Due anni di squalifica per doping. Sono quelli che dovrà scontare il judoka sammarinese Karim Gharbi, risultato positivo a seguito di un controllo antidoping nei primi giorni del mese di luglio e proprio per questo motivo escluso alla vigilia della partenza per il Brasile dalle Olimpiadi di Rio de Janeiro dello scorso mese di agosto. Il codice antidoping del Nado (organizzazione nazionale antidoping) San Marino parla chiaro e la commissione giudicante, ieri, a distanza di mesi dai fatti estivi, ha emesso la sentenza. Due anni di stop dalle gare che si dovranno conteggiare dal giorno in cui l’atleta della Federazione lotta, pesi e judo sammarinese è stato sospeso dall’attività. Gharbi quindi non potrà partecipare ai Giochi dei Piccoli Stati il prossimo anno, quei Giochi nei quali in carriera è sempre riuscito ad ottenere ottimi risultati. L’atleta sammarinese ora avrà la possibilità di presentare ricorso e lo potrà fare entro 21 giorni dalla data in cui riceverà il procedimento. Il ‘caso Gharbi’ la scorsa estate ha sollevato più di una polemica sul Titano, proprio per la successione degli eventi che hanno stoppato l’atleta quando aveva già un piede sull’aereo che avrebbe portato la delegazione di San Marino a Rio. Alla vigilia della partenza è il Comitato olimpico nazionale sammarinese a comunicare la sospensione «a seguito di un controllo antidoping ‘fuori competizione’ – recitava il comunicato del Cons – disposto ed eseguito dal Nado San Marino a Serravalle in data 5 luglio 2016, e alle successive controanalisi effettuate in data odierna, è risultato positivo alle sostanze ‘Dehydrochlormethyltestosterone’. Il Comitato esecutivo del Cons, visto l’esito del referto, ha provveduto alla sospensione dell’atleta, che pertanto non prenderà parte ai Giochi Olimpici di Rio 2016». Il giorno successivo la questione si tinge di giallo. Perché è lo stesso Cons a comunicare che per la Federazione internazionale judo, Gharbi non sarebbe stato dopato e quindi avrebbe potuto partecipare ai partecipare ai Giochi Olimpici. Speranza che diventa un incubo il giorno successivo quando è la stessa Federazione internazionale a comunicare al judoka che quell’aereo per Rio dovrà partire senza di lui. Il Resto del Carlino
