San Marino. Il giudice Alberto Buriani querelato per calunnia (articolo completo da Repubblica Sm)

Tribunale ultimamente tirato in ballo dalla politica e dalla cronaca, il che non è di per sé qualcosa di positivo. Solo qualche giorno fa è stato dato ampio spazio dai media alla ricusazione di un giudice da parte di un soggetto che rappresenta esso stesso lo Stato. Un fatto questo di una gravità enorme che suscita nel cittadino sfiducia: se neppure gli stessi organismi dello Stato danno l’impressione di non fidarsi di un giudice, come può farlo la gente? Evidentemente non si sta comprendendo ancora appieno la portata degli effetti che lo scontro in atto ingenera all’interno e al di fuori del Paese. In un contesto particolarmente caldo si inseriscono alcune interviste di soggetti che affermano di avere intrattenuto rapporti “amichevoli” con gli stessi magistrati che li avrebbero indagati. Fatti questi di una gravità inaudita e rispetto ai quali non sappiano ancora se sia stato o meno aperto un fascicolo per appurarne la veridicità, nell’interesse in primo luogo delle toghe e del tribunale. Ultimo fatto in ordine di tempo è una denuncia-querela che ipotizza il reato di calunnia – art. 357, primo comma del codice penale – in capo al Commissario della legge, dottor Alberto Buriani. Il reato ipotizzato è gravissimo in quanto la calunnia è un reato contro l’amministrazione della giustizia. Ecco cosa recita il primo comma dell’articolo: “Chiunque, mediante denuncia o querela diretta al giudice o a un pubblico ufficiale che abbia l’obbligo di riferirglielo, incolpa di un misfatto taluno che egli sa innocente ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato, è punito con la prigionia dal secondo al terzo grado”. A depositare presso la cancelleria penale del Tribunale unico di San Marino l’atto alle ore 14 e 47, come si legge nel visto-deposito, è il Direttore di Giornalesm, Marco Severini, accompagnato dal legale di fiducia, avv. Achille Campagna del foro di San Marino. La decisione di denunciare il magistrato parte – a quanto si legge nell’atto – dalla riunione del Consiglio giudiziario plenario dello scorso 19 dicembre durante il quale è stata discussa la relazione del magistrato dirigente. In quella occasione, secondo quanto ricostruisce il giornalista sammarinese in querela, l’avv. Alberto Buriani avrebbe affermato che lo stesso Severini avrebbe beneficiato di favoritismi da parte di altri giudici in relazione a cause civili. “Tali affermazioni – spiega Severini a Repubblica Sm – sono di una gravità enorme oltre ad essere palesemente false e smentite dai fatti. Tali accuse determinano un danno irreparabile, possono potenzialmente influenzare gli altri giudici e ne minano la serenità. Mi auguro dunque che il magistrato al quale sarà assegnato il fascicolo penale possa accertare quanto prima i fatti, anche perché non credo sia una cosa normale che si parli di un giornalista in un consesso rispetto al quale io non dovrei avere nulla a che fare. In ogni caso credo che acquisendo gli atti e verbali del Consiglio giudiziario del 19 dicembre scorso sarà agevole appurare come sono andate le cose. Mi lasci dire che sono sconcertato da questi fatti: se ha detto quelle cose deve essere condannato, io non ci sto! Visto quello che mi è stato fatto in passato e rispetto a fatti verso i quali è poi arrivata l’archiviazione credo di non avere mai avuto o beneficiato di alcun favore dal tribunale, anzi! Io sono un giornalista che piaccia oppure no, negli ultimi anni non ho mai avuto paura di scrivere di nessun fatto, argomento o persona. Lavoro 18 ore al giorno al contrario di altri e nessuno può permettersi di fare certe vergognose accuse, neppure un magistrato”. La denuncia del giornalista Marco Severini porterà verosimilmente all’apertura di un fascicolo penale contro il commissario della legge Alberto Buriani e in attesa che vengano appurati i fatti bisognerà capire quali decisioni verranno prese dal Dirigente, nell’interesse evidentemente di tutte le parti in causa, in primis dello stesso tribunale. Quel che è certo è che diventa quanto mai necessario fare luce sia su questo, che su altri fatti che stanno emergendo.

Repubblica Sm