Cresce la preoccupazione per la variante Delta. Crescono inesorabilmente i contagi. La curva discendente si è fermata un paio di settimane fa. Le vacanze, la grande mobilità estiva, i balli notturni e i festeggiamenti per gli europei di calcio, hanno cambiato il volto dell’estate. Tanto che si parla di una proroga dello stato di emergenza fino alla fine dell’anno.
Sarà il green pass lo strumento idoneo a metterci al riparo da tutti i rischi? La discussione è più che mai aperta perché, come in tutte le altri fasi della pandemia, si deve percorrere una strada sconosciuta, che nessuno finora ha mai tracciato. Per questo, un giorno ci dicono una cosa, il giorno dopo un’altra, anche in funzione di come cambiano le situazioni. Così, ci troviamo di fronte alla consueta ridda di proposte e contro proposte, che creano confusione e, quel che è peggio, forniscono sempre nuovi alibi ai non vaccinisti.
L’arma segreta per uscire da questo nuovo delirio estivo, infatti, è sempre lì, nel vaccino. Di conseguenza, anche nello strumento che ne deriva, il famoso green pass, che dovrà diventare il mezzo per evitare nuove chiusure. Qui sta il senso delle tante divergenze sulla sua estensione e sulla sua applicabilità, che dovrà essere affiancata da una nuova definizione delle percentuali dei contagi da tramutare in colori da affibbiare alle Regioni o ai Comuni.
Sembra il nuovo gioco dell’estate, ma la cosa è molto seria perché la crescita esponenziale dei contagi, perfino nella bolla super protetta del villaggio olimpico a Tokio, fa temere una nuova stagione di restrizioni, di chiusure, di divieto a muoversi.
La spiegazione è proprio nel fatto che la variante Delta è molto più contagiosa rispetto al virus originario e alle altre varianti. Colpisce soprattutto i giovani, che forse sono i meno attenti e i meno vaccinati. I quali giovani diventano quindi un veicolo privilegiato per la trasmissione, tanto da colpire anche i vaccinati.
Ma non sono immuni? Ovviamente sì. Il vaccino dà ancora una copertura elevatissima rispetto al rischio di morte e di infezione grave, ma rimane comunque una piccola finestra di trasmissibilità.
In tutto questo c’è un altro tipo di rischio che bisogna valutare attentamente: se le percentuali di contagio si alzano troppo, è possibile che la Delta diventi così potente da superare anche le barriere del vaccino. Al momento, il dato consolante e che i nuovi positivi al virus non hanno sintomi, o li hanno in maniera molto leggera. Insomma, siamo quasi al livello di una classica sindrome influenzale.
Tuttavia, possono succedere così tante cose che non si può abbassare la guardia, tanto che si parla con sempre più insistenza di prolungare l’emergenza fino a dicembre con l’introduzione di misure restrittive legate al green pass. Il quale probabilmente non sarà più fornito anche dopo un semplice tampone, ma solo dietro alle due dosi vaccinali. Quindi, solo i possessori potranno accedere ai grandi eventi, nei luoghi al chiuso e potranno entrare in altri paesi. In questo campo, è una vera giungla: ogni destinazione ha una sua piattaforma green e sue particolari regole di accesso. Se possiamo permetterci un consiglio: meglio il “mare nostrum” per le vacanze, per evitare quarantene ed episodi spiacevoli. Al momento, anche i ricoveri sono pochissimi su scala nazionale.
San Marino, in una situazione così complicata, difficile da gestire e da organizzare, non poteva fare di più. Nella prima fase, ha curato e assistito tutti i cittadini; nella seconda e terza fase, ha acquistato i vaccini e ha messo in piedi una imponente campagna vaccinale; di seguito ha predisposto gli strumenti per la certificazione e la mobilità. Il green pass sammarinese, dal punto di vista tecnico, è perfettamente leggibile e riconoscibile dal sistema europeo. Dal punto di vista “politico” è legato al riconoscimento EMA per lo Sputnik. In pratica, ci fanno “patire” come a gennaio e febbraio per le prime forniture vaccinali. Poi San Marino ce l’ha fatta con le sue forze e siamo sicuri che ce la farà anche questa volta.
Per il resto, già molti paesi lo accettano indipendentemente dai capricci di Bruxelles e quindi, per tutti i cittadini, è meglio avere il green pass sammarinese, che non averlo. Come dimostrano le centinaia e centinaia di turisti europei che stanno facendo la fila all’Ospedale per essere vaccinati.
a/f