In questi giorni si parla molto dell’Accordo di Associazione tra San Marino e l’Unione Europea. È un passaggio importante, forse il più rilevante degli ultimi decenni per il nostro Paese. Ma per capire quanto questo accordo possa incidere sul nostro futuro, bisogna guardare anche al passato, e ricordare una scelta altrettanto fondamentale fatta più di trent’anni fa: l’unione doganale con l’UE, firmata nel 1991.
Grazie a quell’accordo, San Marino ha potuto esportare i propri prodotti verso i Paesi europei senza dazi e senza barriere inutili. Le nostre imprese hanno lavorato meglio, con meno burocrazia e più libertà. È stato un primo passo concreto verso l’Europa, che ha dato stabilità economica e più opportunità a tutto il nostro sistema produttivo.
Ma cosa sarebbe successo se quella scelta non fosse stata fatta?
Saremmo rimasti isolati, con esportazioni più difficili e costose, relazioni complicate con l’Italia, meno investimenti e meno crescita. In altre parole: saremmo stati fuori dal mercato europeo, pagando un prezzo molto alto per la nostra chiusura.
Oggi, con l’Accordo di Associazione, stiamo facendo un passo successivo, ancora più ampio. Non si parla più solo di merci, ma anche di servizi, persone, capitale, regole comuni, mobilità e cooperazione. San Marino non perde la propria identità, ma si mette in rete con un’Europa che offre sicurezza, sviluppo e una visione condivisa.
Ma se oggi ci fosse una battuta d’arresto sull’Accordo di Associazione, cosa accadrebbe?
Rimarremmo davvero come siamo oggi o rischieremmo di fare un salto indietro?
La verità è che non si rimane mai fermi davvero. In un mondo che cambia velocemente, restare immobili significa perdere terreno. Mentre altri Paesi si integrano, si modernizzano e attraggono investimenti, San Marino rischierebbe di rimanere ai margini, bloccato in una posizione di incertezza e fuori dai meccanismi decisionali europei. Non sarebbe una semplice pausa, ma una regressione silenziosa: più difficoltà per le imprese, meno fiducia internazionale, più isolamento politico ed economico.
Per questo l’Accordo di Associazione non è un’opzione qualsiasi, ma una scelta strategica. Rinunciarvi o rallentarlo significherebbe interrompere un percorso di apertura e crescita che dura da decenni, e mettere a rischio la credibilità e la competitività del nostro Paese.
San Marino ha saputo, in passato, scegliere la strada dell’apertura e della visione.
Oggi dobbiamo dimostrare di avere lo stesso coraggio e lo stesso senso di responsabilità.
Il futuro non si aspetta: si costruisce.
Alessandro Mancini