Alla incapacità dimostrata in questi quasi due anni di governo con risultati nulli e danni enormi, ora assistiamo anche a una arroganza e ad un gergo senza precedenti. Il governo e la sua maggioranza hanno deciso già da un po’ di tempo a questa parte di non inviare comunicati e inviti alle conferenze stampa al nostro giornale, reo evidentemente di non essere – usiamo pure noi un gergo affine – “ruffiano”.
Cose del genere accadono forse solo in Russia e Turchia, o magari – chissà – in Congo. Meglio però indignarsi perché qualcuno ha pubblicato l’ordinanza sul caso titoli, invece che commentare queste liste di proscrizione!
Ora, da un comunicato apparso sulla SmTv a ama del Congresso di Stato, leggiamo esterrefatti e anche molto, molto preoccupati: “Il Congresso di Stato prende atto della decisione della CSU di imboccare la strada dello sciopero generale. E’ una decisione assolutamente legittima, che va osservata con rispetto e con attenzione, ma che inevitabilmente produrrà alcuni effetti nel rapporto con le organizzazioni sindacali”.
Insomma dopo “il silenzio è d’oro”, le accuse di essere “infami”, le minacce di “conseguenze”(quali?) al Consigliere Ciavatta di Rete, il “particolare” gergo del governo delle ultime settimane si arricchisce di questo nuovo capitolo, dove in pratica si dice: legittimo che si scioperi, ma ne pagherete le conseguenze! Conoscendo Tamagnini, non crediamo la prenderà bene, né crediamo che queste velate minacce lo toccheranno.
Resta la gravità di quanto messo nero su bianco, che fa comprendere come mai nel Paese vi sia un clima di terrore, che ci si augura possa venire spazzato via da migliaia di persone in piazza allo sciopero.
Questi signori ci ricordano – anche con un po’ di tenerezza se vogliamo – il Silvio Berlusconi di qualche anno fa, quello che mentre la gente faticava ad arrivare a ne mese, affermava di vedere i ristoranti pieni.
Si legge infatti ancora nel comunicato del governo: “Lo slogan motivazionale con cui è stato lanciato lo sciopero generale è dare ‘una scossa’ ed è sicuramente un’idea suggestiva, rispetto alla quale si intende rassicurare la CSU, una scossa non serve affatto”.
Tutto sommato siamo d’accordo: le cose nel Paese vanno talmente bene che più che una scossa, sarebbe da lanciare una spallata decisa a queste persone (politicamente parlando ovviamente, c’è chi è stato denunciato per attentato ai poteri pubblici, trovando sponda, per molto meno…) e mandarle a casa.
Più facile a dirsi che a farsi: chi è entrato in Consiglio con una manciata di preferenze, ovvero la maggior parte di quelli di Adesso.sm, è ben conscio che finito questo governo, con la politica avrà chiuso. Meglio dunque ingoiare rospi che staccare la spina! Ma i sammarinesi non dimenticheranno che hanno votato per il cambiamento, mentre ora si ritrovano in brache di tela.
La Repubblica.SM