San Marino. Il governo allunga la vita, ma solo di due mesi. Giusto il tempo per votare la legge di bilancio

San Marino torreUN GOVERNO a tempo. Che durerà due mesi o poco più, giusto il tempo di chiudere la partita legata alla Finanziaria.

Dopo aver affrontato le priorità bisognerà andare alle urne, «perché è difficile pensare che la legislatura arrivi al 2017». A dirlo è Mario Venturini durante il confronto che ieri ha impegnato il Consiglio grande e generale con il dibattito sulle dimissioni dell’ormai ex segretario di Stato alle Finanze, Claudio Felici, reduce dal passo indietro fatto sulla scia delle testimonianze rese da Mirella Frisoni, ascoltata dai giudici sammarinesi nell’ambito dell’indagine sul Conto Mazzini.

Il capogruppo di Alleanza Popolare afferma che la scelta dell’ex inquilino di Palazzo Begni «non rappresenta una risposta politica adeguata alla questione morale, ma solo un atto dovuto». E invoca «un governo di svolta che nel rispetto del risultato elettorale consenta di cambiare pagina con il ricorso a figure non imparentate alla politica del passato».

Con gli alleati di maggioranza è in agenda una verifica che «si chiuderà alla fine dell’anno dopo la legge di bilancio. Se poi le valutazioni tra noi e gli alleati saranno diverse, ognuno farà le sue scelte. L’accordo è per due mesi». Non nasconde la portata destabilizzante delle dimissioni di Felici nemmeno Anna Maria Muccioli, in Consiglio nel plotone democristiano: «Lo stallo a livello istituzionale a tutti i livelli è preoccupante», rileva.

Rispetto all’apertura di una crisi e alle elezioni arriva però un secco no: «Affrontiamo la Finanziaria, poi in maniera compiuta la questione morale, ma soprattutto affrontiamo i problemi del Paese». In maggioranza si procede quindi con cautela, mentre nell’opposizione le critiche si alternano alle note stonate di un Partito socialista diviso.

Alessandro Mancini continua a tendere la mano offerta alla maggioranza dal segretario Simone Celli ribadendo che «il Ps è pronto a fare la propria parte nei prossimi due mesi, nei quali si delineerà il futuro della legislatura».

Mentre Federico Pedini Amati si smarca senza mezzi termini: «Diffido dei membri del mio partito quando si dicono disponibili a appoggiare questa maggioranza. Io non sono disponibile a farlo, non credo nella credibilità di queste istituzioni».

E il Pdcs sembra strizzare l’occhio ai socialisti della minoranza. «Dobbiamo essere capaci di confrontarci anche con l’opposizione — afferma il vicesegretario del Pdcs, Luca Beccari — questo è il tema fondamentale per portare avanti il cambiamento». Gli fa eco il titolare del dicastero alla Sanità, Francesco Mussoni.

«Dal discorso del segretario del Ps, Simone Celli — dice — sono emersi messaggi importanti e significativi rispetto a un contributo sostanziale per sostenere il Paese».

Il Resto del Carlino