Si celebrerà il Dantedì anche nella Repubblica di San Marino,martedì 25 marzo alle ore 21 con la proiezione del film: DANTE di Pupi Avati, presso l’Auditorium Little Tony di Serravalle (RSM)
con ingresso gratuito.
L’iniziativa è promossa dalla Giunta di Castello di Serravalle e dal Centro Sociale S. Andrea, con il patrocinio della Ambasciata d’Italia nella Repubblica di San Marino, della Commissione nazionale UNESCO, dell’Associazione Sammarinese Dante Alighieri e la collaborazione della Biblioteca Popolare di Serravalle.
Durante la serata sarà presentato il progetto: DANTE – BERTOLDI -DIVINA COMMDIA – SERRAVALLE, per dare corpo al grande legame che lega Serravalle alla Divina Commedia e conseguentemente a Dante Alighieri e Fra Giovanni Bertoldi (autore della traduzione in latino dell’opera dantesca.
La giornata nazionale italiana dedicata a Dante Alighieri, si celebra dal 2020 ogni 25 marzo, giorno in cui, secondo la tradizione, nell’anno 1300 Dante iniziò a scrivere la Divina Commedia.
Per ciò che riguarda il film questa la sinossi: Dante muore in esilio a Ravenna nel 1321. Settembre 1350. Giovanni Boccaccio viene incaricato di portare dieci fiorini d’oro come risarcimento simbolico a Suor Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi. Nel suo lungo viaggio Boccaccio oltre alla figlia incontrerà chi, negli ultimi anni dell’esilio ravennate, diede riparo e offrì accoglienza al sommo poeta e chi, al contrario, lo respinse e lo mise in fuga. Ripercorrendo da Firenze a Ravenna una parte di quello che fu il tragitto di Dante, sostando negli stessi conventi, negli stessi borghi, negli stessi castelli, nello spalancarsi delle stesse biblioteche, nelle domande che pone e nelle risposte che ottiene, Boccaccio ricostruisce la vicenda umana di Dante, fino a poterci narrare la sua intera storia.
Pupi Avati dice di questo film: “Nei miei tanti film ho raccontato quanto possa essere eccezionale, addirittura eroica, la normalità degli esseri umani. Ora invece ho cercato di dire che, per quanto sublime, il genio, condivide, come farebbe ognuno di noi, le angustie che ci riserva la vita. Poter narrare Dante Alighieri per la sua umanità, è stato quel dono che attendevo da vent’anni”.
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