San Marino. Il Factory outlet ha chiuso i battenti. Il Big&Chic di Rovereta ha abbassato ieri le saracinesche. 70 dipendenti, di cui 48 sammarinesi, rischiano il posto.

Factory chiusoSi avvisa la gentile clientela che il negozio rimarrà chiuso per ristrutturazione aziendale, grazie”. Se qualcuno provasse oggi e nei prossimi giorni a contattare il 0549 904014 – il numero di telefono del Big&Chic San Marino factory outlet di Rovereta – non si riuscirebbe a parlare con nessuno perché il grande magazzino di marchi d’abbigliamento firmati e a prezzi scontati, ha chiuso sabato scorso. A rispondere al telefono una voce femminile registrata che, sinteticamente, avverte la gentile clientela che il Big&Chic rimarrà chiuso per “ristrutturazione aziendale”.

Su wikipedia si legge che “l’operazione di ristrutturazione aziendale avviene tipicamente in casi di acquisizione e fusione di aziende. La riorganizzazione della produzione e delle attività lavorative ha lo scopo di migliorare l’efficienza e ridurre i costi. Di frequente è fra i primi provvedimenti presi per contenere le perdite aziendali”.

Al di là di qualsiasi definizione, siamo di fronte all’ennesimo caso di fallimento aziendale. Il Factory outlet di Rovereta, per anni, è stato il fulcro del commercio di prodotti di marca con sconti realmente competitivi. Ora, anche a causa della riduzione di clienti russi, per la chiusura di circa sei mesi dell’aeroporto di Rimini, l’assemblea dei soci”. Entro una settimana si conoscerà quindi il destino dei lavoratori e dell’azienda.

Zonzini fa una considerazione anche riguardo al polo del lusso, presentato la scorsa settimana alle forze sindacali: “Se le condizioni economiche e turistiche permarranno negative anche nei prossimi anni forse, anche se il polo del lusso è un altro tipo di investimento, ben più importante e imponente del Factory, non è scontato che possano realizzarsi tutte quelle condizioni ottimali prospettate dagli investitori italiani durante la presentazione. Oggettivamente, come Paese, un’analisi approfondita deve essere necessariamente fatta. È vero, va tenuta in considerazione l’emergenza occupazionale, e il polo del lusso potrebbe portare nuovi posti di lavoro, ma la politica e il governo dovrebbero prima risolvere alcuni problemi più attuali e stringenti come, appunto, la chiusura del Factory che comunque ha avuto un passato non indifferente per il Paese, coinvolgendo centinaia di lavoratori. I nuovi posti di lavoro con il polo del lusso arriveranno solo tra 2 anni, mentre 70 rischiano il posto adesso e in generale sono più le fuoriuscite che le entrate. Se chi ci governa fosse un po’ meno autoreferenziale e coinvolgesse di più le parti sociali si risolverebbero tante problematiche, mentre hanno la presunzione di avere la soluzione pronta invece la realtà è ben diversa”.

Francesco De Luigi, La Tribuna