San Marino. Il giornalista David Oddone vince a Strasburgo: condanna per San Marino. L’intervista di Michele Cucuzza al giornalista

Nella giornata di ieri la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha deliberato all’unanimità – dunque col voto favorevole dello stesso Giudice sammarinese – la condanna della Repubblica di San Marino per l’ingiusta sentenza di condanna patita dal giornalista David Oddone per due incidenti considerati falsi e che evidentemente falsi non erano. Una sentenza molto dura contro San Marino. Una sentenza storica anche solo per il fatto che sino ad oggi chi si è rivolto alla Cedu, anche di recente, ha sempre perso o quasi. Il che dà già il metro della portata di questa vittoria. Sono, così, onorato di intervistare l’amico e collega David non solo in qualità di Direttore, ma di giornalista sollevato (pur se indignato) per quanto successo a suo tempo sul Titano.

David, non ti darò del lei. Racconta il tuo stato d’animo.
“Ti ringrazio Direttore della decisione di intervistarmi. Un atto non dovuto e per questo ancora più apprezzato. Scusami se divago ma vorrei ringraziare in prima battuta i miei legali, gli avvocati Stefano Pagliai (nella foto) del foro di Firenze – che si è occupato della redazione e della difesa presso la Cedu – Rossano Fabbri del foro di San Marino e Filippo Cocco del foro di Rimini – che mi hanno seguito nelle fasi del processo sammarinese – e per la consulenza in ambito di diritto internazionale lo studio dell’avvocato Achille Campagna del foro di San Marino. Sono stati per me amici preziosi in un momento non semplice della vita. Mi chiedi qual è il mio stato d’animo. Sono naturalmente contento per questo epilogo. Devo dire che me lo aspettavo avendo io la coscienza assolutamente pulita”.

Ho letto la sentenza ed entra nel merito dei fatti. Permettimi di affermare che non hai vinto solo legalmente, ma soprattutto moralmente. Sei d’accordo?
“Guarda, non avrei potuto fare una sintesi migliore. La sentenza mi riabilita completamente non solo dal punto di vista legale, ma soprattutto da quello morale perché spiega a chiare lettere che sono stato condannato ingiustamente in base a prove e testimonianze fantasiose. Vorrei fare capire ai lettori quello che mi è accaduto con un esempio. E’ come se una qualsiasi persona accusasse il vicino di avergli rigato la macchina e questi venisse condannato sulla base della sua testimonianza e senza mai poterlo interrogare e dunque confutare le sue falsità! Questo è quanto accaduto a me ed avendo io la coscienza perfettamente a posto non ho mai mollato”.

Allucinante. Perché questo trattamento?
“Sono un giornalista scomodo. Io credo si sia voluto colpire sia l’uomo, che il professionista. Pensi che il tribunale di San Marino ha fatto di recente prescrivere un procedimento legato a ‘Vulcano’ sulle infiltrazioni mafiose in Repubblica. Era un caso che avevo tirato fuori io. Sulla base delle mie inchieste si sono aperti come tu sai numerosi procedimenti qui a San Marino, i più spinosi. Al contrario di altri non ho mai fatto il passacarte, forse per questo do fastidio”.

Ora che cosa farai?
“Quello che ho sempre fatto. Continuerò a fare il mio mestiere con la schiena dritta. Chi utilizzava quella condanna per denigrarmi dovrebbe ora sciacquarsi la bocca. Anche perché non è che visto che sono stato riabilitato da un Tribunale Superiore, quello europeo, ora la questione finisce qui. Voglio andare a fondo, ci saranno altre iniziative legali e mediatiche sia a San Marino, che in Italia. Io non mollo mai mi pare di averlo dimostrato. Mi sono sempre rialzato più forte di prima quando mi hanno colpito”.

Immagino che la tua famiglia sia orgogliosa di te. Io come Direttore certamente lo sono.
“Grazie Michele, le parole e la stima di un professionista della tua statura mi ripagano davvero di tanta angoscia. La mia famiglia mi è sempre stata vicina. A mia figlia, quella più grande, ho intenzione di raccontare presto tutta questa vicenda per darle la possibilità di capire che nella vita bisogna sempre combattere per fare emergere la verità. L’importante non è cadere, perché gli imprevisti accadono, tuttavia un Uomo per essere considerato tale, deve trovare la forza e il coraggio di rialzarsi. Concordo con te: la mia famiglia può essere fiera di me, lo voglio dire a gran voce”.

Ieri in quanti ti hanno telefonato?
“Tantissimi. Ci tengo a ringraziare pubblicamente diversi appartenenti alle forze dell’ordine che nonostante la paradossale condanna del tribunale sammarinese mi hanno sempre considerato una persona per bene. Poi vorrei citare il senatore della Commissione Antimafia, Mario Giarrusso e il Presidente della Fondazione Caponnetto, Salvatore Calleri, che ieri sono stati i primi a complimentarsi con me. Devo dire che la loro solidarietà non è mai mancata. Infine vorrei spendere parole di elogio per l’Ordine dei Giornalisti italiano. Mi sento fortunato e privilegiato di farne parte. Ruolo primario dei giornalisti è la ricerca della verità. Così i miei colleghi non si sono fermati alla condanna e hanno scavato. Non a caso il mio procedimento disciplinare a seguito della paradossale condanna del tribunale sammarinese era stato congelato in attesa proprio di Strasburgo. Questo atteggiamento fa onore alla categoria. Ebbene la loro fiducia è stata ben riposta, credo che anche dall’Ordine possano essere contenti. In generale i colleghi delle testate italiane, penso al Resto del Carlino, piuttosto che al Corriere di Rimini, si sono occupati della mia vicenda in maniera molto rispettosa e professionale. A San Marino giornalesm ha dato sempre spazio alla mia vicenda. I miei editori inoltre non hanno mai smesso di credere in me”.

Michele Cucuzza

Una ultima domanda. Che cosa ti ha lasciato questa brutta vicenda ormai finita alle spalle?
“Credo di essere diventato un professionista più capace. Perché ora so come si sta dall’altra parte, da quella degli indagati e imputati. Sono diventato più garantista, mi pongo tante domande e sono maggiormente rispettoso di chi finisce alla sbarra in tribunale. Ho capito che chiunque può sbagliare nelle sue valutazioni, anche un magistrato. Credo di essere oggi un giornalista e una persona migliore”.
Chiudo questa intervista con una frase mai come oggi attuale: il tempo è sempre galantuomo. La vittoria di David Oddone è anche la vittoria di chi come il sottoscritto, ha sempre creduto in lui. Non a caso le maggiori inchieste sulla criminalità a San Marino sono state condotte dall’Oddone. Avevamo riposto la nostra fiducia – io e tanti altri – in una persona onesta, con la schiena dritta e moralmente ineccepibile. Noi lo sapevamo già. Ora lo certifica senza ombra di dubbio alcuno un Tribunale Superiore, quello europeo.

La RepubblicaSM