Il “dramma dell’assurdo”: per Claudio Podeschi, alla fine, ci sarà vera giustizia! Ma un normale operaio potrà permettersela? … di Enrico Lazzari

enrico lazzari“…E’ veramente da mettere in dubbio che l’intelligenza umana possa creare un cifrario che poi l’ingegno non riesca a decifrare…”. Lo disse Edgar Allan Poe, “narratore dell’assurdo e dell’orrore, precursore degli effetti surreali”. Ma neanche una mente aperta, fantasiosa come la sua, avrebbe mai potuto scrivere un “dramma dell’assurdo” come quello che pare stia vivendo l’intera Repubblica di San Marino.

Mi riferisco al caso giudiziario che vede protagonisti Biljana Baruca e l’ex Segretario di Stato Claudio Podeschi, da una trentina di giorni detenuti ai Cappuccini. La Baruca non so… Podeschi detenuto in regime di carcerazione “non di isolamento” poiché, seppure non possa incontrare le figlie, può incontrare, ogni tanto, i suoi avvocati e addirittura tutti i giorni -forse anche più volte in un giorno!- i suoi carcerieri.

Limitazioni quanto mai restrittive -perchè la buona condizione dei carcerati in San Marino è una priorità- vengono invece adottate per l’incontro fra detenuti con scarafaggi e ratti. Divieto ci sarebbe anche per l’incontro con mosche, zanzare e cimici, ma quelle volano ed è più difficile far rispettare il divieto… San Marino, difatti, mica è Cuba, il Burundi o la Cina, dove le condizioni igieniche delle celle sono vergognose e i pasti non sono cucinati da uno chef… San Marino è la più antica “Terra della Libertà”.

La più antica democrazia del mondo! Se fossi sammarinese, di questo primato, ne andrei orgoglioso. Farei di tutto per tutelarlo. Costi quel che costi! Invece… Invece oggi -leggendo e prendendo per buono ciò che compare sui media o che dichiarano gli avvocati- i sammarinesi sembrano fare a gara a chi è più bravo a calpestare il Diritto: magistrati che paiono così gelosi del loro lavoro al punto di non volerlo fare vedere a nessuno; giudici che sembrano non rispettare le disposizioni di altri giudici; Segretari di Stato che sembrano violentare il senso letterale dei termini (vabbè, forse qui la colpa è mia che sono di madrelingua italiana e non sammarinese); imputati che sembrano costretti a difendersi senza avere accesso totale agli atti dell’accusa; gente comune -quella “onesta” di cui parlavo qualche settimana fa, ndr- già con il cerino in mano impaziente di accendere il rogo. Rogo da allestire, ovviamente, in Piazza della Libertà!

Come ho premesso, vedo, forse erroneamente, forse a ragione, tutta questa vicenda come un “dramma dell’assurdo”, con sfumature di “orrore” per le sorti del Diritto. Questa del resto è l’immagine che ad una analisi imparziale, razionale, attenta si evince -o meglio io, forse sbagliando, evinco- unendo in un unico puzzle tutte le notizie diffuse dai media sulla -chiamiamola- “vicenda Podeschi”.

Ma andiamo per gradi, “assurdità” per “assurdità”… La difesa denuncia di non avere accesso agli atti dell’accusa e quindi di non essere in grado di esercitare il “diritto di difesa”. Inoltre, sempre secondo la difesa, gli atti sono secretati illegittimamente. Intanto Podeschi e la Baruca sono già in carcere…

La difesa presenta quindi istanza, presso lo stesso Tribunale sammarinese, per poter accedere agli atti dell’accusa che gli vengono negati. Il Giudice incaricato di dirimere la questione ritiene fondata l’istanza e dispone che gli atti vengano consegnati alla difesa. Ad un profano del Foro come il sottoscritto, questa “sentenza” appare -forse a ragione o forse a torto- come una condanna sull’operato di chi, quegli atti, li ha voluti tenere segreti fino a quel momento e, al tempo stesso, una conferma dell’avvenuta violazione del diritto di difesa.

Questione risolta con la disposizione di dissecretazione? Macché… Passa appena qualche giorno e la difesa -non mi risultano smentite in merito- accusa di non aver ricevuto dal Tribunale tutti gli atti in mano all’accusa e propri del procedimento. Un fatto, questo, che se confermato sarebbe gravissimo.

Con il “giallo” degli “atti segreti” ancora tale, la stessa difesa denuncia un’altra violazione producendo ricorso alla Corte dei Diritti dell’Uomo. Secondo questo ricorso i due indagati non sono stati interrogati entro le previste 24 ore dall’arresto. Un termine che, però, sul Titano non sarebbe sancito in maniera così perentoria. Ma se così fosse davvero, la procedura penale sammarinese apparirebbe un po’ come i generi alimentari: “Da consumarsi preferibilmente entro…”.

Ma ve lo immaginate, in un film ispirato dai romanzi di Erle Stanley Gardner su Parry Mason, il Giudice alzarsi e, alla fine, sentenziare: “L’imputato è riconosciuto colpevole del reato ascrittogli e pertanto viene condannato alla pena di anni tre… circa!”.

Poi, il regime di “non isolamento” che appare più restrittivo del “41bis” italiano, costato all’Italia già almeno una condanna dalla Corte dei Diritti dell’Uomo, e, infine, il “giallo” del contratto fra la ClaBi Ltd e la Black Sea Pearl… Contratto che nessuno trovava ma che poi è spuntato fuori e potrebbe rappresentare la vera svolta di questa vicenda dal punto di vista dell’inchiesta penale, ma questa è un’altra storia…

L’attualità è la cieca irrazionalità della politica. Tutta e a tutti i livelli. Ai partiti, ai politici, di questi possibili “assurdi” -che saranno presto oggetto di procedimento presso la Corte dei Diritti dell’Uomo- non interessa. O, forse, fa comodo che sia così… Meglio inscenare patetiche e fuori luogo, oltre che di estremo cattivo gusto, manifestazioni a base di arance sotto le finestre dei Cappuccini, perchè potrebbero portare qualche voto… Su altri fronti, meglio tacere per evitare di perdere qualche voto…

Ma, se le presunte violazioni del diritto di difesa e delle procedure venissero confermate e se al posto di Podeschi, ai Cappuccini, ci fosse stato un cittadino “normale”, difeso da un avvocato di ufficio, magari senza troppa esperienza, ignorato o quasi dai media, impossibilitato a sostenere le spese di un ricorso ad organismi internazionali? Se la Corte dei Diritti dell’Uomo darà ragione alla difesa di Podeschi, quanto bisognerebbe essere noti e ricchi, oggi a San Marino, per avere la garanzia di una Giustizia veramente giusta?

La storia di Democrazia, di Libertà della più Antica Repubblica del Mondo merita di più. Non è giusto che venga occultata da una coltre nebbiosa rappresentata da un dubbio, o più di uno, che nessuno -neppure il Segretario di Stato alla Giustizia- sembra oggi interessato a far rientrare.

Sì, caro Segretario di Stato Giancarlo Venturini… Ti ricordo, anzi è più consono La ricordo, visto l’alto ruolo istituzionale che oggi riveste -e nonostante il rapporto confidenziale e di rispetto reciproco che si era creato fra noi-, come un politico appassionato, moralmente retto, ispirato da principi di profonda giustizia e rispetto della libertà.

I più attenti, coloro che anche sul Titano vivono con inquietudine i dubbi sollevati dalla difesa in questa vicenda, pesanti come macigni sull’autorevolezza della Giustizia sammarinese, si aspettano da Lei, dal Ministro della Giustizia, interventi ben più eloquenti di contorte disquisizioni su “regime di isolamento” o “non isolamento”. Dal massimo organismo politico sulla Giustizia, ma anche dalla politica tutta, ci si attendono rassicurazioni chiare sulla totale correttezza degli atti, di tutti gli atti, portati avanti dal Tribunale dall’inizio dell’indagine ad oggi. O, in caso contrario, un preciso impegno ad intervenire, ovviamente nel rispetto dei ruoli e dei limiti previsti, perchè una Giustizia che dovesse permettere ad un magistrato, ad un pool di magistrati o ad un giudice di violare i diritti di un imputato, non potrà mai essere definita tale. E un Paese senza Giustizia può essere tutto tranne che una moderna Terra di Democrazia e Libertà!

Enrico Lazzari