelli che non ce l’hanno fatta, due in più di quanti morirono nel bombardamento del 1944. Il Covid non è una guerra, ma va combattuto come una guerra.

Da questo punto di vista, ben si possono comprendere gli sforzi della politica per la gestione del contagio, per tenere l’ospedale aperto e per arrivare al vaccino. Le opposizioni e i giornali a loro vicini, la fanno facile. Montano in cattedra e sbraitano ogni giorno su quello che non c’è, ma anche su quello che c’è e che fa la differenza con ogni altro Paese europeo. In commissione consiliare approvano il riferimento del Segretario alla Sanità, ma poi se ne escono con ben altre comunicazioni. Non è solo schizofrenia politica, è fare il male del Paese. Dicono che i vaccini non ci sono, quando sappiamo tutti benissimo che non sarebbero arrivati fino a fine gennaio, inizio febbraio. Dicono che ci sono problemi con la scuola, ma forse non vedono cosa succede attorno a noi. Qui la scuola sembra un’isola felice. Dicono che non si aiutano le imprese e le famiglie, quando sono stati elargiti ben 17 milioni a loro favore e, probabilmente entro il mese, arriveranno gli aiuti per quelle attività che hanno sofferto di più per le restrizioni e il divieto di mobilità. Dicono che i cittadini sono scontenti, e poi i loro scagnozzi dislocati nella PA e nell’ISS danno informazioni sbagliate proprio per mettere in difficoltà le persone. Tanto poi la colpa è del governo. Dicono che Rinaldi se n’è andato per le frizioni con i vertici ISS. Probabile. Rinaldi si è dimostrato un grande, una risorsa preziosa durante la prima fase pandemica, ma poi non sembra che sia brillato altrettanto. Era stato nominato dal vecchio governo e quello nuovo gli ha confermato la fiducia, più di così non si poteva fare. Ha deciso lui di andarsene. Quindi?

Poi, quando non c’è veramente nulla da dire, si va a finire in quella che potremmo definire “deriva esecutiva” come vengono definiti gli atti del governo quando prende decisioni per contrastare il dilagare del contagio. Bisogna fare attenzione a non confondere lo stato di emergenza, che serve a governare in modo più decisionista in periodi di crisi acuta, ma senza stravolgere il sistema costituzionale, con lo stato di eccezione, che invece sospende l’ordine costituzionale. C’è dunque una differenza di fondo tra una democrazia securitaria e la sicurezza democratica. Ma per le opposizioni, che sicuramente conoscono questi due concetti, basta solo gridare ai quattro venti che il governo è incapace, il governo non si confronta, il governo non fa le riforme. Pretendono chiarezza laddove hanno sparso solo cenere. E quando scrivono: “Tutta la cittadinanza è stanca delle bugie e delle strumentalizzazioni di Ciavatta”, è vero il contrario: la cittadinanza è stanca delle strumentalizzazioni di Libera e RF, che dovrebbero dimostrare maggior senso civico e porsi in posizione costruttiva.

Ai cittadini interessano poche cose. Essere sicuri che c’è un piano vaccinale fatto con scienza e coscienza, che anche se parte un po’ dopo rispetto all’Italia, non è questo che conta. L’importante è che ci siano i vaccini per tutti, non appena sarà possibile; che abbiano una via prioritaria le persone più fragili e quelle maggiormente a rischio. La gente vuole sapere se c’è un governo attento alle sue esigenze, e questo lo si può sperimentare quotidianamente. Puerile, se non addirittura ridicolo insinuare crepe nella maggioranza. C’è appena stata una dimostrazione così lampante di solidità, che ne sono rimasti accecati. Poi, è anche vero che le acque non sono sempre così tranquille, perché ogni forza di governo ha il suo modo di vedere e di gestire la politica. Quello che conta è la sintesi finale. Che non lascerà spazio alle opposizioni per un bel pezzo.

a/f