San Marino. Il credito e le piccole medie imprese. …. di Stefano Ercolani, Presidente Asset Banca

Schermata 2016-02-23 alle 21.03.08

Da ormai molti anni sentiamo parlare di credit-crunch, di contrazione del credito. Se ne parla come di un male assoluto perche? esso rappresenta un grosso ostacolo alla ripartenza dell’economia. Se infatti l’obiettivo e? la crescita allora il cuore del problema sta proprio nel disegno dei rapporti tra banche e impresa.

Ma quali sono le policy auspicabili per avviare davvero una crescita robusta e regolare? Non ci sono anzitutto ricette a senso unico. Non e? possibile cioe? pensare che le banche debbano adottare questo o quel provvedimento o che esso venga imposto dall’alto, cosi? come non si puo? far ricadere la ‘colpa’ di tutto sulle imprese e sul loro scarso merito creditizio.

Come qualcuno ha scritto: il tango si balla in due.

Partiamo analizzando la questione dal lato impresa. Essa nasce piccola per definizione spesso grazie alle capacita?, al genio di intraprendere di un singolo e della sua famiglia. Per crescere e svilupparsi e? fisiologico che quell’impresa oltre ad autofinanziarsi trovi nella leva creditizia il suo pilastro.

Tuttavia con il tempo l’azienda crescera? in maniera complessa e articolata e per questo non potra? rimanere legata al solo credito commerciale. Dovra? cioe? fare un salto di qualita? anche rispetto alla struttura di finanziamento prendendo in esame l’evoluzione dell’assetto della proprieta? e facendo entrare nuovi soci che accompagnino il percorso di crescita.

Non piu? dunque soltanto il credito commerciale ma anche il capitale di rischio. Le banche da parte loro continueranno ad avere un grosso ruolo e dovranno accrescere il proprio capitale umano, tecnologico e produttivo per riuscire ad affiancare al meglio quelle imprese che vogliano aprirsi al capitale di rischio.

Esse sempre piu? avranno bisogno di poter contare sulla consulenza di banche che sappiano consigliare la struttura finanziaria piu? adatta alla propria fisionomia. Anche le banche e non soltanto le aziende allora saranno chiamate ad innovarsi al proprio interno aumentando a trecentosessanta gradi le proprie competenze. E saranno proprio quelle competenze la base perche? gli istituti comincino a destinare, sulla base di attente analisi, le risorse prima destinate ad aziende la cui crescita e? gia? consolidata, alle nuove imprese orientate verso lo sviluppo.

Si interrompera? in questo modo il circolo vizioso delle banche che finanziano all’infinito gli stessi imprenditori (trascurando le richieste dei nuovi) pur di operare al sicuro dei meccanismi del multiaffidamento e delle garanzie che non richiedono particolari qualita? e mezzi di innovazione. Perche? questo avvenga pero? e? cruciale dare agli istituti l’opportunita? di concorrere (realmente) su mercati dei prodotti e dei servizi via via piu? ampi.

La concorrenza togliera? sicurezza e non risparmiera? le mentalita? del ‘si e? fatto sempre cosi?’ e tuttavia sara? anche la strada dove far finalmente incontrare istituti piu? innovativi e imprenditori meritevoli di essere finanziati per crescere e far crescere.

Stefano Ercolani, Presidente Asset banca

 

 

 

IL PROGRESSO CULTURALE RAPPRESENTA SEMPRE ANCHE UN BUON AFFARE.

GOBETTI