Il lungo percorso di “VOCI DI DONNA” in scena a Fiorentino la scorsa settimana.
E’ andato in scena lo scorso 8 gennaio a Fiorentino “Voci di Donna”, a conclusione dell’omonimo laboratorio tenuto dalla regista Ute Zimmermann. Lo spettacolo ha inteso rendere omaggio alla biografia di donne coraggiose che hanno speso la propria esistenza nell’impegno artistico e sociale. Le quattro figure femminili rappresentate, contraddistinte dallo spirito di ricerca e dall’amore per forme artistiche difformi, sono: Maria Sibylla Merian, tedesca, disegnatrice e studiosa di piante ed insetti, che s’imbarcò con la figlia nel 1699 per il Suriname al fine di approfondire la propria ricerca, affrontando ogni tipo di difficoltà; Vivian Maier la prima donna street photographer, che per mantenersi prestava servizio come semplice bambinaia; Samia Yusuf Omar, atleta somala, che senza mezzi di sostegno ha partecipato alle Olimpiadi di Pechino nel 2008, in seguito profuga e tragicamente scomparsa in mare, nel tentativo di raggiungere Lampedusa; e, infine, Carmen Yanez, poetessa cilena, rifugiata politica, compagna di Luis Sepulveda recentemente scomparso a causa degli effetti del coronavirus. Al di là dello spettacolo, che ha interessato il pubblico con un’attenzione concentrata come da tempo non si percepiva, è da sottolineare come la pandemia abbia influito e condizionato il lavoro preparatorio, iniziato nell’ottobre 2019 per approdare alla “lettura scenica” che si sarebbe dovuta rappresentare nella primavera successiva, quando invece ci si è dovuti misurare con l’interruzione planetaria del Lockdown. Riattivato nell’ottobre del 2020, poi nel corso dell’anno 2021, il laboratorio finalmente è pervenuto a conclusione la scorsa settimana, approfittando di un varco favorevole alla realizzazione.
In sintesi, “Voci di Donna” è un progetto permanente varato nel 2017 per la collaborazione del Centro Sociale di Fiorentino-Istituti Culturali e condotto da Ute Zimmermann, che ha saputo tenere le redini di questo “contenitore esperienziale” rivolto a tutti coloro che vogliano avvicinarsi al teatro e condividere un luogo d’incontro dove mettersi in gioco, esplorare le proprie capacità di confronto, fare amicizia. In quest’ottica, una prima pièce teatrale: “Nora-Voci di donna” andò in scena a Fiorentino, in occasione della Giornata Internazionale sulla violenza di genere, un reading ispirato dalle testimonianze di donne coinvolte in atti di violenza domestica e rimaste a lungo in silenzio, all’angolo di quella particolare solitudine di chi subisce la soggezione di un rapporto sentimentale occlusivo e destabilizzante. Successivamente, lo studio della documentazione di alcuni personaggi femminili, privilegiando aspetti inediti o poco conosciuti, in sincronia con la praticità del Corso, ha favorito la formula di “Laboratorio Aperto” non necessariamente suggellato alla sola ricorrenza mondiale di ogni 25 novembre.
Di qui il più recente omaggio alla biografia di donne che si sono distinte nell’arte e nell’impegno sociale. Donne, che in epoche diverse, hanno saputo esprimere il loro coraggio con forza e determinazione.
“Voci di Donna” per la regia di Ute Zimmermann, interpretato da Chiara Cardogna, Rosalinda Renzini, Sara Zucchi e Francesco Deganello ha riscosso apprezzamenti di critica e di pubblico e si auspica che possa essere replicato, in tempi brevi.