San Marino. Il fotovoltaico aprirà la strada della “Comunità energetica” … di Daniele Bartolucci (Fixing)

Da un lato la necessità, sempre più urgente, di aumentare l’autonomia energetica del sistema, dall’altro la realtà dei conti pubblici che probabilmente non permettono grandissimi investimenti dello Stato: la soluzione, però, esiste ed è da tempo che circola a San Marino e si chiama partnership pubblico-privato. Su questo schema si muove infatti l’Avviso esplorativo avviato il 18 maggio per intercettare l’interesse dei privati – singoli o gruppi industriali anche internazionali – a installare impianti fotovoltaici su tutte le superfici utili che lo Stato ha a disposizione: tali superfici verranno concesse gratuitamente, con la previsione che la produzione degli impianti realizzati (a spese del privato) venga poi ceduta ad AASS, nei termini economici che verranno stipulati nel contratto, una volta scelto il partner privato tra le manifestazioni di interesse che perverranno entro il 19 giugno, data di chiusura delle candidature. Diversi i vincoli previsti, tra cui quello di collaborare con le imprese del settore operanti in territorio e quello, ancora più concreto, che al termine del tempo concordato per rendere equilibrato e fruttifero l’investimento del privato, non solo gli spazi e le superfici concesse tornino in capo allo Stato, ma anche gli impianti stessi.

Un passo in avanti importante, quindi, anche se è solo un tassello del complicato progetto nazionale che da più parti sollecitano da tempo, in primis ANIS, che rappresenta le imprese manifatturiere che oggi sostengono di fatto con i propri numeri il sistema economico sammarinese, ma che per loro natura sono anche quelle più energivore, nonostante i notevoli investimenti attuati nel tempo al fine di ridurre questo impatto: a tal proposito, basti pensare all’assenza di una normativa per la cogenerazione industriale, per non parlare del ciclo delle acque (San Marino non ha un depuratore pubblico, né impianti di captazione efficienti) e di quello dei rifiuti (si paga per raccoglierli e per smaltirli fuori confine, dove tramite processi di termovalorizzazione o di biodigestione, viene prodotta energia o gas che poi, paradossalmente, viene magari rivenduta a San Marino). Su questo fronte è stato incaricato più di un anno fa un Gruppo di esperti e, dalle indiscrezioni che trapelano in queste settimane, è già stata depositata la relazione conclusiva dell’analisi effettuata. In pratica resta solo da scegliere quali strategie attuare e quali investimenti avviare, sia pubblici che privati.

IL GOVERNO PUNTA AL “TOTAL GREEN”

Premesso che, come si legge nell’atto, “la Repubblica di San Marino si pone l’obiettivo di diventare il primo Stato totalmente green a livello di approvvigionamento energetico al mondo sfruttando tutte le componenti energetiche possibili quali il fotovoltaico, l’idroelettrico e l’eolico” e che “per perseguire il superiore obbiettivo la Repubblica di San Marino intende adottare politiche energetiche e misure, in una visione di lungo periodo sia sotto il profilo economico – finanziario che quello infrastrutturale, volte al raggiungimento di una copertura in maniera stabile del fabbisogno di energia elettrica dello Stato attingendo a fonti di energia rinnovabile prodotte anche attraverso impianti fotovoltaici installati su coperture di proprietà dell’Ecc.ma Camera”, è sintomatico che l’Avviso internazionale sia sottoscritto e promosso da ben tre Segreterie di Stato, tutte egualmente coinvolte a seconda delle proprie competenze nell’urgenza nazionale sul fronte dell’energia: quella per il Territorio e l’Ambiente, l’Agricoltura e i Rapporti con I’AASLP, quella per il Lavoro, lo Sport e i rapporti con I’AASS, e quella per l’Industria, l’Artigianato e il Commercio. Ancora di più, l’iniziativa parte dalla delibera di Congresso di Stato n. 29 del 3 aprile, a riprova che tutto il Governo sia coinvolto in questa partita.

Così come scritto, però, i dubbi interpretativi sono comunque evidenti: quel “green” citato all’inizio è da intendersi alla sammarinese o, come sarebbe più giusto visto il percorso di avvicinamento all’Europa, in chiave di Tassonomia Europea? Perché diventa discriminante, soprattutto sulle tecnologie insediabili in territorio, laddove alcune sembrerebbero escludersi – perché non prettamente rinnovabili – mentre in Europa sono state inserite, proprio recentemente, anche tante altre, compreso il nucleare. Chiaramente San Marino il nucleare non ha intenzione di installarlo in loco, ma nulla toglie che una partnership con imprese o altri Stati per realizzarlo altrove siano possibili. Ma sono soprattutto le altre tecnologie a mettere in dubbio l’assioma secondo cui si vorrebbe raggiungere l’equilibrio tra fabbisogno e produzione con solo energia da rinnovabili: il fabbisogno attuale, numeri alla mano pubblicati e aggiornati mensilmente sul sito di AASS (vedi tabella) dicono infatti che l’incidenza attuale della produzione da fotovoltaico sia ancora molto bassa, di 16.786.430 contro 270.154.647 kWh importati dall’esterno. E anche “coprendo” tutto il possibile – stima confermata dal Governo nei mesi scorsi – si arriverebbe al massimo a un 20-25% del fabbisogno. E il resto? Probabilmente la relazione del Gruppo di esperti, una volta resa nota, chiarirà questa domanda, ma appare abbastanza realistico prevedere che la copertura del fabbisogno sia realizzabile solo con un mix energetico che, nel tempo, comprenda sia l’importazione, sia la produzione in loco da rinnovabile, sia appunto la produzione da altre fonti. Escluse quelle fossili, sia chiaro.

L’AVVISO E LA PARTNERSHIP DA SIGLARE CON AASS

In via preliminare, come detto sopra, “per lo sviluppo e la realizzazione del progetto del presente Avviso internazionale si intende costituire una partnership tra l’Azienda Autonoma dei Servizi Pubblici ed imprese operanti nel settore energetico”, ed è “attraverso la sinergia tra pubblico e privato” che questo progetto “consentirà di perseguire l’efficientamento energetico della Repubblica di San Marino senza pesare sull’ indebitamento pubblico, nell’idea di sviluppare la prima comunità energetica concretamente realizzata a livello nazionale”. Va da sé che “solo una strategica collaborazione tra AASS e imprese professionalmente riconosciute a livello internazionale potrà rendere attuabile il progetto”. Tanto che la richiesta di manifestazioni di interesse è limitata solo a “persone giuridiche, ivi inclusi i gruppi internazionali, con comprovata esperienza ultradecennale nel settore delle energie rinnovabili in particolare in progetti di efficienza energetica a forte impatto ambientale” e che siano “idonee e potenzialmente interessate alla realizzazione di un sistema di comunità energetica nazionale”.

Cosa si offre e cosa si chiede a queste imprese? In pratica, il privato dovrà provvedere alla “installazione, mediante capitali propri, di impianti fotovoltaici su coperture di proprietà dell’Ecc.ma Camera”, che verranno concesse gratuitamente e nelle condizioni idonee per essere utilizzate allo scopo. Quindi, in base alla “costituzione di una partnership con l’Azienda Autonoma dei Servizi Pubblici”, dovrà cedere alla stessa AASS l’energia elettrica prodotta” da detti impianti.

I VINCOLI: IMPRESE LOCALI E RESTITUZIONE IMPIANTI

Ovviamente, sia la concessione in uso che i termini della cessione dell’energia ad AASS (e relative tempistiche) saranno definiti in un contratto, successivamente alla scelta del Congresso di Stato tra le manifestazioni di interesse pervenute.

Con alcune previsioni e vincoli, però, tra cui quella che “nel contratto sarà previsto l’impegno da parte dell’impresa a collaborare con le imprese sammarinesi idonee a svolgere prestazioni rientranti nel campo del progetto di efficientamento energetico individuato, qualora presenti sul territorio, coinvolgendole nell’esecuzione di parti del lavoro e nella fornitura dei materiali, sotto la supervisione di AASS”. Ma anche quella secondo cui “al termine della concessione, gli impianti fotovoltaici installati resteranno di piena ed esclusiva proprietà dell’Eccellentissima Camera della Repubblica di San Marino, senza necessità di alcun onere, risarcimento o quant’altro a favore del concessionario”.