Si avvisa la gentile clientela che il negozio rimarrà chiuso per ristrutturazione aziendale, grazie”. Se qualcuno provasse oggi e nei prossimi giorni a contattare il 0549 904014 – il numero di telefono del Big&Chic San Marino factory outlet di Rovereta – non si riuscirebbe a parlare con nessuno perché il grande magazzino di marchi d’abbigliamento firmati e a prezzi scontati, ha chiuso sabato scorso. A rispondere al telefono una voce femminile registrata che, sinteticamente, avverte la gentile clientela che il Big&Chic rimarrà chiuso per “ristrutturazione aziendale”.
Su wikipedia si legge che “l’operazione di ristrutturazione aziendale avviene tipicamente in casi di acquisizione e fusione di aziende. La riorganizzazione della produzione e delle attività lavorative ha lo scopo di migliorare l’efficienza e ridurre i costi. Di frequente è fra i primi provvedimenti presi per contenere le perdite aziendali”.
Al di là di qualsiasi definizione, siamo di fronte all’ennesimo caso di fallimento aziendale. Il Factory outlet di Rovereta, per anni, è stato il fulcro del commercio di prodotti di marca con sconti realmente competitivi. Ora, anche a causa della riduzione di clienti russi, per la chiusura di circa sei mesi dell’aeroporto di Rimini, l’assemblea dei soci”. Entro una settimana si conoscerà quindi il destino dei lavoratori e dell’azienda.
Zonzini fa una considerazione anche riguardo al polo del lusso, presentato la scorsa settimana alle forze sindacali: “Se le condizioni economiche e turistiche permarranno negative anche nei prossimi anni forse, anche se il polo del lusso è un altro tipo di investimento, ben più importante e imponente del Factory, non è scontato che possano realizzarsi tutte quelle condizioni ottimali prospettate dagli investitori italiani durante la presentazione. Oggettivamente, come Paese, un’analisi approfondita deve essere necessariamente fatta. È vero, va tenuta in considerazione l’emergenza occupazionale, e il polo del lusso potrebbe portare nuovi posti di lavoro, ma la politica e il governo dovrebbero prima risolvere alcuni problemi più attuali e stringenti come, appunto, la chiusura del Factory che comunque ha avuto un passato non indifferente per il Paese, coinvolgendo centinaia di lavoratori. I nuovi posti di lavoro con il polo del lusso arriveranno solo tra 2 anni, mentre 70 rischiano il posto adesso e in generale sono più le fuoriuscite che le entrate. Se chi ci governa fosse un po’ meno autoreferenziale e coinvolgesse di più le parti sociali si risolverebbero tante problematiche, mentre hanno la presunzione di avere la soluzione pronta invece la realtà è ben diversa”.
Francesco De Luigi, La Tribuna