Un fatto è certo: la Repubblica deve fare i conti con la sua storia recente, altrimenti vuol dire non avere capito niente e rischiare di fare peggio di prima. Se questo è vero, non si possono fare discriminazioni tra i primi 15 anni e quelli successivi. Le responsabilità sono diverse, eppure nessuno dei protagonisti citati nella Relazione della Commissione d’inchiesta sembra avere compreso e accettato le conseguenze dei suoi comportamenti. Anzi, abbiamo assistito al gioco dello scaricabarile durante il dibattito consiliare e perfino nella lettura degli odg. Ne sono stati presentati ben cinque, due e due da parte delle opposizioni, come se neanche gli stessi autori fossero convinti di quello che avevano scritto e avevano bisogno di porre un’altra opzione.
Necessariamente lunghissimo l’odg presentato dalla maggioranza, che non fa distinzione tra i vari periodi di questa fase storica e mette in fila tutti gli errori, gli orrori, e i tanti protagonisti. Anche solo leggendo questo testo, appare evidente il “volo di Icaro”, come è stato definito in Consiglio, cioè la imprudente sopravvalutazione di San Marino, della sua classe politica, e il mancato riconoscimento dei propri limiti, con il conseguente crollo in un mare di debiti e di ignominia.
Di fronte a tanto disastro, è apparso abbastanza squallido il tentativo delle forze politiche di minimizzare la loro stessa storia, anche perché alcuni di quei personaggi che hanno vissuto in prima persona le vicende di quegli anni, o che hanno votato in Consiglio le decisioni più farneticanti, sono ancora lì. Hanno capito quello che è successo? Non si può sapere. C’è qualcuno più responsabile di un altro? A ben guardare, sulle poltrone del governo si sono seduti la DC, il PSS, il PSD, AP anche nelle diverse declinazioni del loro nome e nelle varie scissioni che li hanno caratterizzati.
Lo scontro è ancora aperto. Basti vedere la battaglia accanita che è stata fatta sulla riforma della giustizia, la difesa pervicace del giudice Alberto Buriani (descritto addirittura come vittima delle persecuzioni dell’attuale maggioranza), i tentativi che sono stati fatti per la difesa di banca CIS. C’è stato perfino chi in aula ha difeso Simone Celli, anche se in nome della presunzione di innocenza, nessuno è colpevole fino a prova contraria. Il problema è che qui, dentro le due relazioni della Commissione, di prove ce ne sono a iosa. Comunque, ci penserà il tribunale, che dovrà esaminare le posizioni di Celli e di Buriani, ma anche di molti altri. Speriamo…
Ingenuo (ci si passi l’aggettivo) il tentativo di Libera di esaltare l’ex Segretario alle Finanze Eva Guidi, che oggi assolve con grinta e con forte personalità il suo ruolo di capogruppo ma che nel suo ruolo precedente non ha dimostrato alcuna forza di carattere, sembrava quasi spaventata quando parlava in Consiglio e che a un certo momento, nell’estate 2019, puntò decisamente i piedi dichiarando che non avrebbe mai firmato il bilancio di quell’anno. Certe situazioni hanno sicuramente dato una bella spinta alla caduta del governo Adesso.sm, proprio per esaurimento e venuta a meno delle condizioni politiche.
RF, dal canto suo, continua a ribadire che i vertici di Banca Centrale (Grais e Savorelli, per intenderci) erano stati nominati da altri e che loro li hanno cacciati. Leggendo i fatti di quei tempi, non pare proprio così. Li hanno dovuti cacciare costretti dalle circostanze in cui gli stessi Grais e Savorelli si erano messi (che poi Grais se n’è andato con molto comodo, quando gli è parso a lui).
Insomma, le vicende più recenti fanno bene il paio con quelle della piazza finanziaria. Ovvero con il tentativo miseramente fallito di trasformare San Marino in una piccola Svizzera, dove tutto quello che si toccava diventava oro. Tanto oro per le tasche dei protagonisti in Congresso di Stato e poi giù a cascata, per collaboratori, consulenti, mediatori, faccendieri, portaborse, sciacalli e parassiti. Il fenomeno era sotto gli occhi di tutti, sia quello delle licenze bancarie, sia delle triangolazioni, sia degli affari con le organizzazioni malavitose, sia delle speculazioni sul territorio. Ma nessuno ha mai visto niente e ha mai sentito niente. Anzi, se qualcuno si azzardava ad alzare un dito, finiva male. Era una vera sbornia collettiva che, nel suo parossismo, ha aperto la strada a uno invece che la storia la sapeva lunga: Francesco Confuorti. Insieme a lui, ovviamente, la cricca grandoniana che gli ha dato man forte.
Certo è che oggi il “sistema” è cambiato e ha cominciato a sviluppare anticorpi importanti. Parliamo della vigilanza bancaria, dello scambio di informazioni, la cooperazione internazionale, le convenzioni contro la doppia imposizione fiscale.
C’è un mandato forte alla magistratura per individuare profili di indagine penale. A cominciare dalla vendita (o meglio svendita) degli NPL in Cassa di Risparmio, ma anche altre azioni che hanno portato allo svuotamento delle casse dello Stato.
C’è la volontà di accogliere le raccomandazioni del Greco sulla trasparenza di patrimoni, redditi, debiti e partecipazioni dei membri del Consiglio. Il che è ben diverso dal pubblicare in maniera acritica il nome di eventuali debitori, perché non tutti quelli che hanno avuto dissesti economici sono dei delinquenti.
C’è anche l’intenzione dichiarata di produrre una normativa sul contrasto di influenze e l’invito al governo di attivarsi, insieme a Carisp, dopo l’ultima sentenza della Procura di Forlì che di fatto ha azzerato il processo Varano.
Infine, c’è ancora della strada da fare per arrivare a quel “Memorandum di intesa con Bankitalia” che avrebbe potuto essere attivo dal 2005 e che forse avrebbe potuto evitare tanti di quei danni che sono venuti dopo. Ma se il latte versato non si può più raccogliere, ci serva di lezione per non versarne altro.
a/f