Dimissioni chieste, dimissioni arrivate. Il siluro partito dal tribunale lo ha colpito e affondato. Il numero uno delle forze dell’ordine del Titano, Alessandro Gentili ha consegnato ieri ai Capitani Reggenti, Gian Carlo Terenzi e Guerrino Zanotti, la lettera delle sue dimissioni dal comando della Gendarmeria. Un addio’ arrivato in seguito alla diffusione e pubblicazione delle sue dichiarazioni, riportate nell’ultima ordinanza giudiziaria del pool guidato dal commissario della legge Alberto Buriani, impegnato nella tangentopoli sammarinese’. Le forze di maggioranza e il governo nei giorni scorsi hanno subito preso le distanze dal generale, esprimendo preoccupazione per lo scontro in atto con il tribunale. Prese di distanza che sono diventate veri e propri attacchi’ da parte dei partiti di opposizione. Le parole pubblicate e a lui attribuite sono state ritenute offensive per i magistrati, il governo e le istituzioni sammarinesi, verso cui erano indirizzati. Parole giudicate di «spregio e mancanza di rispetto». A prescindere dal contenuto, l’ordinanza attesta la fiducia venuta oramai meno tra il dimissionario comandante e la magistratura e soprattutto, la difficoltà di collaborazione tra le due realtà. Ieri delle dimissioni del numero uno della Gendarmeria si è parlato in apertura dei lavori della Commissione consiliare Affari esteri. «La lettera delle dimissioni del comandante della Gendarmeria ha detto il segretario di Stato agli Esteri, Pasquale Valentini è di questa mattina (ieri, ndr), l’ufficio di Presidenza ha stabilito un comma apposito nel prossimo Consiglio grande e generale. Non ne ha ancora presa visione il congresso di Stato. In quanto segreteria di Stato competente dei corpi militari ho ricevuto questa lettera. Credo che nel Consiglio grande e generale ci sarà lo spazio adeguato per poter parlare della vicenda e che potremo in quella sede tirare le conclusioni». (…) Il Resto del Carlino
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