San Marino. ”Il governo non ne ha presa una”. L’intervista di RepubblicaSM al cons. Giovanna Cecchetti

Cecchetti: “Un Paese, il nostro, non si merita certamente di essere governato da chi a distanza di due anni non ha fatto altro che perdersi negli slogan senza concretizzare nulla sul fronte programmatico. Sono stati due anni spesi
per modificare il sistema bancario e finanziario sammarinese, con l’unico risultato di aver aumentato i problemi del settore, messo in difficoltà alcune banche, tipo Asset Banca (sulla quale solo la giustizia ne conosce i retroscena, ma presto il tutto verrà a galla) ed avere quindi come risultato il sistema bancario che soffre e riversa la propria sofferenza sull’intera economia”.

Lo scorso fine settimana, tanto per cambiare, si è parlato a livello politico di unione delle forze e di una possibile ripartenza all’insegna di dialogo e condivisione. Al tavolo che ha visto la partecipazione di tutte le forze politiche era presente il consigliere indipendente Giovanna Cecchetti che in quella sede ha ribadito con forza il fatto che la parte produttiva del Paese sta soffrendo di ‘solitudine’ perché la politica che dovrebbe prestare orecchio alle sue esigenze ha evitato sistematicamente di ascoltare. Abbiamo così voluto riflettere con la Cecchetti di quei concetti.

L’abbiamo sentita spesso affermare che il governo sarebbe arrivato al capolinea. Quali elementi ha per dirlo?

“In diversi interventi ho affermato che l’attuale Esecutivo è al capolinea e che sta portando il nostro Paese verso il baratro economico, finanziario, sociale e culturale. Mi chiede quali elementi ho per dire e fare certe affermazioni? Le rispondo con grande senso di responsabilità politica, in particolare verso un Paese, il nostro, che non si merita certamente di essere governato da chi a distanza di due anni non ha fatto altro che perdersi negli slogan senza concretizzare nulla sul fronte programmatico. Sono stati due anni spesi per modi care il sistema bancario e finanziario sammarinese, con l’unico risultato di aver aumentato i problemi del settore, messo in difficoltà alcune banche, tipo Asset Banca (sulla quale solo la giustizia ne conosce i retroscena, ma presto il tutto verrà a galla) ed avere quindi come risultato il sistema bancario che soffre e riversa la propria sofferenza sull’intera economia. Se a questo sommiamo il fatto che su altri settori, come la sanità, il lavoro, l’istruzione, non hanno certamente brillato o addirittura hanno fallito totalmente, la risposta alla sua domanda è sotto l’occhio vigile della popolazione”.

Abbiamo appreso di recente che ha dato vita ad un gruppo di lavoro coordinato con un ex membro della maggioranza che sostiene questo governo, Tony Margiotta. Ce ne parla in profondità?

“In questi due anni con il collega Margiotta c’è stato sempre rispetto e dialogo, seppure da una posizione Consiliare diversa. Ancor più dopo la sua uscita da SSD e dalla maggioranza di Governo, maturando la stessa convinzione che anche il presunto nuovo non riesce a dare risposte al Paese. In queste settimane ci siamo confrontati molto ed abbiamo condiviso la necessità di affrontare le sfide del Paese, attraverso un diverso modo di concepire la politica, per questo è nata la collaborazione”.

Guardare al futuro ha la sua importanza, ma non c’è anche un passato sul quale doverosamente far luce?

“Se guardo al passato dell’ultimo decennio, devo prendere atto che i governi di turno, dove non è mai mancata la presenza (e la guida) di AP, oggi Repubblica Futura, non solo non hanno fatto passi avanti, ma hanno dì fatto interrotto il crescere della nostra economia. Detto questo è ormai noto a tutti che vi sono fascicoli aperti su determinate scelte fatte dagli ultimi governi e sui quali il Tribunale farà luce”.

Alcune delle scelte fatte in questi due anni sono irreversibili, altre no. Ritiene che su queste ultime si debba tornare indietro?

“Alcune delle decisioni prese, come la sanatoria, ed altre in procinto di essere legiferate da questo governo devono essere riviste. Per altri provvedimenti invece, come la patrimoniale e interventi che vanno nella stessa direzione, il problema è che sono già stati attuati e pertanto i cittadini sono chiamati a farvi fronte”.

Che sensazione ha rispetto alla nuova Banca Centrale?
“Una sensazione diversa, con l’auspicio che il nuovo Presidente dia impulso maggiore e soprattutto diverso rispetto al passato, in particolare dia quella svolta necessaria e non si faccia intimidire o indirizzare da coloro che in questi ultimi anni non ne hanno indovinata una e che certamente non hanno lavorato per il nostro sistema bancario e finanziario. Al contempo dobbiamo prendere atto che il governo ancora una volta ha perso un’occasione, mi riferisco alla nomina di Antonella Mularoni nel condir di Banca Centrale, un atto di forza, una nomina che potrebbe essere percepita più politica che al di sopra delle parti e che potrebbe nuovamente minare la fiducia dei cittadini verso questo settore, soprattutto in un momento delicato per Banca Centrale nel quale si sta anche cercando di fare ripartire il dialogo e ridare credibilità al massimo organo di vigilanza”.

Come giudica la richiesta dei consiglieri di maggioranza di poter accedere ai verbali se- cretati della commissione giustizia?

“Solito modus operandi di questa maggioranza, un’altra trovata per far uscire dati e informazioni sensibili colpevolizzando la minoranza di un’eventuale fuga di notizie. Il punto fondamentale è il perché, non vi era motivo da parte dei consiglieri di maggioranza di accedere ai verbali della commissione Giustizia, si tratta di un procedimento amministrativo che nulla ha a che fare con la presa visione di quegli atti, perlomeno da parte dei consiglieri. Per fortuna il giochino non gli è riuscito”!

Il Progetto di Legge di iniziativa popolare sulle Unioni Civili è stato approvato dal Consiglio Grande e Generale, che ne pensa?

“Onorata di aver potuto dare il mio contributo a questa svolta epocale, finalmente le unioni civili sono una realtà ed ogni individuo sarà libero di poter scegliere come e con chi passare la propria vita indipendentemente dall’orientamento sessuale. Ci tengo a ringraziare il comitato promotore del Progetto di Legge, la Commissione pari opportunità e tutti coloro che con determinazione, dialogo e sensibilità hanno reso possibile questo passaggio storico. Bisogna oltremodo sottolineare che questo è solo il primo passo verso il lungo cammino del riconoscimento dei diritti civili”.

David Oddone, La RepubblicaSM