San Marino. Il mondo ha celebrato ieri la “Giornata internazionale dell’infermiere” sempre in prima linea contro il Covid-19 … di Alberto Forcellini

Chi nella propria vita non ha mai incontrato un infermiere? Si può dire con sicurezza matematica: nessuno. Tanto è vero che, mai come in questo anno e mezzo di pandemia, la categoria degli infermieri è stata in cima alle attenzioni e alla considerazione della gente.

Ieri, il mondo intero ha celebrato la Giornata Internazionale dedicata a questa categoria di professionisti. “Gli infermieri – aveva detto tempo fa il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus – sono la spina dorsale di qualsiasi sistema sanitario e oggi, molti di loro si trovano in prima linea nella battaglia contro il Covid-19″. L’origine della categoria infermieristica viene attribuita a Florence Nightingale. Gli esperti raccontano che durante la guerra di Crimea, i soldati la notarono per il suo instancabile modo di fare, sempre attiva giorno e notte tra i feriti di guerra, tanto da essere chiamata anche la “dama della lampada”. Questa signora nata nel 1820, quindi, scelse definitivamente la “chiamata” alla vocazione da infermiera, nonostante in quel tempo il mestiere fosse poco considerato.

Tra le tante iniziative che si sono succedute nella giornata del 12 maggio, particolare interesse ha suscitato quella dell’Archivio di Stato, che ha voluto dedicare un particolare ricordo alla nascita e all’evoluzione del corpo infermieristico sammarinese. Volentieri riproponiamo su Giornalesm.com questa pagina di storia, perché oggi come un tempo, gli infermieri rispondono agli stessi criteri di umana solidarietà, oltre che di accurata professionalità.

«Nel corso del Settecento e dell’Ottocento l’operato degli infermieri diventa sempre più importante, in concomitanza con lo scoppio a San Marino di gravi epidemie; tra le più serie, quella di colera che nel 1855 imperversò in Repubblica causando numerosi morti. È in questo contesto che si colloca l’Istanza presentata ai Reggenti dai fratelli Righi, farmacisti di Serravalle, che il 2 settembre 1855 riportavano questa situazione: “I malati sono molti, ed in alcune Famiglie per essere tutti malati non hanno chi presta loro un qualche servizio. Per lo che si mandi pure almeno due infermieri, perché per quanto si è fatto qui non si trovano pel generale avvilimento.”

Il 18 ottobre 1858, nel presentare al Consiglio il Progetto del nuovo Ospedale per gli Infermi, la situazione sanitaria sammarinese viene riassunta sottolineando l’assiduo spirito di dedizione di chi fino a quel momento si era speso per “porgere la mano soccorritrice ed alleviatrice dei mali ai miserabili colpiti da morbo ed oppressi dalla miseria”, ossia una “Congregazione di Donne attinenti a queste Principali Famiglie”.

Con la stesura degli Statuti e del Regolamento dell’Ospedale e ricovero cronici, sul finire dell’800, la figura dell’infermiere viene ufficializzata ed i suoi compiti fissati: l’infermiere capo ha il dovere di dormire nell’Ospedale in modo da poter offrire la propria opera ove occorra; deve fare in modo che gli infermi siano prontamente soccorsi ed assistiti, e supervisionare la pulizia e l’igiene degli strumenti e della biancheria dei malati; deve seguire ed assistere i sanitari annotando sulle cartelle nosologiche le prescrizioni dietetiche e farmaceutiche, e comunicarle all’Economo e al Farmacista; “incombe al capo infermiere di prestare la sua assistenza e l’opera sua in tutte le operazioni chirurgiche, nell’ambulatorio e nelle autopsie”, e così via.

La Legge Organica della Congregazione di Carità del 1910 delinea con ancor maggiore chiarezza il ruolo dell’infermiere, e all’articolo 105 specifica come questi debba “servire diligentemente ed umanamente gli infermi in ogni loro occorrenza”. Ecco, forse, in quel “diligentemente ed umanamente” risiede gran parte del senso del servizio e della missione dell’infermiere; a questi si sono aggiunte la grande professionalità e le competenze specialistiche in seguito all’apertura dei primi Corsi per infermieri, delle Scuole ed infine del corso di Laurea in Scienze Infermieristiche.» (Archivio di Stato)

Nell’immagine: “Cartolina inviata dall’Ospedale di Guerra, 17 settembre 1916, AS RSM, Comitato Governativo Pro Combattenti, B. 9, Corrispondenza 1916-1917” (Archivio di Stato)